sabato 9 maggio 2009

In moschea il secondo atto di Ratisbona (Giorgio Bernardelli)


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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo:

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In moschea il secondo atto di Ratisbona

di Giorgio Bernardelli

Ore 15: Quel dialogo franco in moschea

Il discorso di Ratisbona era il grande fantasma che aleggiava sulla vigilia dell'incontro di questa mattina in moschea ad Amman. E puntualmente si è materializzato.
Sia nelle parole del principe Ghazi bin Talal, sia - pur senza nominarlo - nel discorso di Benedetto XVI.

È stato dunque un dialogo estremamente franco, di quelli che piacciono a Joseph Ratzinger.

Quello del promotore della lettera dei 138 non è stato un saluto, ma un discorso vero e proprio.
Ed è stato molto franco: ci ha tenuto a mettere i puntini sulle i su un paio di cose. Ha detto esplicitamente che la lettura del profeta Muhammad offerta nella citazione utilizzata da Benedetto XVI a Ratisbona è sbagliata, riconoscendo però che il Papa ha mostrato in più di un'occasione il suo rispetto per i musulmani. Poi - dopo aver magnificato il modello giordano di convivenza tra cristiani e islamici - non ha mancato di far notare che ci sono alcuni posti dove i cristiani sono maggioranza e le cose non vanno nello stesso modo.
In particolare ha citato il caso di Mindanao, nelle Filippine.

Detto questo, però, ha anche aggiunto un elogio sul Papa su cui forse molti cristiani dovrebbero riflettere: ha detto che la forza di Benedetto XVI sta nella sua capacità di parlare secondo la propria coscienza, senza preoccuparsi di rincorrere le mode.

Poi è toccato al Papa.
E qui la cosa più interessante è che nell'ultima parte del discorso (clicca qui per leggere il testo integrale) Benedetto XVI ha ripetuto quello che era il cuore del discorso di Ratisbona.
E cioè che «quando la ragione umana umilmente consente ad essere purificata dalla fede non è per nulla indebolita; anzi, è rafforzata nel resistere alla presunzione di andare oltre ai propri limiti».
Dunque la ragione non è nemica della fede. Ed è in forza della ragione che cristiani e musulmani sono «sospinti a cercare tutto ciò che è giusto e retto». Come pure è la ragione che ci permette di smascherare chi manipola a fini politici la religione per farne «il catalizzatore reale delle tensioni e delle divisioni e non di rado anche delle violenze nella società».
Provate a rileggere a questo link il discorso di Ratisbona del 2006: vi accorgerete che - al di là della citazione contestata di Manuele II il Paleologo - proprio questo era il centro del messaggio.

Oggi, dunque, Benedetto XVI ha spiegato il discorso di Ratisbona ai musulmani. Il problema, però, è che nel 2006 non fu solo il mondo islamico a non comprendere.

Ne abbiamo avuto la conferma questa mattina leggendo sul Corriere della Sera l'intervista a Daniel Pipes, che si dice deluso dalle parole del Papa sull'islam (in sostanza dice che è diventato «buonista») e auspica un'enciclica in cui venga fuori il Ratzinger vero (che è poi quello che piace a lui).
Quanto non era vero nel 2006 che per il Papa l'islam fosse una religione irrecuperabile, tanto oggi Benedetto XVI non è convinto che bastino un po' di strette di mano per risolvere incomprensioni vecchie di secoli.
Il dialogo vero ha bisogno di una ragione aperta all'Assoluto. Vale per i musulmani, ma anche per i guru del pensiero neocon.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

é proprio vero: il Papa è grande perchè non predica di fare il dialogo, semplicemente lo fa, va a fondo alle questioni! Davvero rimarchevole che sia stato un principe musulmano a capire perfettamente Benedetto XVI! Noi cristiani dovremmo svegliarci!

Ciao Raffaella, anche se sembro assente, ci sono e cerco di leggere... Continua così! Marco

euge ha detto...

Caro Marco purtroppo, pare che proprio i cristiani dormano sonni profondi in questo senso.
Anche perchè seguire, capire e mettere in pratica ciò che Benedetto XVI dice e sottolinea senza tanti se e senza tanti ma, è diffcile e molte volte scomodo.
Spesso, è molto più comodo dormire sonni tranquilli e che se la sbrighino gli altri. E' triste dire queste cose ma, nella maggior parte dei casi è proprio così.