lunedì 14 settembre 2009

La Chiesa celebra l’Esaltazione della Santa Croce. Benedetto XVI: Cristo crocifisso mostra agli uomini che l’amore di Dio è più forte della morte


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Il Papa: "La fedeltà del servo di Gesù Cristo consiste proprio anche nel fatto che egli non cerca di adeguare la fede alle mode del tempo. Solo Cristo ha parole di vita eterna, e queste parole dobbiamo portare alla gente. Esse sono il bene più prezioso che ci è stato affidato. Una tale fedeltà non ha niente di sterile e di statico; è creativa...Fedeltà non è paura, ma è ispirata dall’amore e dal suo dinamismo" (Omelia Ordinazioni Episcopali)

La Chiesa celebra l’Esaltazione della Santa Croce. Benedetto XVI: Cristo crocifisso mostra agli uomini che l’amore di Dio è più forte della morte

La Chiesa celebra oggi la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Una ricorrenza, ha detto ieri il Papa all’Angelus, che ci spinge a “testimoniare la nostra fede con una vita di umile servizio, pronti a pagare di persona per rimanere fedeli al Vangelo della carità e della verità”. In questo servizio di Alessandro Gisotti, ripercorriamo alcuni insegnamenti di Benedetto XVI sulla centralità della Croce nella vita di ogni cristiano:

“Il segno della Croce è in qualche modo la sintesi della nostra fede perché ci dice quanto Dio ci ha amati; ci dice che, nel mondo, c’è un amore più forte della morte”: il 14 settembre di un anno fa, Benedetto XVI sottolinea così il significato della Festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Il Papa è in pellegrinaggio a Lourdes, un luogo dal quale Maria ci invita “ad alzare gli occhi verso la Croce di Gesù per trovarvi la sorgente della vita, la sorgente della Salvezza”. “Per essere guariti dal peccato, guardiamo il Cristo crocifisso!”, esortava Sant’Agostino. La Chiesa, afferma il Pontefice in quell’occasione, ci invita “ad elevare con fierezza questa Croce gloriosa affinché il mondo possa vedere fin dove è arrivato l’amore del Crocifisso per gli uomini”. Per questo, il segno della Croce è “il gesto fondamentale della preghiera del cristiano”:

“Segnare se stessi con il segno della Croce è pronunciare un sì visibile e pubblico a Colui che è morto per noi e che è risorto, al Dio che nell’umiltà e debolezza del suo amore è l’Onnipotente, più forte di tutta la potenza e l’intelligenza del mondo” (Angelus, 11 settembre 2005).

“Quale mirabile cosa è mai il possedere la Croce! Chi la possiede, possiede un tesoro”, affermava Sant’Andrea di Creta. Eppure, per il mondo la Croce è scandalo, un patibolo infamante. Ma, spiega il Papa, i cristiani “non esaltano una qualsiasi croce, ma quella Croce che Gesù ha santificato con il suo sacrificio, frutto e testimonianza di un immenso amore”:

“Cristo sulla Croce ha versato tutto il suo sangue per liberare l'umanità dalla schiavitù del peccato e della morte. Perciò, da segno di maledizione, la Croce è stata trasformata in segno di benedizione, da simbolo di morte in simbolo per eccellenza dell'Amore che vince l'odio e la violenza e genera la vita immortale” (Angelus, 17 settembre 2006).

Benedetto XVI sottolinea inoltre il legame indissolubile tra la celebrazione eucaristica e il mistero della Croce, binomio ribadito nell’Esortazione post-sinodale “Sacramentum Caritatis”:
“L’Eucaristia è mistero di morte e di gloria come la Croce, che non è un incidente di percorso, ma il passaggio attraverso cui Cristo è entrato nella sua gloria (cfr Lc 24,26) e ha riconciliato l’umanità intera, sconfiggendo ogni inimicizia”. (Angelus, 11 settembre 2005)

“Maria, presente sul Calvario presso la Croce – sottolinea Benedetto XVI – è ugualmente presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna delle nostre celebrazioni eucaristiche”. Per questo, nessuno meglio di Maria può “insegnarci a comprendere e vivere con fede e amore la Santa Messa”:

“Quando riceviamo la santa Comunione anche noi, come Maria e a lei uniti, ci stringiamo al legno, che Gesù col suo amore ha trasformato in strumento di salvezza, e pronunciamo il nostro 'Amen', il nostro 'sì' all’Amore crocifisso e risorto”. (Angelus, 11 settembre 2005)

Ecco perché alla Festa dell’Esaltazione della Santa Croce è strettamente legata la memoria liturgica della Madonna Addolorata che si celebra domani. “Il suo dolore forma un tutt’uno con quello del Figlio”, ma - afferma il Papa -, è “un dolore pieno di fede e di amore”. Sul Calvario, infatti, la Vergine partecipa alla potenza salvifica del dolore di Cristo, “congiungendo il suo ‘fiat’, il suo ‘sì’ a quello del Figlio”:

“Spiritualmente uniti alla Madonna Addolorata, rinnoviamo anche noi il nostro ‘sì’ al Dio che ha scelto la via della Croce per salvarci. Si tratta di un grande mistero che è ancora in atto, fino alla fine del mondo, e che chiede anche la nostra collaborazione. Ci aiuti Maria a prendere ogni giorno la nostra croce e a seguire fedelmente Gesù sulla via dell'obbedienza, del sacrificio e dell'amore”. (Angelus, 17 settembre 2006)

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