domenica 6 settembre 2009

Il vescovo di Viterbo: Papa Ratzinger vuole una Chiesa impegnata per la comunione (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

PAPA A VITERBO: VESCOVO, RATZINGER VUOLE CHIESA IMPEGNATA PER COMUNIONE

(AGI) - Viterbo, 5 set.

(di Salvatore Izzo)

Otto secoli fa Viterbo fu sede papale in un periodo storico carico di tensioni per le lotte tra guelfi e ghibellini. E tensioni, quelle culminate con le dimissioni di Dino Boffo dalla direzione di Avvenire, hanno segnato di fatto anche la preparazione della visita che Benedetto XVI compira' domani nell'Alto Lazio: in mattinata celebrera' la messa a Viterbo, precisamente nella spianata denominata valle Faul, dove e' stato preparato un grande palco su due livelli con una copertura in legno lamellare che ha la forma di una conchiglia aperta; nel pomeriggio si spostera' nella localita' di Bagnoregio che custodisce i resti di San Bonaventura, il francescano e dottore della Chiesa che ha continuato nella linea di Sant'Agostino, nella quale si pone con la sua elaborazione teologica anche Joseph Ratzinger.
C'e' attesa per il breve incontro che il Pontefice avra' con il sottosegretario Gianni Letta, ma soprattutto c'e' attesa per le parole che pronuncera' nei diversi discorsi, rivolti - come in ogni viaggio in Italia - ai fedeli locali ma anche a tutta la comunita' nazionale.
Lungo le strette vie del centro di Viterbo le bandiere bianche e gialle hanno adornato i palazzi che sono di grande valore artistico e religioso e ricordano che questa e' la "Citta' dei Papi", sede del primo Conclave della storia che nel 1271, dopo 33 mesi di sede vacante, porto' all'elezione del Beato Gregorio X.
Altri cinque Pontefici vi furono poi eletti, di cui quattro sono qui sepolti.
Il vescovo di Viterbo, mons. Lorenzo Chiarinelli ha sottolineato alla Radio Vaticana che davanti ai "momenti di difficolta'" il Papa vuole proporre "la Chiesa come segno di comunione nella societa' e nella storia, perche' la Chiesa - ha ricordato il presule - e' fraternita', e', come diceva il Concilio, 'Imago Trinitatis' e allora le relazioni vanno recuperate.
Ma insieme - ha aggiunto - l'altra espressione del Concilio, spazio di vera fraternita', e' costruire questa realta' nuova, in cui l'altro e' come te nella solidarieta' e nella comunione con gli altri".
Il vescovo ha anche confidato - in un'intervista ad Avvenire - che il Papa e' stato "attirato" nella sua diocesi proprio dall'opportunita' di riprendere il filo delle riflessioni avviate nell'aprile del 2007 a Pavia, dove aveva reso omaggio alle reliquie di Sant'Agostino.
"La fede - ha commentato mons. Chiarinelli - e' una sfida per l'intelligenza, Benedetto XVI lo ha detto, ma la fede e' amica dell'intelligenza, solo che l'intelligenza deve aprire i suoi spazi. Questa apertura alla trascendenza che nella realta' bonaventuriana e nella meditazione che Joseph Ratzinger ha fatto sulla teologia della storia di Bonaventura diventa una provocazione, ma anche a mio parere un appello molto forte per la cultura contemporanea".
Proprio alla vigilia della visita a Viterbo, la Sala Stampa della Santa Sede ha diffuso il testo di un messaggio scritto da Benedetto XVI in vista della Giornata Missionaria Mondiale che sara' celebrata il prossimo 18 ottobre.
Violenze e intimidazioni non fermano la missione evengelizzatrice della Chiesa, un mandato che e' stato conferito da Gesu' Cristo, ricorda il Pontefice nel testo. "Non sono pochi - denuncia - quelli che attualmente sono messi a morte a causa del suo Nome", mentre numerosi "missionari e missionarie si trovano a testimoniare e diffondere il Regno di Dio in situazioni di persecuzione, con forme di oppressione che vanno dalla discriminazione sociale fino al carcere, alla tortura e alla morte". Davanti a tutto questo Papa Ratzinger ricorda la promessa evangelica che "la dispersione, la molteplicita', il conflitto, l'inimicizia saranno rappacificate e riconciliate mediante il sangue della Croce, e ricondotte all'unita'". "La missione della Chiesa - scrive - e' quella di contagiare di speranza tutti i popoli. Per questo Cristo chiama, giustifica, santifica e invia i suoi discepoli ad annunciare il Regno di Dio, perche' tutte le nazioni diventino Popolo di Dio".
"La missione e il servizio della Chiesa - ricorda il Pontefice - non sono a misura dei bisogni materiali o anche spirituali che si esauriscono nel quadro dell'esistenza temporale, ma di una salvezza trascendente, che si attua nel Regno di Dio". Ma serve anche una solidarieta' fattiva per far fronte alle esigenze delle comunita' cristiane piu' povere. "Invito, allo stesso tempo, tutti - conclude infatti il Papa teologo - a dare un segno credibile di comunione tra le Chiese, con un aiuto economico, specialmente nella fase di crisi che sta attraversando l'umanita', per mettere le giovani Chiese locali in condizione di illuminare le genti con il Vangelo della carita'".

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