sabato 22 agosto 2009

Docenti di religione, a proposito della sentenza del T.a.r. del Lazio (Sergio Benetti)


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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo:

Intervento.

Docenti di religione, a proposito della sentenza del T.a.r. del Lazio.

“Discriminazione, violazione della libertà di espressione e di pensiero, fede individuale, vantaggi didattici”. Sono queste le parole chiave della sentenza 7076 del 17 luglio 2009 del T.a.r. del Lazio in relazione a scrutini e docenti di religione. Ma tale risoluzione, non convince. Molto probabilmente il Consiglio di Stato darà ragione al ricorso del Miur. E non per assoggettamenti alle gerarchie cattoliche. Semplicemente per laicità.

***

Chissà cosa è successo in quella scuola. Due studenti discriminati. Per che cosa? Dietro a questa sentenza ci sono i Valdesi, gli Ebrei e quelli di Cgil: ce l’hanno a morte con il Concordato. Ma i primi due, che lamentano discriminazioni, usufruiscono anche loro (come i cattolici), dell’8 per 1000 Irpef. I sindacati invece, devono pur vivere di qualche ideologica battaglia. Dispiace che dai fratelli maggiori (ebrei) e da quelli separati (protestanti), arrivino queste critiche pretestuose. Chi ha paura di trenta ore all’anno di religione? Resta comunque il fatto che la sentenza, nelle parole dei giudici va confutata.

1) “Discriminare”. Lo Zingarelli riporta: “ciò che serve a separare, distinguere, far differenza”. Tale vocabolo quindi non è una parolaccia. Anche lo studente che studia tre lingue non italiane rispetto a chi ne studia una crea una “separazione”! La scuola di oggi e quella del futuro, sempre più avranno all’interno di esse percorsi non omogenei, opzionali, preferenziali. Non è ciò, discriminante? Che fare con chi ha un curricolo di 27 ore invece che 30? Se si ragiona così, anche la professionalità o non professionalità di un Consiglio di classe è discriminante! Non ha senso la critica…tutti a scuola hanno una possibilità…C’è l’ora alternativa e lo studio guidato. Si sa che tale studio assistito è anch’esso oggetto di credito scolastico? Chi non vuol fare religione, e vuol essere scrutinato, faccia qualcosa. Se uno studente non vuol fare niente, non impedisca a chi vuol lavorare di essere poi valutato! E che dire allora, in sede di scrutinio, nella classe dove ci sono i docenti di Sostegno, nel caso di voto, degli alunni che si trovano da uno a tre voti in più o in meno rispetto gli alunni di una classe nella quale non ci sono alunni disabili?

2) “Violazione della libertà di espressione e di persona”… ma chi sa la fede di appartenenza dell’alunno? Scegliere l’Irc non significa essere cattolici! Le segreterie delle scuole non chiedono il credo personale dello studente, ma semplicemente l’adesione ad un corso di cultura religiosa cattolica (che è in piena sintonia con le finalità scolastiche). Altrimenti è come dire chi sceglie il corso di inglese è britannico! 3) Ma quali “vantaggi didattici”…!Non è detto! Chi frequenta l’Irc, rispetto a chi non la sceglie, potrebbe anche trovarsi in una posizione di svantaggio. Se il docente di religione è professionalmente preparato e onesto intellettualmente (ma ciò vale per ogni professore, di qualsiasi materia), non appoggerà lo studente fannullone perché semplicemente iscritto all’Irc. Quindi, perché non gratificare lo l’allievo (si tratta di un punto! tra l’altro considerato dall’intero Consiglio di classe e non da un solo docente) che ha fatto trenta ore di scuola in più, con verifiche, richieste e controlli da parte di un insegnante?

***

Se disgraziatamente la sentenza del T.a.r. del Lazio dovesse essere accolta, sarà discriminata e indebolita l’intera scuola italiana. Attualmente la proposta “Irc” è l’unico percorso di cultura religiosa che lo Stato italiano offre a tutte le famiglie del nostro paese. Togliere significato a questa proposta didattica (gli alunni abbandoneranno l’ora perché non soggetti a valutazione?), non costituirà un guadagno per nessuno. Impoverirà ulteriormente l’approccio a tale disciplina e i giovani saranno un po’ di più ignoranti di Dio e del fenomeno religioso.

Sergio Benetti docente di religione

sergio.benetti@istruzione.it

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