lunedì 7 dicembre 2009

Vertice di Copenhagen: Nota Sir


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VERTICE DI COPENAGHEN: NOTA SIR

Pubblichiamo la nota Sir di questa settimana. I pareri degli scienziati sono un po’ controversi, ma è di assoluta evidenza che il fenomeno del riscaldamento globale è uno dei grandi temi del secolo. Più strutturalmente i temi dell’ambiente sono oggi la grande questione del futuro. Prima di tutto perché pongono una questione decisiva a proposito della giustizia e della solidarietà tra le generazioni. Le previsioni catastrofiste a proposito dell’insostenibile aumento della popolazione, correnti negli anni sessanta e settanta, sono state smentite dai fatti, ma a proposito dell’ambiente il rischio è evidente: è possibile infatti accrescere le risorse disponibili per un’umanità accresciuta nel numero e negli standard di vita, a parto però di non distruggere in modo irreversibile le possibilità di produrle, queste risorse. Così la Conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici di Copenhagen diventa una occasione strategica. Occorre cambiare passo, occorre una presa di coscienza collettiva e nello stesso tempo un nuovo senso della comunità internazionale. Di questa realtà si è fatto interprete Benedetto XVI, che, alla vigilia dell’apertura della conferenza, all’Angelus ha ribadito alcuni punti essenziali di un magistero sui grandi temi dell’ambiente che disegna un percorso coerente e realistico, quello stesso su cui da anni insiste il magistero sociale della Chiesa. Auspica, il Papa, “che i lavori aiuteranno ad individuare azioni rispettose della creazione e promotrici di uno sviluppo solidale, fondato sulla dignità della persona umana ed orientato al bene comune”. E’ evidente infatti che il problema ambientale non è solo una questione tecnica, o economica, ma politica nel senso forte del termine, attiene infatti a due temi cruciali, la dignità delle persone e il bene comune. Ovvero mette in evidenza i diritti fondamentali e i principi di coesione e di giustizia sociale. “La salvaguardia del creato – prosegue Benedetto XVI - postula l’adozione di stili di vita sobri e responsabili, soprattutto verso i poveri e le generazioni future”. Certo sono necessarie la sensibilità e l’iniziativa delle principali potenze produttrici di emissioni, Cina, India come pure ovviamente degli Stati Uniti, che sono ancora i maggiori consumatori di energia. Comporta però una presa di coscienza di ciascun uomo e di ciascuna donna sul pianeta. Se gli Stati possono determinare gli indirizzi, poi tutto passa attraverso i comportamenti personali e collettivi, attraverso la responsabilità personale. Ecco allora la conclusione del Papa, che apre ad una ulteriore dimensione, quell’”ecologia umana” su cui ha insistito nella recente enciclica, così da invitare “tutte le persone di buona volontà a rispettare le leggi poste da Dio nella natura e a riscoprire la dimensione morale della vita umana”. Resta questo il punto cruciale e il fondamento su cui costruire. E questo collega il tema dell’ambiente e del rispetto dell’ambiente a quello dello sviluppo della democrazia, dei suoi principi e dei suoi valori.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

A patto che non si appoggi la grande truffa del 'CO2'. Spero che siate informati a proposito del cosiddetto 'Climategate', lo scandalo scoppiato per la scoperta delle mail che i 'climatologi' si scambivano accordandosi sul come modificare i dati per accreditare un 'risaldamento globale' che NON C'E' PIU' da almeno 10 anni.

Le parole del Papa che invitano a rispettare le leggi di Dio nel creato sembrano invece un 'altolà' alla cosiddetta 'Geoingegneria'.

..certo... come sarebbe bello se si tornasse al Si Si No No, abbandonando questi messaggi cifrati!!