venerdì 10 aprile 2009
Dal Papa in dono gli oli santi all'Abruzzo: «Un sostegno alla speranza» (Muolo)
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LA CHIESA E LA PASQUA
Dal Papa in dono gli oli santi: «Un sostegno alla speranza»
Ieri mattina al termine della Messa Crismale il gesto di affetto verso la Chiesa abruzzese «Per accompagnare il tempo della rinascita e della ricostruzione»
DA ROMA MIMMO MUOLO
C’ erano non solo i cardinali, i vescovi e i sacerdoti presenti a Roma, ieri mattina nella Basilica di San Pietro.
Idealmente erano stretti attorno al Papa, che vi ha celebrato la Messa Crismale del Giovedì Santo, anche l’arcivescovo dell’Aquila, monsignor Giuseppe Molinari, e il suo presbiterio.
Così per quasi due ore le distanze fisiche tra il centro della cristianità e la zona colpita dal terribile terremoto di lunedì notte si sono annullate. Anche per effetto di uno straordinario gesto di attenzione e di affetto di Benedetto XVI per la Chiesa aquilana, da lui stesso annunciato con le parole che riportiamo in evidenza nel riquadro qui a fianco.
A dire il vero, il dono degli oli santi non è stato l’unico momento di attenzione del Pontefice per la diocesi epicentro del sisma. Ieri, oltre al già annunciato invio del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che oggi presiederà il rito di suffragio per le vittime del terremoto, Papa Ratzinger ha disposto che alle esequie sia presente anche, «quale segno della propria personale vicinanza a quanti soffrono», il suo segretario particolare, monsignor Georg Gaenswein.
Anche la stessa Messa che verrà celebrata oggi è un fatto straordinario. E infatti, informa un comunicato della Sala Stampa vaticana, «in considerazione dell’eccezionalità dell’evento, la Congregazione per il Culto Divino ha concesso l’indulto per la celebrazione di una Santa Messa di suffragio, nonostante, di norma la liturgia del venerdì Santo non preveda altri riti, eccetto quelli in Passione Domini.
Il pensiero alle conseguenze dolorose del terremoto sarà presente, tra l’altro, anche nella Via Crucis di questa sera al Colosseo.
Nella preghiera iniziale, infatti, il Papa sottolineerà che anche «sotto la superficie di calamità naturali, guerre, rivoluzioni e conflitti di ogni genere, vi è una presenza silenziosa, vi è un’azione divina mirata».
Nel testo, anticipato ieri pomeriggio da L’Osservatore Romano, non c’è un esplicito riferimento al sisma abruzzese, ma le parole di speranza che Benedetto XVI pronuncerà fanno pensare anche ai tragici eventi di questa settimana.
«Vogliamo dire a noi stessi che tutto non è perduto nei momenti di difficoltà – afferma, infatti, la preghiera –. Quando le cattive notizie si susseguono, siamo oppressi dall’ansia. Quando la disgrazia ci colpisce più da vicino, ci scoraggiamo. Quando una calamità fa di noi le sue vittime, la fiducia in noi stessi è del tutto scossa e la nostra fede è messa alla prova. Ma non tutto è ancora perduto». In verità – continua l’orazione –, in tempi difficili non vediamo nessun motivo per credere e sperare. Eppure crediamo. Eppure speriamo.
Questo può succedere nella vita di ognuno di noi. Questo succede nel più vasto contesto sociale». Un messaggio di speranza, questo, che è riecheggiato anche nel corso dell’omelia della Messa crismale, la solenne liturgia che si celebra il mattino del giovedì santo in tutte le Chiese Cattedrali. Nel corso della celebrazione eucaristica vengono benedetti l’olio dei catecumeni, l’olio degli infermi e il crisma.
E vengono rinnovate le promesse sacerdotali. Perciò il Papa, nella sua omelia, si è soffermato proprio sulla figura del sacerdote. Il prete, ha detto, «viene sottratto alle connessioni del mondo e donato a Dio, e proprio così, a partire da Dio, deve essere disponibile per gli altri, per tutti». Benedetto XVI ha ricordato che il sacerdozio «è un passaggio di proprietà, un essere tolto dal mondo e donato a Dio». Proprio per questo non si tratta di «una segregazione ». «Essere consegnati a Dio – ha spiegato il Pontefice – significa essere posti a rappresentare gli altri».
Il Papa ha anche esortato i sacerdoti a cercare sempre la verità, che è Cristo stesso e a rimanere in Lui. «La Parola di Dio è verità». «È vero che essa è il nutrimento di cui viviamo – si è chiesto – più di quanto non lo siano il pane e le cose di questo mondo? La conosciamo davvero? La amiamo? O non è piuttosto che il nostro pensiero sempre di nuovo si modella con tutto ciò che si dice e che si fa? Non sono forse assai spesso le opinioni predominanti i criteri secondo cui ci misuriamo? ». Domande in risposta alle quali il Papa ha invitato a unirsi sempre di più a Cristo, verità e speranza.
© Copyright Avvenire, 10 aprile 2009
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