domenica 6 settembre 2009

Mons. Crociata: I cattolici italiani debbono evitare di cadere in una "sindrome da assedio" (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo:

CEI: CROCIATA IN CONTINUITA' SUL RUOLO DEI CATTOLICI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 5 set.

I cattolici italiani debbono evitare di cadere in una "sindrome da assedio, propria di chi vede attorno a se' nemici e minacce alla fede e alla Chiesa".
Lo raccomanda il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata. Il vescovo e' intervenuto a un Convegno promosso dall'Azione Cattolica, la maggiore associazione ecclesiale del nostro Paese, alla quale ha ribadito gli "Orientamenti pastorali" che all'inizio del primo decennio del nuovo millennio hanno confermato "il carattere popolare" della Chiesa Italiana, contraddistinto "dalla non separatezza della condizione di vita dei credenti dal resto della societa' e insieme dalla qualita' alta della tensione interiore e della coerenza esteriore". L'invito del segretario Cei e' dunque a un atteggiamento di "simpatia/empatia" che porti a un confronto costruttivo con le altre istanze sul piano della cultura (ed e' la linea del Progetto Culturale promosso dalla Cei dopo il Convegno di Palermo e confermato tre anni fa a Verona) e insieme a una "resistenza" che non e' opposizione a qualcuno, quanto una difesa del "senso dell'umano nella sua irriducibile peculiarita', che sembra oggi variamente minacciato nei vari ambiti dell'etica e della bioetica, dell'economia e della giustizia sociale, della crescita delle nuove generazioni e del senso della dignita' delle persone, del significato e del valore dei rapporti tra le persone e l'ambiente".
"Bisogna vigilare - ha esortato i dirigenti dell'Azione Cattolica - sulla tentazione di ridurre la fede alla dimensione privata, ma anche su quella opposta di adagiarsi sul mantenimento di un ambiente socio-culturale con tratti religiosi e piu' o meno vagamente cristiani, secondo una prospettiva da religione civile".
"Una Chiesa di popolo - ha scandito - e' chiamata a farsi carico inseparabilmente della propria vita e della comunita' umana in cui e' inserita, condividendone 'angosce e speranze', anzi interpretandole e orientandole verso una assunzione risoluta e feconda". "Il processo in atto - ha rilevato infatti Crociata - ci fa assistere al lento defigurarsi del cristianesimo tradizionale, al cambiamento della sua forma tramandata o, ancora, al suo graduale restringersi a fasce sempre piu' ristrette di gruppi e persone".
Ma siamo anche davanti alla "persistenza del cattolicesimo, comprensivo in forme deboli di una qualche rilevanza ecclesiale, nel sentire di fondo della societa' italiana".

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