sabato 22 agosto 2009

Immigrati, il Vaticano: da Bossi una battuta. Le nostre porte sono aperte (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo:

IMMIGRATI:VATICANO, DA BOSSI UNA BATTUTA, NOSTRE PORTE APERTE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 22 ago.

Oltretevere le parole del ministro Umberto Bossi (sul Vaticano che dovrebbe accogliere in prima persona gli immigrati invece di criticare il Governo) sono state interpretate come "una battuta, se vogliamo una battutaccia". "Ma - si sottolinea in ambienti autorevoli della Santa Sede - non e' il caso di drammatizzare, anche perche' e' noto a tutti l'impegno della Chiesa Cattolica a favore dei piu' deboli". Mentre gia' da piu' di venti anni, "nello stesso piccolo territorio dello Stato della Citta' del Vaticano, Madre Teresa di Calcutta e le sue suore hanno potuto aprire un asilo notturno, il 'Dono di Maria'". Benedicendo la prima pietra, viene ricordato oggi, Giovanni Paolo II spiego' esplicitamente che intendeva, attraverso tale "significativa iniziativa", offrire "accoglienza, nei limiti del possibile, a quanti, in questa Roma, non hanno un posto ove rifugiarsi la notte, e soprattutto sono privi di un minimo di calore familiare e umano che li circondi e sostenga nella dura lotta per la vita".
Lo scorso 25 luglio, intervenendo a un Convegno in corso ad Orvieto, era stato il ministro dell'Interno, Robero Maroni, a respingere irrispettosamente le critiche arrivate da parte cattolica al decreto Sicurezza, ricordando che in Vaticano vigono norme molto severe verso chi entra senza autorizzazione sul suo territorio. In quell'occasione, il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, aveva definito la dichiarazione di Maroni "una battuta" e aveva osservato che "non risulta che in Vaticano ci siano prigioni piene di clandestini", mentre il presidente del Tribunale Vaticano, prof. Giuseppe Dalla Torre, aveva chiarito che le norme richiamate da Maroni erano state recepite dopo il Concordato dall'ordinamento italiano dell'epoca e mai applicate. In realta', pero', le parole ironiche di Marioni erano riferite a dichiarazioni polemiche sul pacchetto sicurezza fatte alcuni giorni prima dal "numero due" del dicastero vaticano per la pastorale delle migrazioni, mons. Agostino Marchetto, di fatto gia' sconfessate dallo stesso portavoce Lombardi, che aveva detto: "non consta che ci siano state critiche che si debbano qualificare come critiche del Vaticano". E proprio a questa dichiarazione sembra essersi riferito da parte sua oggi il ministro leghista Roberto Calderoli, confondendo tuttavia con il suo vice il titolare del dicastero per la pastorale dei migranti, mons. Antonio Maria Veglio', dal quale comunque non sono venute oggi critiche dirette all'Italia ma solo un fermo richiamo al dovere del Soccorso in Mare e in generale a quello dell'accoglienza degli immigrati, fatto citando l'Europa ma anche l'America e in particolare il caso del confine tra Messico e Stati Uniti, dove si consumano altri drammi umani.
"Di fronte alla traversata in massa del Mediterraneo servono strategie coordinate tra Ue e Stati africani, non polemiche", afferma da parte sua il direttore dell'Osservatore Romano, prof. nGiovanni Maria Vian. "Il primo dovere internazionale e' evitare che si ripetano queste tragedie alle quali si sta creando una pericolosa assuefazione", spiega in un'intervista alla Stampa, ricordando che "varie volte Benedetto XVI ha condannato l'ignobile traffico di esseri umani". "Il problema - dichiara al Giornale il vescovo di San Marino e Montefeltro, Luigi Negri - sono i mercanti di carne umana che si fanno strapagare. Un richiamo all'umanita' di tutti e' sacrosanto, ma il problema non si risolve con il pattugliamento di polizia del Mediterraneo da parte di Italia, Francia e Spagna, quanto piuttosto cercando di incidere sui governi locali".
Per il vescovo, "non ha senso attribuire la responsabilita' di quanto e' accaduto al Governo italiano o alla nostra Marina. La vera e piu' grande disumanita', va ribadito, e' quella di chi organizza questa tratta degli schiavi e quella di chi non fa nulla per fermare questo turpe commercio di profughi. Poi c' e' il problema del mancato soccorso da parte delle imbarcazioni che in questi giorni non possono non aver incrociato la zattera dei fuggitivi eritrei. Questa e' pero' - conclude - una domanda che ci deve chiamare in causa tutti, da non strumentalizzare per giochi politici".

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