martedì 11 agosto 2009

Che cosa non capiscono i filosofi contemporanei della “seconda navigazione” di Papa Ratzinger (Il Foglio)


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Prof. Giorgio Fiorentini (Università Bocconi): Quali imprese nell’Enciclica Caritas in Veritate

Su segnalazione della nostra Fabiola leggiamo:

L’illuminista

Che cosa non capiscono i filosofi contemporanei della “seconda navigazione” di Ratzinger

Qui finisce che “auctoritas non veritas facit legem”, si lamenta Emanuele Severino che sul nichilismo si arrovella da una vita e accusa Papa Benedetto di semplificare, “riducendo la grandezza del pensiero filosofico alla povera categoria del relativismo”.
Anche l’ineffabile Gianni Vattimo s’è scagliato contro le pretese veritative del professor Ratzinger in terra d’Aosta, ribaltando contro di lui e sant’Anselmo il paradosso del “grande Bonhoeffer: un Dio che ‘c’è’, non c’è”.
Eppure con due interventi in pochi giorni – il primo per paragonare la nostra epoca all’illuminismo: là vigeva la “dittatura del razionalismo” che negava Dio, mentre oggi a farlo è la “dittatura del relativismo”; la seconda all’Angelus domenica, quando ha messo anche l’inferno di Auschwitz sul conto del “nichilismo”, inteso come esito estremo “dell’esclusione di Dio dall’orizzonte dell’uomo” – Benedetto XVI insiste inflessibile su uno dei suoi temi elettivi: i limiti della ragione occidentale.
Un oscurantista “assertivo e dogmatico”? O un illuminista cristiano che crede nella ragione, a patto che essa “non neghi la ‘seconda navigazione’ di Platone”, come dice il filosofo cattolico Elio Guerriero, storico editore per l’Italia della rivista teologica “Communio”, quella fondata da Ratzinger, Hans Urs von Balthasar, Henri de Lubac.
Fa sua la prima ipotesi Massimo Cacciari: “Mi sembra che sia ormai ripetitivo, che non riesca ad ascoltare – e dunque a dialogare – con interlocutori che pure in passato hanno provato a farlo. Non distingue tra relativismo e relativismo, nichilismo e nichilismo. Heidegger è un relativista? Che c’entra Wittgenstein con le critiche di Ratzinger? Ma fare di ogni erba un fascio, perdendo di vista tutta la sfera dell’ermeneutica e anche di molta teologia, non serve a nessuno. Mi sembra che sia un pensiero anche po’ senile”. In tono meno tranchant, avanza critiche analoghe il filosofo tedesco Otto Kallscheuer, studioso dei rapporti tra la sfera laica e quella religiosa: “Non vedo novità di rilievo. Inizialmente ho guardato con interesse il suo modo di affrontare il dialogo tra fede e ragione laica. Oggi mi sembra invece ancorato a contrapposizioni di tipo tradizionale. Ad esempio: la citazione del Lager-inferno si deve a Hannah Arendt, a dimostrazione che anche un pensiero non religioso può benissimo giudicare il male. E il curato d’Ars: è l’opposizione tradizionale al razionalismo attraverso la fede del cuore e dell’amore, indicata come antidoto. Ciò è tipico, e apprezzabile, della cultura di Ratzinger. Ma fa anche parte di una retorica che non serve granché a una ‘Zeitdiagnose’”. Diversamente, Guerriero individua nella sfida alla “ragione debole” un punto fermo cui il Papa è giunto nella sua riflessione sul pensiero contemporaneo: “Denuncia l’autocensura dell’uomo nei confronti di se stesso, vi intravede il demone della nostra epoca.
A questo demone contrappone una ragione aperta al trascendente, in cui ‘sofia’ e ontologia non devono essere disgiunte. Più che un discorso superato, mi pare che non riesca a trovare interlocutori disposti a questa ‘seconda navigazione’”.

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Parliamoci chiaro: non esiste al momento nessun filosofo (e nessun teologo) capace di dialogare veramente con il Santo Padre.
Lo si accusa di oscurantismo ma poi, per paura, gli si impedisce di parlare alla Sapienza sulla base di una citazione copiata e sbagliata.
Chi e' oscurantista?
Lo si accusa di "compiacersi del proprio pensiero", ma poi si resta fossilizzati su vecchi stereotipi.
Il Papa stuzzica, provoca, propone ma, dall'altra parte, non trova "avversari" alla sua altezza.
Per la verita' non trova nemmeno "sostenitori" visto che gli intellettuali cattolici si contano sulla punta delle dita e comunque non trovano spazio sui media.
Grandi aperture per chi invece interpreta la fede adulta come lasciapassare per criticare il Magistero.
La gerarchia ecclesiastica?
Mah...ci sono delle eccezioni, ma la gran parte dei vescovi e cardinali non e' disposta a mettersi in discussione pubblicamente. E cosi' il Papa e' da solo a farci riflettere.
E' un grande onore per noi poterlo ascoltare, ma forse la Chiesa dovrebbe interrogarsi sul fatto che egli non trovi interlocutori ne' da una parte ne' dall'altra e che i Cattolici continuino a guardare a Benedetto XVI, e solo a lui, come faro guida.
Il bellissimo discorso dell'Angelus e' stato stravolto e sottoposto a critiche feroci.
E' la prova che non si sa rispondere e si preferisce parlare d'altro! Benedetto XVI ha proposto una riflessione fra umanesimo cristiano ed umanesimo ateo, su relativismo e nichilismo. Ha proposto l'esempio dei lager nazisti, ma ha subito aggiunto: "come ogni campo di sterminio".
Si trattava di un ragionamento "alto". Un vero peccato averlo piegato solo all'olocausto per poi esporlo alle solite critiche del mondo ebraico
.
R.

10 commenti:

laura ha detto...

Che strazio! Speriamo che inizi il campionato di calcio così avranno altro a cui pensare piuttosto che criticare il Papa! Il problema è che è L'UNICOI a dire e a pensare cose sensarte e a richiamare la cosienza in modo credibile e profondissimo. Tutta invidia e malafede. basta!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Devo dire che alcune non sono critiche vuote, ma approfondite e motivate. Sarebbe per il papa l'inizio di una bella discussione. In un breve Angelus non è possibile approfondire più di tanto, ma sono certo che il Papa non si sottrarrebbe a proseguire nella sua trattazione. Per cui sono contento delle critiche motivate di Vattimo e Severino: ci fanno capire che c'è interesse. No comment per le critiche da parte ebraica. Marco

Anonimo ha detto...

Il fatto che lo combattano, lo denigrino, spaccino il falso per dare una visione distorta di lui e del suo pontificato, dimostra quanto sia influente e quanto sia forte la sua presa sulle menti e sui cuori di noi fedeli. C'è un "commentatore" che la scorsa settimana, fra le tante sciocchezze e interessate falsità assemblate, una cosa giusta, solo una, sul nostro Papa è riuscito a scriverla "...sembra voler sfidare la società laica al limite della provocazione". Vero, ma si tratta di una sfida, di una provocazione, estremamente benefiche. Benedetto ci sta abituando a pensare con la nostra testa, a distinguere vero da falso, giusto da sbagliato. Nessuna meraviglia che sia visto come il fumo negli occhi e si tenti, in ogni modo, di neutralizzarlo.
Alessia

Anonimo ha detto...

Due considerazioni sui due interventi di Severino e Vattimo.
Su Severino: non mi pare che si possa individuare un "nichilismo cristiano" in cui l'uomo sia considerato "di per sè stesso nulla". Il fatto che l'uomo si riconosca creatura non significa affatto che si ritenga un "nulla" in senso nichilista, tutt'altro.
Su Vattimo: non mi risulta che le scienze empiriche da lui richiamate stiano "via, via" svelando i segreti della natura. Da un punto di vista esistenziale (il perchè delle cose) sicuramente non l'hanno fatto e sono ben lungi dal farlo.
... sarà, ma mi sembra di sentire il solito eco..."Chi è come Dio?"

Anonimo ha detto...

Si tratta di commenti e critiche di un mondo che non acetta che la Chiesa sia depositaria della Verita'. A questo a contribuito una Chiesa che ha forse cercato di celare tale circostanza. Il fatto che tuttavia il Papa abbia battuto un colpo e si siano scatenati i philosophes, anche quelli con qualche sentenza passata in giudicato, la dice lunga.
Nelle loro encicliche, tuttavia, Pio IX, Pio X, Clemente XII, Leone XIII, facevano nomi e cognomi dei veri avversari.
Francesco

Raffaella ha detto...

Francesco ha colto nel segno :-))
R.

Anonimo ha detto...

Per approfondire:
http://www.filosofico.net/navigaz.html
Alessia

Fabiola ha detto...

"Più che un discorso superato, mi pare che non riesca a trovare interlocutori disposti a questa ‘seconda navigazione’”.
Appunto. E io aggiungo che, tranne rare eccezioni, non li trova neppure all'interno della Chiesa. Dove si stenta a rieccheggiare, attraverso un lavoro pastorale e culturale, ciò che il Papa ci indica. O lo si fa con troppa timidezza. Quando non si opera, addirittura, perchè non venga ascoltato.

Anonimo ha detto...

Cacciari e Kallscheuer mi sembrano particolarmente duri. Ora è vero che le poche parole di un Angelus possono essere insufficienti, ma la voglia di farla finita con le incursioni del papa nella "cultura" moderna è generalizzata. Saluti, Eufemia

Anonimo ha detto...

Il pensare metafisico - da un po' di tempo - non è di più moda, neppure fra le venerande mura delle Università Pontificie!