mercoledì 8 aprile 2009

Il viaggio del Papa in Africa: commenti di padre Federico Lombardi (Zenit)


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Il Papa, l'Africa e l'Aids

Commenti del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi

di Edward Pentin

ROMA, martedì, 7 aprile 2009 (ZENIT.org).

In una lunga intervista a Rome Notes, il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha riflettuto sulla recente visita di Benedetto XVI in Camerun e Angola e ha spiegato il suo approccio nei confronti dei media mondiali alla luce delle controversie recenti.
Parlando sabato scorso nel suo ufficio della “Radio Vaticana”, il sacerdote gesuita ha affermato che l'aspetto principale della recente visita papale è stato rappresentato dalla presentazione dell'Instrumentum laboris ai Vescovi africani in vista del Sinodo per l'Africa previsto ad ottobre e dai suoi commenti sul tema del Sinodo: “La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace”.
Il portavoce si è riferito anche ad altri momenti importanti, come gli incontri del Santo Padre e i discorsi ai malati e ai sofferenti, alle donne, ai giovani e ai leader politici e religiosi. “I messaggi più importanti sono stati ben ricevuti e compresi”, ha osservato padre Lombardi, e la “risposta della gente è stata notevole – centinaia di migliaia di persone sono giunte per vederlo”. Il portavoce ha affermato che ciò che ha colpito di più i presenti è stato il visibile interesse del Papa per il continente.
“Parlavo con qualcuno proprio l'altro giorno del Presidente Sarkozy, che ha trascorso tre giorni in tre diversi Paesi africani, ma il Papa ha passato un'intera settimana in due soli Paesi”, ha ricordato padre Lombardi.
“E' insolito per gli africani avere qualcuno di importante che resta per tanto tempo, che comunica direttamente con la gente e percorre le strade della città. E' stata davvero una dimostrazione di partecipazione, e le persone lo hanno capito molto bene”.
Come sempre, ha sottolineato, Benedetto XVI ha cercato di dirigere i fedeli non verso di sé, ma verso Cristo con i suoi discorsi e la sua “profonda” preparazione e partecipazione liturgica. In particolare, ha sottolineato come il Papa abbia nuovamente fatto appello alla fede e alla ragione, soprattutto nel suo messaggio ai leader religiosi musulmani, e come abbia sottolineato gli “aspetti socio-politici della testimonianza cristiana”.
Padre Lombardi ha rivelato che il Papa è rimasto profondamente addolorato per la morte di due ragazze decedute nella folla mentre cercavano di vederlo a Luanda, e ha inviato una delegazione per porgere le sue condoglianze alle famiglie.
Il gruppo includeva il Segretario di Stato del Papa, il Cardinale Tarcisio Bertone, il sostituto della Segreteria di Stato, l'Arcivescovo Fernando Filoni, il Nunzio Apostolico in Angola, il Vescovo di Luanda e il Vescovo responsabile dell'organizzazione dell'evento. Quando sono arrivati, l'identità di una delle ragazze era ignota, ma in seguito è stata identificata.
I decessi sono avvenuti per la diversa sede del raduno dei giovani, ha detto padre Lombardi, uno stadio anziché una spianata in cui si sono svolte le Messe. Per ragioni di sicurezza, grandi folle sono state costrette ad entrare attraverso ingressi molto stretti. “Ciò che è accaduto è stato molto triste”, ha rivelato il portavoce, “ma forse è un miracolo che negli ultimi 20.30 anni ci sia stato solo un episodio come questo, quando Giovanni Paolo II è stato a Kinshasa all'inizio degli anni Ottanta”.
Parlando di un aspetto decisamente più lieto, il portavoce ha detto che era meglio che la tartaruga donata al Santo Padre rimanesse in Africa (in seguito è stata portata alla Nunziatura).
Interpellato sull'ipotesi di “adottare” l'animale, padre Lombardi ha ammesso: “Non sono capace di prendermi cura degli animali”.

La controversia sul preservativo

Padre Lombardi, di buonumore durante l'intervista, ha parlato francamente della controversia sui media occidentali a proposito dei commenti del Papa sull'Aids e i preservativi.
Durante il viaggio aereo verso il Camerun, Benedetto XVI ha detto ai giornalisti che i problemi dell'Aids non si risolvono con la distribuzione dei profilattici, che anzi li aumentano. Il Papa ha semplicemente ribadito l'insegnamento della Chiesa, ma il dibattito sulla questione continua.
“E' molto chiaro – ha detto il portavoce papale – che quanti cercano di comprenderne il significato lo faranno, e se non ci provano non capiranno mai”. Ha aggiunto anche che il Papa “non era particolarmente infastidito” dal clamore, e ha alluso alle altre volte in cui molti media occidentali si sono aggrappati a qualche aspetto della dottrina della Chiesa per speculare su di esso.
“Su questo bisogna riflettere e giudicare con una prospettiva a lungo termine – ha detto padre Lombardi –. Per un paio di giorni, la gente può essere contro ciò che si è detto, ma poi può riflettere un po' e constatare la verità delle parole del Papa e qual era la sua intenzione”. A questo proposito, si è riferito a come i commenti del Santo Padre all'Università di Ratisbona, nel 2006, abbiano portato a una migliore comprensione tra musulmani e cattolici.

Ciò che ha infastidito alcuni è il fatto che qualcuno abbia modificato la trascrizione delle parole del Papa, visto che la frase diceva che i preservativi “corrono il rischio di aumentare” i problemi dell'Aids, e non semplicemente che li “aumentano”. Padre Lombardi non è stato responsabile del cambiamento, che si è verificato nella Segreteria di Stato.

Un funzionario in buonafede ha cercato di rendere le parole del Papa in un italiano migliore, una cosa che si fa spesso nelle frasi improvvisate del Papa.

Ad ogni modo, sembra che il funzionario, in questo processo, abbia commesso l'errore di cambiare il significato delle parole papali. Padre Lombardi ha detto di essere consapevole dell'irritazione che questo ha provocato (è successo anche un'altra volta, durante il viaggio del Papa in Brasile, nel 2007). Questa parte del testo è stata corretta per recuperare le parole originali del Papa.

Il Pontefice continuerà a parlare liberamente con i giornalisti sull'aereo papale in occasione del viaggio in Terra Santa a maggio?
“Vedremo, penso di sì”, ha detto padre Lombardi. Questa visita sarà particolarmente delicata, ma il portavoce papale sembra deciso a non attenuare o “bypassare” le parole del Papa in alcun modo. “In ogni situazione ci sono fraintendimenti o problemi. Se si teme questo, bisognerebbe restare a Roma e non dire nulla”, ha dichiarato.

Nonostante questo errore e vari attacchi mediatici negli ultimi anni, i commentatori dicono che il messaggio del Papa continua a risuonare tra molte persone.

Padre Lombardi è d'accordo: “Gli attacchi dei media non sono di tutti – ha detto –. Ciascuno è capace di pensare con la propria mente e di comprendere. [Molta gente] apprezza l'insegnamento del Papa e capisce che sta dicendo cose importanti per il mondo di oggi”.
E' stato chiesto al portavoce vaticano se l'attuale ciclo continuo di notizie 24 ore su 24 e di Internet richiedano un approccio più attento. “Naturalmente questo è un rischio e parte della situazione, è chiaro – ha confessato –, ma penso anche che si debba avere fiducia nel fatto che si sta facendo la cosa giusta, con un buon fine, perché al contrario si resta bloccati”.
“Chiunque abbia una cattiva opinione del Papa e della Chiesa ha deciso che noi non dovremmo pensare, che dovremmo essere assenti e scomparire dal mondo, ma noi andiamo avanti. Il Papa ha un messaggio molto chiaro di spiritualità, di pace e riconciliazione che cerca di trasmettere anche quando è complicato”.

Padre Lombardi non è d'accordo con chi afferma che ha troppo lavoro (dirige la “Radio Vaticana” e il Centro Televisivo Vaticano ed è direttore della Sala Stampa della Santa Sede).

“Spetta ai miei superiori giudicarlo”, ha affermato. “Mi hanno incaricato di questi compiti, io non li ho cercati, per cui come me li hanno affidati possono dire: 'Grazie, li do a un altro'”.

L'altro suo incarico che a volte non viene citato, quello di assistente del Superiore Generale della Compagnia di Gesù, non è un'attività impegnativa, ha rivelato.

“Svolgo questo [il lavoro come direttore della Sala Stampa] con buona volontà e lo farò finché non disporranno diversamente”, ha commentato, aggiungendo di essere consapevole delle voci che affermano che ha troppi incarichi. “Non so se qualcuno ha iniziato a diffondere queste voci per produrre qualche effetto – ha detto ridendo –. E' possibile, ma per me avere questo incarico non è un problema speciale”.

[Traduzione dall'inglese di Roberta Sciamplicotti]

© Copyright Zenit

Non e' compito di "solerti" funzionari della Segreteria di Stato modificare le parole del Papa, il quale evidentemente si esprime nella nostra lingua assai meglio di altri, magari di madrelingua italiana.
Che non accada piu'!

R.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao Raffa.
Grande pezzo di Alberto Giannino a pochi giorni dall'anniversario dell'elezione di Papa Benedetto: Benedetto XVI: quattro anni di pregiudizi non intaccano la sua purezza e la sua serenità.
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Alessia