venerdì 10 aprile 2009

Funerali delle vittime del terremoto in Abruzzo: l'omelia del cardinale Bertone


Vedi anche:

Il messaggio di Benedetto XVI in occasione dei funerali delle vittime del sisma in Abruzzo

La sezione tedesca della Fraternità San Pio X non reciterà la preghiera per gli Ebrei riformulata da Benedetto XVI. Dov'è la notizia?

Anno Sacerdotale, Mons. Bagnard: Giovanni Maria Vianney, la santità che nasce nell'oblio del mondo (Osservatore Romano)

Terremoto in Abruzzo: il testo del Messaggio dei vescovi abruzzesi-molisani (Sir)

Benedetto XVI si recherà a Brescia domenica 8 novembre per inaugurare la nuova sede dell'Istituto Paolo VI a Concesio (Osservatore Romano)

La comunione con Gesù e quella con i fratelli. La valenza ecumenica della lavanda dei piedi (Jean Vanier)

Stamattina i funerali delle vittime del sisma in Abruzzo. Bilancio: 287 morti accertati. Il Presidente Napolitano striglia i media: «Non rompete!»

Il Papa ai sacerdoti: “Non appartenete più a voi stessi” (Álvarez)

La preghiera del Papa prima della Via Crucis: "Siamo venuti a cantare insieme un inno di speranza. Vogliamo dire a noi stessi che tutto non è perduto nei momenti di difficoltà"

Il Papa: "L'Eucaristia non può mai essere solo un'azione liturgica. E' completa solo, se l'agape liturgica diventa amore nel quotidiano" (Izzo)

Il Papa nella Messa in coena Domini: "Il Signore ci insegna ad alzare gli occhi e soprattutto il cuore" (Sir)

Il Papa: Dio supera infinita distanza e rende l'uomo suo 'partner'

Il Papa: "L’Eucaristia è più di un convito, è una festa di nozze. E queste nozze si fondono nell’autodonazione di Dio sino alla morte" (Omelia della Santa Messa in Coena Domini)

Intervista a monsignor Thomas Menamparampil: L'intreccio di umano e divino apre le porte dell'India (Osservatore Romano)

Mons. Molinari: «Il nostro Papa mi ha detto al telefono: verrò all’Aquila a portare conforto» (Ajello)

Il Papa: da 58 anni essere prete per me è consacrarmi alla Verità (Izzo)

La visita del Papa a Brescia: l'annuncio di Mons. Luciano Monari

Il Papa confida: "Allora seppi: il Signore sta parlando di me, e sta parlando a me. Precisamente la stessa cosa avverrà domani in me"

Il Papa invia gli oli santi all'Aquila. Nell'omelia invita i sacerdoti ad accettare la fatica della verità di fronte alle menzogne presenti nel mondo

Il Papa: oggi si accetta con superficialità l'ideologia di Nietzsche (Izzo)

Benedizione degli Oli Santi per la diocesi dell'Aquila: le parole del Papa

L'8 novembre Benedetto XVI sarà a Brescia

Il Papa: "Consacrazione è un togliere dal mondo e un consegnare al Dio vivente" (Omelia Santa Messa del Crisma)

Comunicato della Santa Sede: il card. Bertone presiederà le esequie delle vittime del sisma. Presente anche Mons. Georg Gänswein

Papa cita Nietzsche: Pericoloso proporre libertà assoluta uomo

Il Papa: L’amore vero non è a buon mercato, può anche essere molto esigente" (Sir)

Il Papa: “Ordinazione sacerdotale significa: essere immersi in Lui, nella verità” (Sir)

Stupenda omelia del Santo Padre sul compito dei sacerdoti (peccato per quei cardinali dormienti in prima fila...)

Ecco le «pagelle» delle messe: Andrea Tornielli recensisce il libro di Langone "Guida alle messe "

VIA CRUCIS 2009: MEDITAZIONI E PREGHIERE DI MONS. THOMAS MENAMPARAMPIL

FESTIVITA' PASQUALI 2006-2009: LO SPECIALE DEL BLOG

IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA DEL SANTO PADRE AI VESCOVI CATTOLICI SULLA REMISSIONE DELLA SCOMUNICA AI QUATTRO VESCOVI "LEFEBVRIANI"

Il cardinale Bertone: Gesù crocifisso trasformi questa morte in un atto di fede, speranza e amore

E’ il giorno del dolore all’Aquila, dove oggi vengono celebrati i funerali di Stato per 205 delle 289 vittime del terremoto che ha colpito l’Abruzzo. Le esequie, a cui partecipano le più alte cariche dello Stato, sono presiedute dal segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, in rappresentanza Benedetto XVI. Ecco il testo integrale dell'omelia del porporato:
Di seguito il testo integrale dell’omelia del cardinale Bertone
:

“Stavano sotto la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Cleopa e Maria di Magdala…”.
Queste parole dell’evangelista Giovanni, testimone addolorato della crocifissione di Cristo, sembrano ritrarre lo stato d’animo che riviviamo questa mattina, anche noi. Con immensa pietà ci siamo stretti idealmente attorno alle tante vittime, strappate immaturamente ai loro familiari da una morte crudele, e alle tante famiglie rimaste senza casa, privi delle cose più care. Ci ritroviamo numerosi in questo luogo per un atto di omaggio e di compianto, ma soprattutto per una celebrazione di preghiera. E’ il mistero della morte che ci riunisce, che ci fa inginocchiare davanti a Dio, ci fa adorare la sua volontà, ci immerge nel suo amore eterno, perchè in Dio è la sorgente della vita, il senso, il valore della nostra vita. Davanti a questo mistero, che ci spaventa, ci addolora, sentiamo però che non tutto è finito: anzi, siamo qui per pregare l’Autore della vita, sorretti dalla certezza, come afferma la Parola di Dio, che le anime dei giusti sono nelle mani di Dio buono e misericordioso.
“Stavano sotto la croce”…
Accanto a queste bare, come accanto alla croce di Gesù, stanno afflitti e sgomenti i parenti, gli amici, i conoscenti. A testimoniare la solidale presenza dell’intero popolo italiano ci sono le molte autorità civili e militari e specialmente ci sono i responsabili di questa regione, provincia e città, alcuni dei quali piangono loro parenti e congiunti in queste bare; ci sono i volontari di tante associazioni venuti da ogni parte d’Italia, donne e gli uomini dell’esercito, della Protezione Civile, della Croce Rossa, i Vigili del fuoco. Come non ricordare uno di loro, Marco Cavagna, il pompiere-papà di Treviolo, venuto da Bergamo e qui colpito da un infarto mentre cercava di salvare altre vite! Ci sono il Pastore di questa Chiesa e i sacerdoti, che, assieme a voi, condividono l'esperienza dell'essere spogliati di tutto. In questa vostra città e nei paesi vicini, che hanno conosciuto altri momenti difficili nella loro storia, si raccoglie oggi idealmente l’Italia intera, che ha dimostrato, anche in questa difficile prova, quanto saldi siano i valori della solidarietà e della fraternità che la segnano in profondità. Accanto a voi, fratelli e sorelle, c’è il Santo Padre che sin dai primi momenti non ha smesso di pregare per voi, e che oggi ha voluto farsi particolarmente vicino a voi, oltre che con la presenza mia e del suo segretario particolare, mediante un suo messaggio.
Ci inchiniamo dinanzi all’enigma indecifrabile della morte che però è anche occasione preziosa per capire quale sia il valore e il senso vero della vita. La morte ci fa toccare con mano che tutto in un attimo può cessare – sogni progetti, speranze. Tutto finisce; solo resta l’amore. Resta solo Dio che è Amore. In quest’ora di dolore e di smarrimento profondo, è la Parola di Dio a sostenere la nostra fede, a confortarci e ad assicurarci che nulla può vincere la forza dell'amore. Nulla può contro l'amore, questo grido del cuore che regge l'urto dello spazio e delle distruzioni, perché noi non siamo fatti per la morte, siamo fatti per la vita. Gesù stesso ha detto: "Sono venuto perchè abbiano la vita, e l'abbiano in sovrabbondanza". A Gesù che ha pianto davanti alla morte di Lazzaro, suo amico, rivolgiamo la richiesta accorata di aumentare la nostra fede. Ci aiuti a trasformare questa morte in un atto di fede, di speranza e di amore, amore che si fa condivisione e fraternità.
A tenerci uniti in quest’ora di dolore - come popolo in cammino verso l'Eternità - è la consolazione che ci viene dalla fede, quel dolce sollievo che procura l'incontrare il volto dell'Uomo della Croce, quella vicinanza amorevole con tutti i crocifissi della storia che stanno attendendo l'inaugurazione della Gerusalemme Celeste dove tutte le cose ritrovano la loro bellezza originaria e dove le lacrime verranno asciugate e “non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perchè le cose di prima sono passate” (Ap 21). Penso a tutto questo e sento nascere la speranza nel cuore perchè s'avverte già nell'aria che sotto le macerie c'è la voglia di ripartire, di ricostruire, di tornare a sognare. Scriveva il profeta Isaia: un giorno “ricostruiranno le vecchie rovine, rialzeranno gli antichi ruderi, restaureranno le città desolate, devastate da più generazioni” (Is 61,4). E si tornerà con più forza, con più coraggio a ridare vita a questi luoghi; con la forza e la dignità d’animo che vi contraddistingue.
Quest’oggi, Venerdì Santo, tutta la Chiesa piange il suo Re Crocifisso. Dopo quell'urlo sulla croce - “Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato” (Mc 15,34) - rimase il silenzio. Un silenzio lungo e faticoso, pieno di dubbi e d'angoscia. Il silenzio dell'uomo invaso dal dolore ma anche il silenzio di Dio. Dio può sembrare assente, il dolore può apparire una forza bruta e senza senso, le tenebre degli occhi pieni di pianto sembrano spegnere anche i più timidi raggi di sole e di primavera. Eppure è proprio mentre si fa provocatrice la domanda: “dov'è il tuo Dio?” (Sal 42,4) che sentiamo emergere dal profondo la certezza dell'intervento amorevole di Dio. Il nostro è un Dio che ha passione per l'uomo; un Dio che soffre con noi e per noi; un Dio che sceglie il silenzio per accasarsi tra le braccia di chi, soffrendo, si sforza di tenere accesa la fiaccola della speranza
Cari fratelli e sorelle, dopo il silenzio di questo Triduo che tanto c'interroga e ci consola, dopodomani celebreremo la Pasqua. Sarà la vostra Pasqua, una Pasqua che rinascerà ancora una volta dalle macerie di un popolo tante volte provato nella sua storia. E sarà come nascere una seconda volta, all’ascolto delle parole dell’Angelo: “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. E' risorto, come aveva detto” (Mc 28,5).
Riprendiamo dunque il cammino, fratelli e sorelle, insieme a Maria, portando insieme il dolore dell'incolmabile assenza dei defunti, con una presenza più assidua, fraterna e amichevole presso le loro famiglie, ancor più autenticamente diventate le nostre famiglie, nella grande famiglia dei figli di Dio. Grazie all’aiuto materno della Madonna cercheremo di trarre dalla morte una lezione di vita autenticamente cristiana. E sorretti dalla sua intercessione non temeremo le difficoltà che pur sono davanti a noi. Ci aiuti Lei, la Stella della Speranza, a conservare salda la fiducia in Dio e in noi stessi, certi che un giorno rivedremo anche questi nostri cari defunti che ci hanno anticipato nell'avventura verso il Cielo. Per essi ripetiamo la preghiera che tante volte abbiamo recitato: “l'eterno risposo dona loro, o Signore. E splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen”.

© Copyright Radio Vaticana

4 commenti:

Carla ha detto...

Buon giorno, solo adesso , dopo l'angoscia di questi giorni per l'immane tragedia che ha colpito i nostri fratelli in Abruzzo, e dopo la lettura di questa grande Omelia, realizzo di nuovo, più lucidamente, la vicinanza e l'abbraccio consolatorio, nel dolore, di Dio fatto Uomo, nonchè la Speranza, che ci dà la forza di andare avanti e ricominciare. Saluti cari a tutti voi del blog. Carla

Raffaella ha detto...

Grazie, Carla :-)

paola ha detto...

sì per noi abruzzesi è stata una settimana santa terribile anche perchè le scosse ci sono ancora e sperimentiamo un'impotenza assoluta si tratta di una tragedia immane non so come potremo rialzarci.Ho trovato bellissimo che il Papa oltre agli oli sacri abbia inviato un calice è un pò condividere con noi il calice del sacrificio con Cristo. Pregate per noi

Raffaella ha detto...

Ti siamo vicini, carissima amica!
R.