domenica 25 gennaio 2009

Fra il Papa ed i Lefebvriani resta aperta la questione conciliare (Bobbio)


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Resta aperta la questione conciliare

È una lunga lotta la storia dello scisma di monsignor Marcel Lefebvre. È la storia della lotta contro il Concilio Vaticano II e la si può leggere per intero in una monumentale biografia del vescovo francese, morto scomunicato da Papa Wojtyla nel 1991, scritta alcuni anni fa da Bernard Tissier de Mallerais, il principale collaboratore di Lefebvre, rettore del seminario scismatico di Econe, in Svizzera, uno dei quattro vescovi tradizionalisti ordinati proprio da lui il 30 giugno 1988, e uno dei quattro a cui ieri il Papa ha revocato la scomunica. La questione del Concilio infatti resta sul tavolo, anche dopo la cancellazione della scomunica. Quell'idea di Roncalli di convocare un Concilio non era mai piaciuta a Lefebvre, allora vescovo di Dakar in Senegal e non smetterà mai per tutta la vita di rievocare «le vittorie dell'ala liberale che piegarono fin dai primi giorni il corso del Concilio investito dalla forze progressiste», al punto da trarne l'impressione che «stesse accadendo qualcosa di anormale». Alla fine del Concilio Lefebvre accusa addirittura Paolo VI di aver stabilito un «nuovo dogma», cioè la «dignità della persona umana», che profila il «primato dell'uomo su Dio» e quindi la «detronizzazione di Cristo». Insomma, nota De Mallerais, Il Concilio è la «più grande tragedia che abbia mai subito la Chiesa», la «cassa di risonanza di nuovi eretici», che «con le sue innovazioni ha squassato la verità cattolica».
La liturgia è solo l'arma più visibile per colpire tutto il Concilio. Lefebvre interviene 14 volte, ma della liturgia parla una volta sola il 29 ottobre 1962. Gli altri interventi tutti fortemente critici sono sulla collegialità, l'ecumenismo, la libertà religiosa. Ma è ottimista sul fatto che non passeranno né la collegialità, né l'ecumenismo. Nel 1988, poco prima di essere scomunicato da Wojtyla, si pentirà in una lettera di averlo pensato: «L'ottimismo riguardo al Concilio e al Papa era davvero mal fondato». Tuttavia firma tutti i documenti conciliari. Al termine del Concilio va per la sua strada. Fonda la Fraternità a Econe. Paolo VI lo richiama più volte. De Mallerais ricostruisce con molti particolari inediti scontri durissimi. Alla Fraternità viene revocata l'autorizzazione, ma Lefebvre ordina ugualmente alcuni sacerdoti. Il Papa nel 1976 lo sospende a divinis. Ma Lefebvre pochi giorni dopo celebra, in segno di sfida, la «messa proibita», alla Fiera commerciale di Lille. È il 29 agosto 1976. Dieci giorni dopo avviene il drammatico colloquio a Castelgandolfo tra Montini e il vescovo ribelle. La rottura è totale e tale rimarrà. Finché Giovanni Paolo II nel 1982 incarica il cardinale Ratzinger di trovare una soluzione. Ratzinger va da Lefebvre. Passano cinque anni, ma Lefebvre non cede e nel 1987 annuncia di aver intenzione di ordinare vescovi entro l'anno. Ci sono nuovi incontri a Roma. Ratzinger manda ad Econe il cardinale Gagnon. Le due commissioni raggiungono un accordo, la Lefebvre all'ultimo momento si tira indietro. Il 30 giugno 1988 Lefebvre ordina quattro vescovi. È immediatamente scomunicato e lo scisma è consumato. Il 25 marzo 1991 Lefebvre muore senza essersi riconciliato con la Chiesa. Il nuovo superiore monsignor Fellay continua a contestare Concilio, ecumenismo e la messa conciliare. Ma nel 2000 seimila tradizionalisti vanno in pellegrinaggio a Roma e il 30 dicembre Wojtyla riceve Fellay. È un cammino che ricomincia. Fellay alla morte di Giovanni Paolo II esprime il suo cordoglio, ma ribadisce le critiche all'ecumenismo di Wojtyla. Ratzinger appena eletto mette mano alla questione e il 28 agosto 2005 riceve Fellay. Il cammino verso una prima riconciliazione è avviato. L'autorizzazione a celebrare la messa in latino, secondo il rito di Giovanni XXIII, è un passo importante, che porta al decreto di ieri. Ma la partita non è chiusa. Resta la questione più difficile: il Concilio Vaticano II.
A. B.

© Copyright Eco di Bergamo, 25 gennaio 2009

le tappe

La revoca delle scomuniche ai vescovi lefebvriani, annunciata ieri, è un passo fondamentale per la fine dello scisma dei cattolici tradizionalisti. Quelle che seguono sono le tappe fondamentali della vicenda.

1962-1965 - Si svolge il Concilio Vaticano II; Lefebvre vi partecipa e ne sottoscrive quasi tutti i documenti.

1970 - Lefebvre fonda la Fraternità San Pio X, che ha sede presso il seminario di Econe, in Svizzera, ed entra presto in contrasto con i vescovi locali per il rifiuto del Concilio.

1975 - Revocata l'autorizzazione vescovile alla fraternità San Pio X; Paolo VI richiama Lefebvre. Ma il vescovo si ribella ed ordina tre sacerdoti. Un motivo di scontro è la Messa, che i lefebvriani celebrano secondo il vecchio rito, in latino.

1976 - Lefebvre sospeso a divinis; non può amministrare i sacramenti e ordinare sacerdoti (se lo fa, l'ordinazione è valida, ma illecita e può essere punito). Ma Lefebvre continua.

1982 - Giovanni Paolo II incarica il cardinal Ratzinger di cercare una soluzione. Il 20 luglio Lefebvre incontra Ratzinger.

1987 - Lefebvre conferma di avere intenzione di ordinare dei vescovi entro un anno. Nuovi incontri a Roma con Ratzinger, ed invio ad Econe del visitatore apostolico, cardinal Edouard Gagnon.

5 MAGGIO 1988 - Raggiunto un accordo fra la commissione nominata da Lefebvre e quella vaticana guidata da Ratzinger. Ma, all'ultimo momento, Lefebvre si tira indietro.

16 GIUGNO 1988 - Il Vaticano invita Lefebvre a non ordinare dei vescovi, e compiere così «un atto scismatico».

30 GIUGNO 1988 - Lefebvre ordina quattro vescovi, e da Roma scattano le scomuniche. Il papa concede a chi resta nella Chiesa di chiedere la celebrazione della Messa secondo il rito antico.

25 MARZO 1991 - Lefebvre muore senza riconciliazione col Papa.

12 LUGLIO 1994 - Bernard Fellay eletto superiore della San Pio X. Sotto la sua guida i lefebvriani continuano a contestare il Concilio, l'ecumenismo, e il rito della Messa.

2000 - In agosto pellegrinaggio di seimila lefebvriani a Roma per il Giubileo. Il 30 dicembre Wojtyla riceve Fellay.

22 marzo 2001 - Il Vaticano conferma che sono in corso contatti formali con i tradizionalisti.

24 maggio 2003 - Il cardinale Dario Castrillon Hoyos celebra a Santa Maria Maggiore la Messa secondo il rito preconciliare, mandando un segnale di disponibilità ai lefebvriani.

2 maggio 2005 - Muore Giovanni Paolo II. Monsignor Fellay esprime cordoglio, ma ribadisce le critiche all'ecumenismo di Wojtyla.

29 agosto 2005 - Benedetto XVI riceve Fellay a Castelgandolfo.

28 giugno 2007 - Il Papa autorizza la Messa in latino secondo la revisione del canone di Giovanni XXIII.

4 giugno 2008 - Il cardinale Castrillon Hoyos consegna a Fellay le cinque condizioni per il pieno reintegro nella Chiesa.

1 luglio 2008 - La fraternità San Pio X chiede il ritiro dei decreti di scomunica come condizione per il confronto.

15 dicembre 2008 - Lettera di Fellay che chiede al Papa la riammissione nella Chiesa.

24 gennaio 2009 - La Santa Sede annuncia che il Papa ha concesso il perdono pontificio, revocando la scomunica ai vescovi ordinati da Lefebvre.

© Copyright Eco di Bergamo, 25 gennaio 2009

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