martedì 7 aprile 2009

Il Pontefice ricorda le vittime degli sbarchi: non possiamo rassegnarci a simili tragedie (Vecchi)


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Gian Guido Vecchi

CITTÀ DEL VATICANO

«Vorrei ricordare con grande pena i nostri fratelli e sorelle africani che pochi giorni fa hanno trovato la morte nel Mare Mediterraneo, mentre cercavano di raggiungere l’Europa».

In piazza San Pietro e più oltre ci sono centomila fedeli arrivati per la celebrazione solenne della Domenica delle Palme, e all’Angelus Benedetto XVI torna a far sentire la sua voce alla comunità internazionale: «Non possiamo rassegnarci a tali tragedie che purtroppo si ripetono da tempo! Le dimensioni del fenomeno rendono urgenti strategie coordinate tra Unione Europea e Stati africani, come pure l’adozione di adeguate misure umanitarie, per impedire che questi migranti ricorrano a trafficanti senza scrupoli».
Già alla vigilia del G20 di Londra, il Papa aveva scritto una lettera a Gordon Brown invocando attenzione per l' Africa e «gli altri Paesi meno sviluppati».
Il mondo deve «volgere lo sguardo» al continente dimenticato e coinvolgerlo nelle decisioni, come ha detto nel suo viaggio in Camerun e Angola: «Le nazioni africane siano viste non solo come destinatarie dei piani e delle soluzioni elaborate da altri». Solidarietà, «primato dei poveri», distribuzione della ricchezza. Temi che preludono all’imminente enciclica sociale. Così ora Benedetto XVI ricorda gli affogati nel Mediterraneo e ripete: «Mentre prego per le vittime, perché il Signore le accolga nella sua pace, vorrei osservare che questo problema, ulteriormente aggravato dalla crisi globale, troverà soluzione solo quando le popolazioni africane, con l’aiuto della comunità internazionale, potranno affrancarsi dalla miseria e dalle guerre». Ieri è intervenuto anche il comitato nazionale immigrati in Italia: per chiedere «parità di diritti» contro i disegni di legge che «generano insicurezza».
Ma Benedetto XVI guarda al mondo intero, e tra l’altro chiede ai «Paesi che non lo hanno ancora fatto» di «firmare senza indugio» la convenzione Onu per mettere al bando mine antipersona e munizioni a grappolo: in Angola, incontrando i mutilati della guerra civile, ne aveva visto di persona gli effetti. Temi forti in un giorno di sole e festa, tra palme e ulivi e i giovani australiani che hanno consegnato la Croce della Gmg ai ragazzi spagnoli.
Aprendo i riti della Settimana Santa, Benedetto XVI ha spiegato che «non esiste una vita riuscita senza sacrificio».
E parlando di sé, il grande teologo che sognava forse di tornare ai suoi studi è sembrato accennare alla sua stessa elezione a pontefice: «Se getto uno sguardo retrospettivo sulla mia vita personale, devo dire che proprio i momenti in cui ho detto 'sì' ad una rinuncia sono stati i momenti grandi ed importanti della mia vita».

© Copyright Corriere della sera, 6 aprile 2009 consultabile online anche qui.

Veramente bello questo articolo!
R.

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