martedì 21 luglio 2009

Se un Papa dimostra la sua grandezza impersonando l'umiltà nei piccoli gesti: Benedetto XVI ha rivelato la statura eccezionale (Piccinelli)


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Benedetto XVI ha rivelato la statura eccezionale nel suo essere uno di noi

Se un Papa dimostra la sua grandezza impersonando l'umiltà nei piccoli gesti

Franco Piccinelli

Tanto più si amano le persone quanto più i loro comportamenti si umanizzano pur se simbolicamente eccelsa ne è la figura. Perciò Papa Benedetto nel recente fine settimana ci è parso di statura eccezionale nel suo essere uno di noi. Non, prestandosi all'umiltà: ma spontaneamente impersonandola nel trascorrere della quotidianità, in parte imprevedibile, in parte rigidamente programmata.
Del resto non si ricordano Papi che abbiano scelto località marine per riposarsi, stanti le opposte immagini suscitate dai contrapposti luoghi. Le vette richiamano alla spiritualità, alla contemplazione pur se ugualmente vasti sono gli orizzonti acquatici. Sembrano persino dilatare il tempo prefissato per la scrittura avendo in mente un progetto ambizioso qual è la vita di Gesù. E nella vacanza i piccoli ma puntuali preparativi con la Comunità di Romano Canavese, per un giorno elevata a centro della cattolicità.
Romano Canavese grazie alla vicinanza con la sede della villeggiatura valdostana, ma anche, soprattutto anzi, perché è il paese natale di Tarcisio Bertone il cardinale che qui nacque predestinato a meritarsi la fiducia di Ratzinger, Prefetto dell'ex Sant'Uffizio: l'uomo illuminato e sempre sorretto dall'insegnamento di Don Bosco. Quindi salesiano d'animo, di nutrimento, d'aspetto. Volto radioso di chi non nasconde i propri sentimenti, contrariamente a quanto fanno di solito i preti fuorviati sui propri stati d'animo dalle confidenze degli animi altrui.
Il percorso che ora farete con me non si discostad'un passo dal vero.
Detto in sintesi: «Santità, se veniste per l'Angelus a Romano che è due passi da Les Combes? Una breve deviazione, e il mio animo proverebbe l'emozione più grande, dopo quella della prima Messa nella medesima chiesa».
«Perché no? Stando così le cose, si può fare. Se è un onore, ve lo siete meritato in lunghi anni di comune lavoro, e in questi ultimi come Segretario di Stato. Va bene così?».
E per Bertone ebbe principio l'effervescenza d'un cuore rimasto, dopo sessant'anni, quello dello studente di terza media nell'Oratorio Salesiano di Torino, a fianco della Basilica di Maria Ausiliatrice, nei palazzi in porfido che ospitarono per un secolo la Casa Madre della Congregazione.
Il cuore infantile che scruta, discerne, intuisce e agisce: costretto alla diplomazia di cui tuttavia farebbe a meno volentieri. E dopo il sì di Ratzinger, il pensiero a dove il Beatissimo ospite avrebbe pranzato, perché comunque i ritmi biologici hanno le loro esigenze, e scandiscono ore non soltanto canoniche in senso stretto.
Il Cardinale viene da una famiglia numerosa, otto tra fratelli e sorelle inizialmente, ancora ci sono parecchie donne abilissime nel dare corso alle antiche ricette rurali. E c'è uno stuolo di nipoti d'ogni età, di pronipoti che anelano a imparare la poesiola, due poesiole, anche tre se bisogna contetarli proprio tutti e se Sua santità avrà pazienza. Un pranzo di mezzogiorno in una casa privata, in un piccolo paese, le due più alte autorità della Chiesa...
Poi, d'improvviso, tutto il sogno sembra spezzarsi, assieme al polso destro fratturato nella caduta. Ma i miracoli sono possibili, quando di Lassù approvano. Così i frammenti dell'osso ricomposti, l'arrivo in paese, l'entusiasmo canavesano, il dialogo quasi a confidenze tra gli infiniti che vogliono toccare la mano del Papa, senza nemmeno particolari riverenze: come avviene fra amici, con il più importante ma pur sempre fragile al pari di ciascuno d'essi, con quel tutore all'avambraccio.
E ancora più umanizzante la dichiarata attesa che si liberasse la sala operatoria, il riconoscimento di bravura a ortopedici e infermieri d'un eccellente ospedale pur sempre di provincia. Come avrebbe fatto un patriarca contadino, perciò amatissimo, nel giorno della dimissione.
Davvero. Un Papa come Benedetto è una benedizione. Da volergli un mondo di bene.

© Copyright Gazzetta del sud, 21 luglio 2009

Bellissimo :-))
R.

8 commenti:

laura ha detto...

commovente e stupendo. Papa Benedetto è un Santo.

Antonio ha detto...

Davvero bello...
Ecco il nostro Santo Padre amatissimo!

Anonimo ha detto...

Concordo con tutti voi, inizia davvero bene questa giornata, con un articolo così. anche quel polso rotto, certamente quanto meno noioso, diventa per noi una formidabile catechesi di Benedetto XVI. Maria Pia

Anonimo ha detto...

Papa Benedetto XVI un vero grande Uomo di Dio!!!!

li.pa.

euge ha detto...

Davvero. Un Papa come Benedetto è una benedizione. Da volergli un mondo di bene.



E noi ..................

TI VOGLIAMO UN MARE DI BENE!

- SEMPRE CON BENEDETTO XVI -

Roberto ha detto...

"Volto radioso di chi non nasconde i propri sentimenti, contrariamente a quanto fanno di solito i preti fuorviati sui propri stati d'animo dalle confidenze degli animi altrui".
Verissima questa considerazione sul Cardinal Bertone che nel suo sorriso pacifico, rispecchia proprio questo: il tenere nel proprio animo solo la luce di Dio.
E' un insegnamento per noi....
Grazie al Santo Padre che ci fa conoscere sempre da vicino la verità di Gesù, nell'umiltà e nell'amore..

gianniz ha detto...

L'insegnamento che ho tratto dall'esperienza del Santo Padre all'ospedale di Aosta è proprio questo. Il Santo Padre, nonostante l’apparato vaticano che si muove pomposamente attorno a lui, non si atteggia a grande della Terra (pur essendolo) ma pone la sua grandezza nei gesti, piccoli, umili, ma pieni di senso, di ogni giorno; gesti pazienti, cortesi, saggi, misericordiosi, tolleranti, sorridenti, ottimisti, fiduciosi, senza alcuna enfasi... in una parola: gesti evangelici.
Il suo modo di essere, non solo le sue parole, trasudano Verità. Insegnano a tutti noi quasi, o forse più, delle sue parole.

euge ha detto...

per gianniz:


Non potevi dare definizione migliore :-)))))