sabato 5 dicembre 2009
Giuliano Ferrara: Se la Chiesa rischia il politicamente corretto (monumentale)
Su segnalazione di Eufemia leggiamo questo illuminante editoriale di Giuliano Ferrara su cui e' opportuno riflettere per bene:
Se la chiesa rischia il politicamente corretto
Giuliano Ferrara
Il Papa dice che l’umanazione, cioè l’insorgenza dello spirito, non si può dissotterrare con la vanga.
Chi avrebbe il coraggio di obiettare qualcosa a un’evidenza tanto felicemente evocata?
In senso tecnico – basta guardare un qualunque manuale – il biologismo evoluzionista non spiega nemmeno la posizione eretta dell’uomo, figuriamoci l’insorgenza dello spirito, insomma l’uomo stesso.
L’arcivescovo di Vienna, Schoenborn, asserisce che “la teoria moderna dell’evoluzione deve essere liberata dai suoi ceppi ideologici”. Basta leggere qui sopra il “Wallace” del formidabile Francesco Agnoli, in difesa del professor De Mattei sotto Inquisizione giacobina, e vedrete che quei ceppi hanno radici antiche, nonostante la grandezza letteraria e intuitiva di Darwin, capace di osservazione positivista e di tormentata riflessione umanistica alla stessa stregua, abbia poco a che fare con il riduzionismo neodarwinista.
Date le premesse, con Telmo Pievani e la setta degli illuminati di Micro-Mega (le mie scuse a Battista, che non vuole luminarie), la discussione rischia di non cominciare nemmeno.
Però certi attivismi ideologici e certe grottesche volgarità sulla “mediocrità” teologica di Ratzinger si radicano in una debolezza percepita della chiesa cattolica.
Alla quale si attribuisce la Grande Paura: riprodurre un caso Galilei, e pagarla poi per secoli.
Così il compromesso sul darwinismo il Vaticano lo cerca al ribasso, sacrificando la tolleranza verso la ragionevole indagine dell’Intelligent Design, dopo le aperture di Schoenborn e Ratzinger. Oppure su aborto e bios, in rapporto all’ethos fissato nella ragione umana e nel magistero ecclesiastico, si avvertono cedimenti e fobie (una volta è una sortita del presidente dell’Accademia per la vita, Rino Fisichella, un’altra volta è l’ottima Lucetta Scaraffia che si mette nel solco del biologismo spiritualista disincarnato del cardinal Martini, per non parlare delle coccolate macumbe di un sempre vivace embriofobo come Verzè).
Quando si viene ai minareti svizzeri o al rapporto con la chiesa cattolica clandestina in Cina, ecco molte voci ecclesiastiche di primo piano che stendono un velo poco pietoso sulla realtà dei conflitti di civiltà (i quali implicano molte vittime musulmane ma anche ebree e cristiane, da non dimenticare) e sulla totale mancanza di reciprocità tra gli oranti maomettani sul sagrato del Duomo di Milano e coloro che sono impediti nel culto in ambito arabo-islamico. Fino al paradosso di una Santa Sede che si esprime liberalmente, come Onu o Consiglio d’Europa e altri organismi impegnati a liberalmente staccare i crocefissi o finanziare la pianificazione familiare di sterminio dei non ancora nati/e in Asia.
Anche su Obama si è notata confusione politicamente corretta.
Forse il cardinal Bertone e l’Osservatore romano, campioni di realismo, dovrebbero considerare che sul prezzo da pagare per Galilei si può tirare un po’, per ridurlo a una soglia ragionevolmente accettabile.
© Copyright Il Foglio, 4 dicembre 2009