martedì 20 ottobre 2009

Bussate e vi sarà aperto. Purché secondo tradizione (Magister)


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Bussate e vi sarà aperto. Purché secondo tradizione

Annunciato l'ingresso nella Chiesa cattolica di diocesi e parrocchie anglicane antimoderniste. L'ecumenismo di papa Ratzinger appare sempre più nutrito dalla fedeltà alla tradizione. È così con i lefebvriani. E più ancora con le Chiese ortodosse d'oriente

di Sandro Magister

ROMA, 20 ottobre 2009

Fino a ieri passavano alla Chiesa cattolica uno alla volta, i preti e vescovi della Comunione anglicana che si sentivano più d'accordo col papa di Roma che con le derive "moderniste" dell'anglicanesimo.
Negli Stati Uniti, per regolare tali passaggi, dal 1980 era in vigore una "Pastoral Provision" scritta dalla congregazione per la dottrina della fede e approvata da Giovanni Paolo II. Grazie ad essa sono passati alla Chiesa cattolica circa ottanta preti anglicani, quasi tutti con moglie e figli. E due anni fa anche un vescovo, Jeffrey Steenson, accolto con una cerimonia celebrata nella basilica romana di Santa Maria Maggiore. Steenson, 57 anni, sposato con tre figli, è stato ordinato sacerdote e incardinato nella diocesi di Santa Fe, dove insegna patrologia in seminario.
A questi preti e vescovi hanno fatto seguito anche gruppi di fedeli, per loro decisione spontanea. L'unico caso di passaggio in blocco di un'intera diocesi anglicana alla Chiesa cattolica è stato finora quello di Amritsar, nel Punjab indiano. Si è verificato nel 1975.
Da oggi in avanti, però, le migrazioni collettive dall'anglicanesimo al cattolicesimo saranno un fatto non più eccezionale ma normale, grazie alla costituzione apostolica che Benedetto XVI si appresta a pubblicare.
La costituzione papale è ancora in fase di messa a punto. Sarà pubblicata forse tra due settimane. Ma il suo annuncio è già stato dato in forma solenne la mattina del 20 ottobre, in due conferenze stampa contemporanee: una a Roma, con il cardinale William Levada, prefetto della congregazione per dottrina della fede, e una a Londra, con il primate della Chiesa cattolica d'Inghilterra e del Galles, Vincent G. Nichols, e con il primate della Comunione anglicana, Rowan Williams (nella foto col predecessore di Nichols, Cormac Murphy-O'Connor).
A Londra i due arcivescovi, cattolico e anglicano, hanno anche emesso una dichiarazione congiunta. Altro elemento di indubbia novità.
Di solito, infatti, quando qualcuno abbandona una confessione cristiana e ne abbraccia un'altra, se ne va sbattendo la porta.
Questa volta, invece, è come se il passaggio sia benedetto di comune accordo dalle due parti.
Una sintonia che fa pensare a quanto sarebbe oggi vicina la riconciliazione tra la Chiesa cattolica e la Comunione anglicana se solo in quest'ultima non avesse avuto il via libera l'ordinazione al sacerdozio e all'episcopato di donne e di omosessuali conviventi, con le conseguenti drammatiche divisioni tra chi è d'accordo e chi no.
Una volta pubblicata la costituzione apostolica, le parrocchie e le diocesi anglicane che in questi ultimi anni hanno bussato a Roma per essere accolte nella Chiesa cattolica – dalla Gran Bretagna, dagli Stati Uniti, dall'Australia, dal Sudafrica e da altri paesi – potranno farlo nelle modalità indicate nella stessa costituzione. I sacerdoti e i vescovi sposati, ricevuto l'ordine sacro, potranno riprendere a esercitare il sacerdozio, come già avviene per i sacerdoti sposati dei riti orientali, anche cattolici.

Le loro comunità faranno capo a "ordinariati personali" retti da vescovi non sposati ma celibi, anche qui in linea con la prassi costante delle Chiese cattoliche e ortodosse. Per le liturgie continuerà a valere il rituale anglicano, peraltro già molto simile a quello cattolico.

Si calcola che in lista di attesa vi siano circa quaranta vescovi e un centinaio di preti, con le rispettive comunità. Metro di misura della conversione sarà l'accettazione del primato del papa e la condivisione della dottrina espressa nel Catechismo della Chiesa Cattolica.
In ogni caso, le comunità pronte a passare alla Chiesa cattolica fanno parte dell'ala "tradizionalista" della Comunione anglicana.
Così come tradizionaliste sono le comunità scismatiche lefebvriane con le quali Benedetto XVI sta intensificando gli sforzi perché rientrino nell'obbedienza di Roma.
E come attaccate alla grande tradizione sono le Chiese ortodosse con cui l'incontro appare più fruttuoso, con l'attuale pontefice. Dal 16 al 23 ottobre è in corso a Cipro il secondo round – il primo è stato a Ravenna nel 2007 – del dialogo tra cattolici ed ortodossi sulla questione del primato del papa, alla luce di come fu vissuto nel primo millennio.
Oggi più che mai, con Joseph Ratzinger papa, il cammino ecumenico appare non una rincorsa alla modernità, ma un ritrovarsi sul terreno della tradizione.
Qui di seguito, la dichiarazione congiunta diffusa a Londra il 20 ottobre dai primati della Comunione anglicana e della Chiesa cattolica d'Inghilterra e del Galles, più una nota retrospettiva emessa lo stesso giorno dalla congregazione per la dottrina della fede.

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