martedì 5 maggio 2009

Attesa in Israele per il viaggio del Papa e ottimismo in Vaticano (Eco di Bergamo)


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Attesa in Israele per il viaggio del Papa e ottimismo in Vaticano

CITTÀ DEL VATICANO

Ottimismo in Vaticano e in Israele sul viaggio del Papa in Terra Santa: il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman in visita a Roma segnala la «grandissima importanza» del viaggio per la cui riuscita il governo israeliano sta facendo «il massimo sforzo». A suo avviso l'evento produrrà «dialogo che possa essere da stimolo ad un confronto tra islam ed ebraismo».
Da Gerusalemme intanto il delegato apostolico monsignor Antonio Franco sottolinea che il caso Williamson è «sepolto, risolto e chiarito» e la polemica su Pio XII «non è in agenda» nel viaggio papale.
Monsignor Franco dà voce alle aspettative del Vaticano che la missione del Papa in Terra Santa - da venerdì prossimo 8 maggio a venerdì 15 - non inciampi in incidenti, ma consolidi sia il dialogo con l'ebraismo che le relazioni con Israele. Nonostante le recenti incomprensioni - in particolare le dichiarazioni negazioniste del vescovo lefebvriano Richard Williamson - il Papa e la Santa Sede sono certi che il dialogo proseguirà sui binari tracciati dal Concilio: nella lettera ai vescovi dopo il caso Williamson Benedetto XVI ha detto grazie «agli amici ebrei» che - meglio di tanti cattolici che hanno «pensato di dovermi colpire con un'ostilità pronta all'attacco» - «hanno aiutato a togliere di mezzo prontamente il malinteso e a ristabilire l'atmosfera di amicizia e di fiducia che, come al tempo di Papa Giovanni Paolo II, anche durante tutto il periodo del mio pontificato è esistita e, grazie a Dio, continua ad esistere».
In effetti quando viene eletto Papa, Joseph Ratzinger è già noto al mondo ebraico per aver dato sostegno teologico a tutte le aperture di Giovanni Paolo II verso l'ebraismo, dall'allacciamento delle relazioni diplomatiche con Israele, al mea culpa giubilare, alla teologia della comune Alleanza.
Al dialogo con l'ebraismo Papa Ratzinger dedica una serie di passi nei primi mesi di pontificato, che culminano con la visita alla sinagoga di Colonia, in agosto, nel suo primo viaggio internazionale, mentre la prima udienza a rappresentanti di altra fede è quella all'International Jews Committee, del 9 giugno 2005. Ancora prima, commemorando in maggio il predecessore Giovanni Paolo II 19 maggio 2005 Benedetto XVI definisce «provvidenziale» che a un Papa polacco sia succeduto un Papa tedesco, invitando a «non dimenticare le atrocità» del nazismo e richiamando il dovere di ricordare «soprattutto ai giovani» dove porta la violenza di chi schiaccia l'uomo.
E il Papa tedesco, lavorando da sempre a relazioni di stima con il popolo ebraico, ha costellato il suo pontificato di segni e parole in questo senso. Dopo Colonia ha arricchito i suoi viaggio internazionali di incontri con il mondo ebraico e visite alle sinagoghe, come a New York, o a luoghi simbolo, come Auschwitz e la Judenplatz di Vienna. Nel 70° anniversario della «Notte dei Cristalli» - in cui i nazisti cominciarono lo sterminio degli ebrei, il 9 novembre 2008, Papa Ratzinger ha detto di provare ancora oggi dolore «per quanto accadde in quella circostanza».
E a Gerusalemme, come fece Papa Wojtyla toccando il cuore degli ebrei, anche Benedetto XVI lascerà una preghiera tra le pietre del Muro del Pianto. Papa Benedetto XVI non si recherà invece in Iraq come sostiene il giornale di stato iracheno «al Sabah»: la smentita arriva dalla Sala stampa vaticana.

© Copyright Eco di Bergamo, 5 maggio 2009

2 commenti:

Scenron ha detto...

Cara Raffaella, trovi il calendario completo delle dirette del viaggio su Telepace qui:

http://www.telepace.it/programmi.php?x=1241474403

:-)

Raffaella ha detto...

Sei un angelo, Scenron :-)
R.