martedì 11 agosto 2009

Ru485, "Un pianeta di amazzoni con il cervello da uomo": Marina Corradi risponde a Veronesi ed al suo radioso mondo nuovo


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Prof. Giorgio Fiorentini (Università Bocconi): Quali imprese nell’Enciclica Caritas in Veritate

IL RADIOSO MONDO NUOVO DEL PROF .V ERONESI

Un pianeta di amazzoni con il cervello da uomo

MARINA CORRADI

«Le donne non si fermano: la vittoria dell’approvazione della Ru486 è parte di un progetto non scritto di affermazione del loro futuro ruolo» .
L’incipit dell’articolo del professor Umberto Veronesi su Repubblica è uno squillo di tromba; come l’annuncio di prossime certe e trionfali vittorie da parte di un condottiero, o un generale.
Alla definizione della pillola abortiva come ulteriore tappa della liberazione femminile non erano arrivati, almeno apertamente, i più accesi fautori dell’aborto da bere.
A dirla tutta, a uscir fuori al naturale, ci ha pensato il maestro di pensiero della medicina politicamente corretta.
La pillola dell’aborto, « metodologia meno traumatica » , come un’altra pietra d’inciampo sgomberata da un vittorioso storico cammino femminile.
In cui bisognerà, dice il professore, « ridisegnare gli spazi » fra procreazione e impegno pubblico delle donne: senza dimenticare una « superiorità » femminile, quella per cui una donna può fare un figlio senza un uomo, solo con una provetta di seme. Quella per cui una donna potrà un giorno clonare se stessa, e un uomo no.
È lo scenario di una egemonia femminile superomistica, quella tratteggiata da Veronesi .
E in questo radioso avvenire la pillola abortiva è un passo avanti. Verso il futuro Dominio delle Donne. O delle Superdonne. Fantastico.
Peccato che questo disegno sia un evidente esempio di delirio di onnipotenza maschile. Pensateci: il famoso oncologo, nell’immaginare la rivoluzione femminile, altro non fa che disegnare il mondo come sarebbe, quando lo comandassero delle donne con un cervello assolutamente maschile.
Donne educate da una cultura di potere, per le quali il sogno è liberarsi agevolmente di ' ostacoli' quali un figlio per essere più pronte a inseguire carriera o successo. Ora, è vero che di donne così ce ne sono sempre di più; aggressive, abili, perfettamente omologate al modello socialmente vincente. Ma che questa sia davvero rivoluzione femminile, è ciò che potrebbe dire un osservatore molto superficiale. Uno che, delle donne, non conosca la radicale, spesso tacita alterità. Scritta nei geni, nel corpo, perfino in quel ritmo che ogni mese scandisce il tempo dell’età feconda, come una domanda: vuoi che un altro viva? Come una profonda vocazione all’altro, che non si contenta degli idoli o balocchi del potere maschile. L’immaginazione di Veronesi di un mondo di Amazzoni autosufficienti è pura deriva di onnipotenza maschile. E solo un uomo può pensare mondi simili: clonando, con antica arroganza, la sua misura del vivere e sovrapponendola alle donne. Ma le autistiche Amazzoni che fanno figli da sole, sono fortunatamente un orizzonte futuribile e lontano.
Drammaticamente attuale invece è la questione della pillola abortiva. E il messaggio dell’oncologo delle donne, del medico ' democratico', è: è un passo avanti nella vostra liberazione. Un veleno che annienta un figlio, è un pezzo di liberazione conquistata.
Pare di risentire gli echi della battaglia, quando alle ragazze degli anni Settanta l’aborto legalizzato venne raccontato come una conquista e quasi una promozione sociale. Rieccoci: dai giornali giusti i maestri giusti conducono i loro corretti sermoni. Mia figlia ha dodici anni: è della generazione che crescerà nella nuova vulgata.
Con una pillola che educa a pensare che quel problema è, in fondo, un problema da poco. Solo una pillola: fra qualche anno sarà possibile non mancare neanche un giorno al lavoro.
Così vi vogliono, bambine: produttive, efficienti, competitive. Concrete, e senza rimpianti. Dei veri uomini. È questa, la rivoluzione millantata.
Dimenticarsi di sé, di una propria natura, di un’accoglienza all’altro come scritta addosso: nella generosità del grembo, nello sguardo.
Dimenticarsi di sé nel radioso, livido Mondo Nuovo del professor Veronesi.

© Copyright Avvenire, 11 agosto 2009

Staordinario! Solo una donna puo' scrivere certe verita'.
Professor Veronesi, mi risulta che Lei sia un uomo, quindi si astenga dal propinarci certe certezze maschili(ste).
L'aborto non e' una vittoria ma un dramma. Abbia piu' rispetto per quelle donne che Lei crede di difendere.

R.

7 commenti:

laura ha detto...

La RU 486 è L'ULTIMA "PERLA", ma il declino ègià in atto da molto tempo e il guaio è che molte donne hanno perso il senso morale l'aborto è diventato un metodo di contraccezione. Se a qualcuno interessa, segnalo qualcosa di più utile: Si può leggere, nel libro: "il sale della terra" J. Ratzinger a colloquio con Peter Seewald. (Ed. San Paolo 1997) il pensiero del nostro Santo Padre sugli anticoncezionali e sull'aborto (pag 229 e seguenti) Può dare un po' di ossigeno allo spirito e un po' di luce in mezzo a tanto disorientamento

Scipione ha detto...

Sinceramente entrambi gli articoli – tanto quello di Veronesi che il commento che ne fa Marina Corradi – mi lasciano perplesso, quasi un po’ mi inquietano. In fondo, sebbene con forme diverse, poggiandosi su differenti ragioni, insistendo anche su visioni contrapposte quanto a mezzi e strumenti, sotto sotto le due tesi non sono poi così tanto distanti, entrambe infatti finiscono per portare avanti quella visione, comunque anti cristiana e quindi modernista e laicista, di una superiorità della donna, insomma sono entrambe intrise di uno strisciante femminismo la cui matrice, la cui vera e profonda ragion d’essere, non dimentichiamolo, non è tanto la liberazione della donna, la sua emancipazione rispetto a secoli di sudditanza (su cui in realtà ci sarebbe da discutere seriamente e storicamente senza accontentarsi solo di slogan) quanto la demolizione della figura maschile e quindi del padre… quel paternalismo (che oramai è divenuto vocabolo negativo) che è fondamento intimo della cultura cristiana, della storia della Chiesa (con le accuse di antisemitismo quelle di antifemminismo sono le più gettonate dagli anticlericali), della cultura antica ecc.. Veronesi espone la sua aberrante teoria secondo cui ontologicamente e materialmente la donna sarebbe destinata quanto prima a ricoprire il suo ruolo di super-essere umano, totale, autosufficiente per relegare l’uomo-maschio (inutile anche come padre) in una definitiva situazione di marginalità, inutilità e sudditanza. La risposta della Corradi non nega a ben vedere la tesi di fondo: è vero che la donna è superiore… ma prima di tutto moralmente e spiritualmente, quindi certe aberrazioni sono tali in quanto.. pensate e volute da maschi.. quindi chiari esempi della loro naturale condizione aberrante. Ancora una volta dunque è l’uomo a risultare – anche se per motivi formali differenti – l’elemento deviante, sbagliato, portatore di un ethos e di una cultura da superare, da eliminare.
No… qualche cosa mi dice che non è questa la via per arginare certe derive laiciste…

Roberto ha detto...

Bellissimo articolo di Marina Corradi. Grazie Raffaella, pienamente d'accordo con te. Con la scusa del "progresso", della "libertà", della "conquista" e della "giustizia" (ma quale giustizia?), per omologare tutto al "pensiero del mondo" si fa passare come cosa giusta l'eutanasia, l'aborto ecc. Stiamo vicini a Benedetto XVI° per sostenerlo sempre e essere combattenti testimoni del Vangelo.

Anonimo ha detto...

Dedico al prof. Veronesi una vecchia canzone di Roberto Vecchioni:
http://www.italianissima.net/testi/vounado.htm
Alessia

sonny ha detto...

Per Alessia
Sto svuotando la cantina ( le classiche pulizie estive) e sto cantando a squarciagola la canzone di Vecchioni. Grazie per l'imput.

sonny ha detto...

Segnalazione per puro "campanile".
Sono nata nello stesso paese del cantante in questione, che fortunatamente ha dato i natali sopratutto al Cardinale Ruini.
http://bologna.repubblica.it/dettaglio/La-Curia-mette-le-manisul-concerto-di-Nek/1693965

Anonimo ha detto...

1) la ru486 e' una metodica non invasiva, e come tale e' benvenuta
2) Costa molto meno (~1/10) dell'intervento chirurgico. Sia esso per l'IVG o in tutte le altre applicazioni.
3) E sicuro?. Non lo so. Le (controverse) 29 morti di cui si parla non significano nulla se non si paragonano al numero di IVG fatte con la ru486.

Se non e' una vittoria questa...

Saluti
Giovanni