martedì 5 maggio 2009
Il coraggio della Fede: Benedetto XVI pellegrino in Terra Santa (Galeazzi)
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PELLEGRINAGGIO DEL SANTO PADRE IN TERRA SANTA (8-15 MAGGIO 2009): LO SPECIALE DEL BLOG
Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo:
Il coraggio della Fede: Benedetto XVI pellegrino in Terra Santa
di Giacomo Galeazzi*
CITTA’ DEL VATICANO
Benedetto XVI parte per la Terra Santa con tre obiettivi: il sostegno alle comunità cristiane, la promozione del processo di pace e del dialogo fra le parti in conflitto, la possibilità di dare impulso al dialogo interreligioso a Gerusalemme, città santa per le tre religioni del Libro.
Sulle orme di Paolo VI e Giovanni Paolo II, Joseph Ratzinger si farà pellegrino ai principali luoghi santi della fede per incoraggiare i cristiani di Terra Santa, che devono affrontare quotidianamente drammatiche difficoltà. Il Pontefice, come successore dell’apostolo Pietro, farà loro sentire la vicinanza e il sostegno di tutta la Chiesa. La visita in Giordania e Israele (8-15 maggio) sarà il viaggio, fino ad oggi, probabilmente il più impegnativo del pontificato.
Un viaggio difficile per gli intrecci storici, etnici, religiosi, nazionali di una terra sacra a tre religioni monoteiste e contesa tra due popoli; reso più difficile dalla cronaca recente, con l’operazione «Piombo fuso» contro Gaza che ha fatto migliaia di vittime, e l’insediamento in Israele di un governo di destra. La comunità dei cristiani di Terra Santa decresce continuamente a causa dell’emigrazione, e secondo stime approssimative comprende circa 170.000 persone, 50.000 nei territori palestinesi e a Gerusalemme est, 120.000 in Israele. In Giordania, invece, dove il Papa sarà dall’8 all’11 maggio, i cristiani sono il 3-4% della popolazione.
Il patriarca latino di Gerusalemme, Monsignor Fouad Twal, ha raccontato che le comunità cristiane si sono interrogate sulla opportunità che il Papa compisse il viaggio proprio in questo momento, e hanno dato risposta positiva, considerando il programma «ben bilanciato nei suoi momenti dedicati alla Giordania, alla Palestina e ad Israele».
Molti cristiani non hanno nascosto la preoccupazione che Benedetto XVI sia strumentalizzato dall’una o dall’altra causa e che le sue parole possano essere lette in chiave politica come legittimazione dell’una o dell’altra posizione. Qualche malumore tra i cristiani è diffuso anche per il rinvio a dicembre dei lavori della commissione mista Israele-Santa Sede che negozia l’Accordo economico sullo statuto della Chiesa cattolica, con una trattativa che si protrae da oltre dieci anni: chi, un po' ingenuamente, sperava che il viaggio del Papa desse la spinta risolutiva, è rimasto deluso. Intanto, un’immagine sorridente e benedicente del Pontefice affiancata dalle cartoline di cinque luoghi-simbolo della visita in Terra Santa, è il poster ufficiale dell’evento preparato dalla Assemblea degli Ordinari cattolici del posto.
«La Terra Santa dà il benvenuto a Sua Santità il Papa Benedetto XVI nel suo Pellegrinaggio in Terra Santa, 8-15 maggio 2009», si legge al centro del poster, in lingua inglese e in caratteri arabi, sullo sfondo di un mosaico. La composizione, incorniciata in bianco e giallo (i colori della bandiera del Vaticano), presenta nei due angoli in alto altrettanti medaglioni, l’uno con lo stemma pontificio, l’altro con quello del pellegrinaggio: una scena evangelica stilizzata con una citazione presa dal Vangelo di Matteo ("Tu es Petrus...") e l’annuncio delle date della visita riproposte in latino. In basso, a destra, spicca infine la fotografia del Papa, affiancata alle immagini della basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, della Natività di Betlemme, dell’Annunciazione di Nazareth, nonchè - entrambi in Giordania - dell’antico mosaico di Madaba e del sito in cui la tradizione ha individuato il luogo del Battesimo di Cristo. Il portavoce dell’Assemblea degli Ordinari di Terra Santa, Wadie Abunassar, ha confermato per il giorno 8 l’arrivo ad Amman, la visita al centro Regina Pacis e il colloquio del Pontefice con i sovrani di Giordania; per il 9 e il 10 gli altri incontri nel Paese arabo (incluse la visita nella moschea al-Hussein bin Talal e la Messa domenicale nello stadio di Amman); per l’11 il trasferimento in Israele, l’incontro con il presidente Shimon Peres e altre autorità e la visita allo Yad Vashem, il memoriale della Shoah; per il 12 la visita sulla spianata delle moschee di Gerusalemme e nella Cupola della Roccia con il Gran Muftì islamico, seguita dalla tappa al muro del pianto e dai colloqui con i vertici del Grande Rabbinato d’Israele; per il 13 la sosta a Betlemme e gli incontri con le autorità palestinesi (oltre che con la piccola comunità cristiana invitata dalla Striscia di Gaza); per il 14 la Messa nel nuovo anfiteatro realizzato sul fianco del Monte del Precipizio di Nazareth (attese 40.000 persone); e per il 15, infine, la partenza per Roma dopo una sosta al Santo Sepolcro e un incontro ecumenico col patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme.
"Non ho ricevuto obiezioni sulla visita del Papa il Terra Santa, men che meno da fratelli cattolici", spiega il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione delle Chiese orientali. Sono svanite, dunque, le perplessità, avanzate da alcune comunità arabo-cristiane circa la visita di Benedetto XVI in Terra Santa in questo momento, con l’operazione «piombo-fuso» ancora fresca e con la formazione del governo Nietanyahu «Possono esserci magari opinioni diverse sulla visita, ma non sul fatto - ha aggiunto il porporato - che il successore di Pietro si rechi in Terra Santa». Secondo il Cardinale Sandri, il viaggio di Ratzinger non solo «porterà speranza» fra le popolazioni mediorientali ma «sarà anche uno stimolo per coloro che tentato di superare i conflitti e le difficoltà» della vita. Sandri ha inoltre sottolineato che la Terra Santa «era un desiderio di Benedetto XVI fin dall’inizio del suo pontificato», un viaggio che si concretizza soltanto adesso perchè prima ha dovuto fare altri viaggi già programmati. «Ma recarsi in Terra Santa è da sempre il suo desiderio più grande». Dunque, il Papa si accinge a compiere il viaggio più atteso e forse più impegnativo finora del suo pontificato, concorda il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi. «Sappiamo - osserva il gesuita - quanto la situazione politica nell’area sia incerta, quanto le prospettive di pacificazione siano fragili. Ma il Papa si mette in cammino ugualmente, con un coraggio ammirabile che si fonda sulla fede, per parlare di riconciliazione e di pace». Alla Chiesa, Lombardi chiede di «accompagnare» Benedetto XVI non solo con la preghiera, ma anche con una «mobilitazione spirituale».
*Giornalista, vaticanista del quotidiano ‘la Stampa’
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1 commento:
http://www.stpauls.it/fc/0919fc/0919fc34.htm
=D
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