martedì 7 aprile 2009
Papa Ratzinger: «Basta stragi di immigrati in mare» (Monteforte)
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Su segnalazione di Elisabetta leggiamo:
Papa Ratzinger: «Basta stragi di immigrati in mare»
A pochi giorni dall’ultimo naufragio nel Mediterraneo dei barconi provenienti dalla Libia, il Pontefice lancia un nuovo appello all’Europa. Sulla scia di quello già inviato a Brown in occasione del G20.
ROBERTO MONTEFORTE
Basta con le tragedie del mare.
Con voce segnata dalla commozione papa Benedetto XVI ieri all’Angelus ha ricordato le ultime vittime dell’immigrazione: i «fratelli e le sorelle africani» che hanno perso la vita pochi giorni fa nei barconi affondati nel Mediterraneo mentre dalla Libia cercavano di raggiungere l'Europa.
In una piazza san Pietro affollata da centomila fedeli, moltissimi i giovani, nella domenica delle Palme con cui si apre la «Settimana Santa», il Papa oltre a denunciare chi non ha ancora sottoscritto gli accordi contro l’uso delle micidiali mini antiuomo e a grappolo, ha richiamato i doveri di solidarietà e giustizia dell’Europa e con essa di tutto il mondo industrializzato, verso l’Africa.
«Non possiamo rassegnarci a simili tragedie che purtroppo si ripetono da tempo» ha affermato, invocando «urgenti strategie coordinate» tra Ue e Stati africani per «impedire che questi migranti ricorrano a trafficanti senza scrupoli». Un richiamo non generico quello del pontefice che ieri, oltre a pregare per le vittime, ha osservato come il fenomeno della migrazione sarà «ulteriormente aggravato dalla crisi globale» e troverà soluzione «solo quando le popolazioni africane, con l'aiuto della comunità internazionale, potranno affrancarsi dalla miseria e dalle guerre».
Insiste sull’«ermergenza Africa», Papa Benedetto XVI.
Un concetto già espresso con chiarezza durante nel suo recente viaggio in Africa e ribadito nel messaggio inviato in occasione del del G 20 al premier inglese Gordon Brown.
Un concetto che ieri è stato presente anche nella omelia tenuta dal pontefice in piazza san Pietro.
«Contro mali e ingiustizie non bastano pie frasi» ha affermato. Quindi il Papa «teologo» ha richiamato alla coerenza il credente chiedendo di vivere ogni giorno la scelta dell’«amore disinteressato». Ha spronato a non rinchiudersi in «un mondo fittizio», A non restare chiusi in se stessi perché «l’universalità del Regno di Dio abbraccia tutto il mondo».
necessari rinunce e sacrifici
Ha ricordato come questo sia possibile perché non si tratta della «regalità di un potere politico», ma di una «libera adesione d'amore» che risponde a quello di Gesù Cristo «che si è donato per tutti». In tempi pasquali il Papa ha richiamato il mistero della Croce e l’universalità della Chiesa per riaffermarne una conseguenza da trarne: «Nessuno può porre come assoluto se stesso, la sua cultura e il suo mondo. Ciò richiede che tutti ci accogliamo a vicenda, rinunciando a qualcosa di nostro». Da qui la sua osservazione, provocatoria per la cultura contemporanea: «Non esiste una vita riuscita senza sacrificio».
Il pontefice l’ha fatta seguire da una riflessione personale. «Se getto uno sguardo retrospettivo sulla mia vita personale proprio i momenti in cui ho detto sì ad una rinuncia sono stati i momenti grandi ed importanti della mia vita».
La cerimonia si è conclusa con la consegna della Croce «simbolo» della Giornata mondiale della gioventù dai ragazzi di Sidney a quelli di Madrid, che l’ospiteranno nel 2011.
© Copyright L'Unita', 6 aprile 2009
Molto bello questo articolo...
R.
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1 commento:
Davvero bello questo articolo, se poi consideriamo la testata che lo ha pubblicato diventa anche sorprendente. Certo quando il Papa tocca temi cari alla sinistra, come l'immigrazione, è sempre ben accolto; però la parte finale dell'articolo, con il riferimento alla parte dell'omelia in cui il Santo Padre ha parlato del sacrificio con quel tenero e forte riferimento autobiografico(omelia fantastica), mi fa apprezzare l'onestà intellettuale e credo che forse non è strumentale, ma di fronte a tanta grandezza neanche l'Unità poteva tacere. Sono contenta. Maria Pia
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