sabato 24 gennaio 2009

Penso che stasera qualcuno abbia bisogno di rileggersi per bene la parabola del "figliol prodigo"


Luca 15, 11-32

[11] Disse ancora: "Un uomo aveva due figli.

[12] Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze.

[13] Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.

[14] Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.

[15] Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci.

[16] Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava.

[17] Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!

[18] Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te;

[19] non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni.

[20] Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.

[21] Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.

[22] Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi.

[23] Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,

[24] perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.

[25] Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze;

[26] chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò.

[27] Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.

[28] Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo.

[29] Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici.

[30] Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.

[31] Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo;

[32] ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato".

I commenti del Papa alla parabola del "figliol prodigo":

Il Papa ai giovani in recupero: "I falsi dei sono sempre collegati all'adorazione dei beni materiali, dell’amore possessivo, del potere" (18.07.2008)

Gesù spiegò che Dio non vuole che si perda nemmeno uno dei suoi figli e il suo cuore trabocca di gioia quando un peccatore si converte (16.09.2007)

Dio è il Padre misericordioso che in Gesù ci ama oltre ogni misura.Gli errori che commettiamo, anche se grandi, non intaccano la fedeltà del suo amore (18.03.2007)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

si credo che farebbe bene a tutti rileggerla! Soprattutto in questa circostanza.

Anonimo ha detto...

Gentile Raffaella,
suggerisco pure la lettura del brano che narra di un pastore che va alla ricerca della pecora perduta, considerato che le altre sono nel recinto, almeno formalmente.
Piero

Anonimo ha detto...

....sì, però il figliol prodigo tornando a casa riconosceva i suoi errori. Non diceva al padre: "adesso arrivo io e ti aiuto a mettere a posto le cose, perché tu mi hai scacciato di casa ma io ho sempre avuto ragione". La lettera di Fellay, sinceramente, mi ha proprio disgustato in quel senso. Comunque, la strada verso la reintegrazione della SSPX nella Chiesa è ancora lunga e non ancora scontata: ricordiamoci che l'aver levato la scomunica non vuol dire ancora niente. Altrimenti, la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse sarebbero di nuovo unite già da tempo, visto che le reciproche scomuniche non ci sono più. Ora tocca alla SSPX e ai suoi vescovi farsi un esame serio di coscienza e riconoscere la validità di ciò che disprezzano e rigettano con arroganza. Altrimenti che unità è?
Beh, preghiamo perché, se c'è reale volontà di unità, lo Spirito guidi la sua Chiesa sulla strada giusta!

Raffaella ha detto...

E chi siamo noi per giudicare?
Siamo sempre pronti a metterci dalla parte del fratello bravo, buono e ubbidiente (???) e non ci caliamo mai nei panni del padre misericordioso.
R.