martedì 27 gennaio 2009

Remissione della scomunica ai Lefebvriani, nota dei vescovi svizzeri


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Fuoco di polemiche sul vescovo negazionista

I vescovi svizzeri prendono carta e penna e, in una nota, condannano quanto affermato dal vescovo negazionista.
Monsignor Kurt Koch, presidente della Conferenza episcopale elvetica definisce "intollerabile" la negazione della Shoah e chiede ai lefebvriani di riconoscere esplicitamente il Concilio vaticano II e la dichiarazione conciliare "Nostra aetate" sui rapporti con l’ebraismo.
I vescovi svizzeri sono particolarmente sensibili alla "questione lefebvriana" anche perché il quartier generale dei seguaci di monsignor Lefebvre si trova proprio in Svizzera, ad Econe.

Resta la sospensione a divinis

"Con un decreto firmato dal prefetto per la Congregazione per i vescovi, il cardinale Giovanni Battista Re, il Papa Benedetto XVI ha revocato il 21 gennaio la pena della scomunica contro i quattro vescovi della Fraternità sacerdotale San Pio X. Questo decreto è l’espressione della volontà del Papa di riassorbire lo scisma con una comunità che conta nel mondo alcune centinaia di migliaia di fedeli e 493 preti. Si è tuttavia prestata poca attenzione - sottolinea il presidente dei vescovi svizzeri - al fatto che questi quattro vescovi rimangono sospesi a divinis. Non è loro permesso, pertanto, di esercitare il loro ministero episcopale".

Evitare equivoci

"Diverse reazioni - prosegue Koch - hanno manifestato una grande preoccupazione di fronte a questa decisione del Papa che tende la mano per la riconciliazione. Qui bisogna evitare equivoci: secondo il diritto della Chiesa, la revoca della scomunica non è la riconciliazione o la riabilitazione, ma l’apertura della strada verso la riconciliazione. Questo atto non è, dunque, la fine, ma il punto di partenza per un dialogo necessario sulle questioni controverse. Di fronte a queste profonde divergenze, questo cammino potrà essere lungo".

Intervista inquietante

"L’intervista concessa da uno di questi vescovi alla televisione svedese poco prima della pubblicazione della revoca della scomunica - prosegue il presidente dei vescovi svizzeri - ha aggravato le preoccupazioni. Monsignor Richard Williamson vi affermava che non ’è evidenza storica dell’esistenza delle camere a gas e che solo due-trecentomila ebrei sono stati uccisi dai nazisti e non sei milioni. La Chiesa cattolica - sottolinea il presule - non può in alcun modo accettare questa negazione dell’Olocausto. Il portavoce vaticano ha preso posizione al momento della pubblicazione del decreto su queste affermazioni assurde e le ha definite totalmente inaccetabili. Noi, vescovi svizzeri, facciamo nostra questa condanna e preghiamo i membri delle comunità ebraiche svizzere di scusare le irritazioni di questi ultimi giorni. Coloro che conoscono Benedetto XVI e il suo atteggiamento positivo nei confronti dell’ebraismo sanno che non può tollerare gli sbandamenti indifendibili di monsignor Williamson".

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La nota di Mons. Kurt Koch (in francese)...clicca qui

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ma sì facciamo sempre gli zerbini

Anonimo ha detto...

SOSPESI A DIVINIS. Finalmente un pronunciamento ufficiale.

Anonimo ha detto...

Ecco come è bravo Mgr Koch. Una preghiera per questo vescovo corragioso! Un applauso...