mercoledì 8 aprile 2009

I testi dell'arcivescovo Menamparampil: Voci indù nella Via Crucis del perdono (Bernardelli per Missionline)


Vedi anche:

L'Abruzzo trema ancora. Ieri sera una nuova speranza: Eleonora, 20 anni, estratta viva dopo 42 ore!

Dossier Agenzia Fides. Intervista a Don Nicola Bux: "La Sacra Liturgia è un annuncio, che ha cambiato la mia vita"

A L’Aquila saranno sospese tutte le celebrazioni tranne a Pasqua. Il Papa donerà gli oli crismali da lui benedetti giovedì mattina (Sir)

LA SACRA LITURGIA: LO SPECIALE DEL BLOG

Dossier Agenzia Fides: La riforma di Benedetto XVI: la liturgia fra innovazione e tradizione. Il libro di Nicola Bux

Monsignor Guido Marini, maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, spiega i riti della Settimana Santa (Osservatore Romano)

Crocifissione e Risurrezione nell'arte cristiana delle origini. Il patibolo e la tomba vuota (Bisconti)

I Francescani compiono 800 anni. Il 18 aprile incontreranno il Papa a Castelgandolfo. Prevista la diretta televisiva

Cosa (non) è cambiato da Giovanni Paolo a Benedetto (Mastroianni)

Presto una visita del cardinale Cordes a nome del Papa sui luoghi del sisma. Storie e testimonianze dall’Abruzzo colpito al cuore (Radio Vaticana)

Terremoto in Abruzzo: tra le macerie di Onna al lavoro anche otto Vigili del Fuoco vaticani. Interviste con il comandante Giani e l'ing. De Angelis

La testimonianza di Don Claudio Tracanna: il gigante ci ha assalito di notte come un ladro

Terremoto in Abruzzo, il Papa ordina l'invio di tre mezzi dei Vigili del Fuoco del Vaticano (Giansoldati)

Il Pontefice ricorda le vittime degli sbarchi: non possiamo rassegnarci a simili tragedie (Vecchi)

Papa Ratzinger: «Basta stragi di immigrati in mare» (Monteforte)

Il Papa confida: "Non esiste una vita riuscita senza sacrificio. Se getto uno sguardo retrospettivo sulla mia vita personale, devo dire che proprio i momenti in cui ho detto "sì" ad una rinuncia sono stati i momenti grandi ed importanti della mia vita"

Vittorio Sgarbi: Sono un gaudente, ma sulla rinuncia ha ragione il Papa

La Michelin della Cena eucaristica spiegata dal suo autore e primo assaggiatore. E incensata a dovere (Il Foglio)

FESTIVITA' PASQUALI 2006-2009: LO SPECIALE DEL BLOG

IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA DEL SANTO PADRE AI VESCOVI CATTOLICI SULLA REMISSIONE DELLA SCOMUNICA AI QUATTRO VESCOVI "LEFEBVRIANI"

E' con grande piacere e profonda gratitudine che pubblichiamo questo servizio di presentazione della Via Crucis 2009.
Grazie a Giorgio Bernardelli ed a Missionline
.
R.

I testi dell'arcivescovo Menamparampil

Voci indù nella Via Crucis del perdono

di Giorgio Bernardelli

Sul sito del Vaticano le splendide stazioni scritte per il Papa dal presule indiano. Che sul Calvario cita anche il Mahatma Gandhi e le Upanishad

«Le tragedie ci fanno riflettere. Uno tsunami ci dice che la vita va presa seriamente. Hiroshima e Nagasaki restano luoghi di pellegrinaggio. Quando la morte colpisce da vicino, un altro mondo ci si fa accanto.
Allora ci liberiamo dalle illusioni e abbiamo la percezione di una realtà più profonda. Anticamente la gente in India così pregava: "Conducimi dall’irreale al reale, dall’oscurità alla luce, dalla morte all’immortalità". Dopo che Gesù ebbe lasciato questa terra, i cristiani cominciarono a guardare indietro e a comprendere la sua vita e la sua missione. Recarono il suo messaggio ai confini della terra. Questo messaggio è lo stesso Gesù Cristo, che è "potenza di Dio e sapienza di Dio". Dice che la realtà è Cristo e che il nostro destino definitivo è di essere con lui».
Recita così la meditazione della quattordicesima stazione della Via Crucis che l'arcivescovo di Guwahati, Thomas Menamparampil, ha scritto per la celebrazione che sarà presieduta dal Papa Venerdì Sera al Colosseo. Il presule scelto proprio per dare voce alle sofferenze dei cristiani indiani - vittime in questi ultimi mesi di una nuova ondata di violenze dei fondamentalisti indù - ha voluto fare spazio anche al volto più vero della religione professata dalla stragrande maggioranza degli indiani.
Si tratta di uno dei passaggi più intensi dei testi di questa Via Crucis, che da questo sera è on line sul sito vaticano (clicca qui per andare alla pagina. Per leggere poi i testi delle singoli stazioni occorre cliccare sulle figure).
Un testo - ci azzardiamo a dirlo - davvero splendido. Che afferma con forza ciò che la Chiesa cattolica indiana ha ripetuto durante tutti questi mesi di Passione: che solo il perdono è una forza in grado di vincere ogni persecuzione.
Parole forti scritte da un vescovo che conosce molto da vicino il dramma della violenza. proprio l'altro giorno la sua città - Guwahati, nello Stato indiano dell'Assam - è stato colpito da un nuovo attentato terroristico costato la vita a dieci persone.
Si incontra anche Gandhi nella Via Crucis dell'arcivescovo Menamparampil. Alla terza stazione - dedicata alla condanna di Gesù da parte del Sinedrio - l'arcivescovo di Guwahati scrive:
«Il modo di Gesù di combattere per la giustizia non è quello di suscitare l’ira collettiva delle persone contro l’oppositore, con la conseguenza che esse sono spinte a forme di più grande ingiustizia. Al contrario, è di sfidare il nemico con la giustezza della propria causa e di suscitare la buona volontà dell’oppositore in modo tale che si desista dall’ingiustizia con la persuasione e la conversione del cuore. Il Mahatma Gandhi ha portato nella vita pubblica questo insegnamento di Gesù sulla non-violenza con sorprendente successo».
Davanti a Gesù coronato di spine - alla sesta stazione - il presule indiano dà voce ai drammi di oggi, invitando però ciascuno ad assumersi la sua responsabilità di fronte al male del mondo:
«Gesù continua a soffrire quando i credenti sono perseguitati, quando la giustizia viene amministrata in modo distorto nei tribunali, quando la corruzione è radicata, le strutture ingiuste schiacciano i poveri, le minoranze sono soppresse, i rifugiati e i migranti maltrattati. Gesù viene spogliato delle vesti quando la persona umana è disonorata sullo schermo, quando le donne sono costrette a umiliarsi, quando i bambini dei quartieri poveri vanno in giro per le strade a raccogliere i rifiuti. Chi sono i colpevoli? Non puntiamo il dito verso gli altri, poiché anche noi possiamo avere avuto la nostra parte in queste forme di disumanità».
Con Simone di Cirene - all'ottava stazione - monsignor Menamparampil lancia un parallelismo intrigante con il Vangelo dei semplici, quello da lui peronalmente incontrato tra le popolazioni tribali.
«In Simone di Cirene abbiamo il prototipo del discepolo fedele che prende su di sé la croce e segue Cristo. Non è dissimile da milioni di cristiani di umili origini, con un profondo attaccamento a Cristo. Privi di fascino, di raffinatezza, ma con una fede profonda. Uomini e donne di tale fede continuano a crescere in terra d’Africa e d’Asia e nelle isole lontane. In mezzo a loro fioriscono le vocazioni. Simone ci ricorda le piccole comunità e tribù con il loro caratteristico impegno per il bene comune, un profondo radicamento nei valori etici e l’apertura al Vangelo. Meritano attenzione e cura».
Fino al momento più alto: quello della contemplazione davanti alla morte di Gesù in croce, alla tredicesima stazione:

«Quando un profeta muore per la causa che ha sostenuto, dà la prova definitiva di tutto ciò che ha detto. La morte di Cristo è qualcosa di più. Porta la redenzione. "In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe". Con ciò inizia per me un cammino mistico: Cristo mi attira più vicino a sé finché non gli apparterrò pienamente. "Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio... Quando verrò e vedrò il volto di Dio?"».
Sono davvero perle di Vangelo quelle che in questa Pasqua ci offre la voce dei cristiani perseguitati dell'India.

© Copyright Missionline consultabile anche qui.

Nessun commento: