giovedì 9 aprile 2009
Ambasciatori “pro choice”. I dubbi del Vaticano sui candidati di Obama (Rodari)
Vedi anche:
Ecco le «pagelle» delle messe: Andrea Tornielli recensisce il libro di Langone "Guida alle messe "
LA SACRA LITURGIA: LO SPECIALE DEL BLOG
L’Arcivescovo dell'Aquila, Molinari: la nostra risposta a questo dolore
Diario da L'Aquila: «Monsignore, Sua Santità al telefono...» (Sussidiario)
Il card. Bertone rappresenterà il Papa alle esequie delle vittime del sisma. Nuove violente scosse alle 2.52 ed alle 5.15. Si scava ancora...
Il Papa: il sacrificio di Gesù fu un atto libero che interpella la nostra libertà (Izzo)
Padre Lombardi sulle bufere mediatiche contro il Papa: gli attacchi non lo infastidiscono molto (Izzo)
I vescovi dell'Africa Occidentale Francofona: manipolazione oltraggiosa e pianificata" delle parole del Papa sull'Aids (Izzo)
Papa Benedetto nella descrizione di Paolo Rodari
In Giordania tanti musulmani attendono il Papa (Osservatore Romano)
Si aggrava il bilancio del sisma. Il presidente Napolitano domani nelle zone colpite (Osservatore Romano)
Presto il Papa tra i terremotati dell'Abruzzo (Osservatore Romano)
Don Mauro: sono crollate case e chiese, ma non la fede (Radio Vaticana)
In Giordania il Papa incontrerà il principe Ghazi, promotore della "lettera dei 138", che lo accompagnerà al fiume Giordano
Colloquio telefonico tra il Papa e l'arcivescovo dell'Aquila (Radio Vaticana)
Il Forum UNIV 2009 nell’udienza con Benedetto XVI. Lettera indirizzata al Papa da ragazzi africani
Il Papa: "Gesù, pur essendo Dio, non volle fare delle sue prerogative divine un possesso esclusivo" (Catechesi)
Il Papa concede una dispensa straordinaria per celebrare i funerali delle vittime abruzzesi il Venerdì Santo
Benedetto XVI ai terremotati dell'Abruzzo: "Carissimi, appena possibile spero di venire a trovarvi. Sappiate che il Papa prega per tutti" (Udienza generale)
Il Papa telefona al vescovo dell'Aquila per annunciare la visita la cui data dovrà tenere conto dell'esigenza di non creare intralcio ai soccorsi
L'arcivescovo dell'Aquila: "La visita del Papa è un dono grande" (Sir)
Benedetto XVI ai terremotati dell’Abruzzo: verrò a trovarvi appena possibile
Papa: 40mila fedeli a Udienza generale (Agr)
Benedetto XVI: quattro anni di pregiudizi non intaccano la sua purezza e la sua serenità (Giannino)
Il viaggio del Papa in Africa: commenti di padre Federico Lombardi (Zenit)
VIA CRUCIS 2009: MEDITAZIONI E PREGHIERE DI MONS. THOMAS MENAMPARAMPIL
I testi dell'arcivescovo Menamparampil: Voci indù nella Via Crucis del perdono (Bernardelli per Missionline)
Dossier Agenzia Fides. Intervista a Don Nicola Bux: "La Sacra Liturgia è un annuncio, che ha cambiato la mia vita"
Cosa (non) è cambiato da Giovanni Paolo a Benedetto (Mastroianni)
FESTIVITA' PASQUALI 2006-2009: LO SPECIALE DEL BLOG
IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA DEL SANTO PADRE AI VESCOVI CATTOLICI SULLA REMISSIONE DELLA SCOMUNICA AI QUATTRO VESCOVI "LEFEBVRIANI"
Ambasciatori “pro choice”. I dubbi del Vaticano sui candidati di Obama
apr 9, 2009
il Riformista
Paolo Rodari
Mentre la Santa Sede continua con Barack Obama e la sua amministrazione la linea del «wait and see», mostrandosi però non particolarmente entusiasta di alcune prese di posizione di Washington - soprattutto la decisione di non limitare più i finanziamenti alle ricerche sulle cellule staminali embrionali - un intoppo diplomatico rischia di mettersi di traverso nei rapporti già delicati tra le due parti.
Il presidente americano, infatti, è alle prese con il nome di colui o colei che andrà a sostituire Mary Ann Glendon quale ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede. Ma la cosa sta subendo ritardi inaspettati. Lo ha scritto ieri anche il Washington Times: i nomi che la Casa Bianca ha avanzato nelle settimane scorse, infatti, non hanno ricevuto il pieno gradimento d’Oltretevere. La difficoltà maggiore risiede nel trovare una persona che sappia fare da ponte tra le istanze dei cattolici americani, il Vaticano e la Casa Bianca. Discriminanti sono le convinzioni sulle tematiche cosiddette «eticamente sensibili», a cominciare dall’aborto. È evidente, infatti, che un candidato dichiaratamente «pro choice» non possa essere ritenuto dalla Santa Sede quello giusto per rispondere allo scopo. Ma è altrettanto evidente che, tra i democrats, un candidato «pro life» sia difficile, se non impossibile, da trovare. Di qui l’impasse, acuito dal fatto che secondo la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche stipulata nel 1961 la decisione ultima spetta al Vaticano che, senza dare spiegazioni, può rigettare la proposta americana.
Sostituire la bushiana e wojtyliana Glendon non è impresa facile per nessuno. Visiting professor alle pontificie università Gregoriana e Regina Apostolorum di Roma, divenne sotto il pontificato di Giovanni Paolo II capo della delegazione vaticana alla conferenza di Pechino sulle donne.
E, poi, nel 2004, presidente della pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Insomma, il profilo giusto per un posto così delicato. Non altrettanto giusto, invece, è per il Vaticano il profilo del “candidato principe” del presidente americano. Ovvero il professor Douglas Kmiec. Questi ha sostenuto la campagna elettorale di Obama. Si dichiara cattolico eppure è stato proprio il suo ultimo lavoro Can a catholic support him? a trovare tra le gerarchie della Chiesa cattolica americana giudizi parecchio negativi. La risposta di molti vescovi al libro di Kmiec, infatti, è stata la seguente: «No, un cattolico non può stare con Obama».
Washingotn spera comunque che tutto possa risolversi entro il vertice di luglio a Roma che seguirà i lavori del Forum del prossimo aprile dedicato a Washington all’energia e al clima delle economie più sviluppate. Se per luglio il Vaticano e la casa Bianca riusciranno anche a organizzare un incontro tra Obama e il Papa, a maggior ragione il nome del nuovo ambasciatore dovrà essere trovato.
Di qui a luglio, sul fronte americano, Obama avrà da affrontare un altro grattacapo di stampo cattolico. John Jenkins, infatti, il presidente della Notre Dame University di South Bend (Indiana) - ovvero la più importante università cattolica statunitense - ha invitato Obama per il “commencement speech” del prossimo 17 maggio. La cosa ha scandalizzato diversi studenti e professori.
Per loro è inaccettabile che un presidente dichiaratamente «pro choice» venga invitato in università. Anche qui, insomma, le posizioni aperte di Obama sull’aborto e la ricerca di cellule staminali embrionali non vanno giù.
Alla petizione per chiedere a Jenkins di ritirare l’invito hanno già aderito oltre cento mila persone e il numero pare destinato ad aumentare.
Due settimane fa, in una nota del presidente della conferenza episcopale americana nonché arcivescovo di Chicago, il cardinale Francis Eugene George, si leggeva «estremo imbarazzo» di fronte all’invito fatto dall’università a Obama, un segnale che fa luce su rapporti tesi e incomprensioni non risolte. Durissima anche la presa di posizione del vescovo John D’Arcy di Forth Wayne-South. Questi ha fatto sapere che non parteciperà alla cerimonia di laurea: «Il presidente Obama ha ribadito recentemente, e ora lo ha ribadito anche attraverso le sue decisioni politiche - ha detto il presule -, la sua riluttanza a considerare sacra la vita umana. Nel voler separare la politica dalla scienza, (il presidente) ha di fatto separato la scienza dall’etica e ha portato il governo americano, per la prima volta nella storia, a sostenere direttamente la distruzione di vite umane innocenti».
© Copyright Il Riformista, 9 aprile 2009 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento