martedì 20 ottobre 2009

Anglicani, la svolta nell’ecumenismo di Papa Ratzinger (Tornielli)


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Dal blog di Andrea Tornielli segnalo questo post molto importante (purtroppo l'articolo non e' ancora online):

Anglicani, la svolta nell’ecumenismo di Papa Ratzinger

Sul Giornale di oggi anticipo qualche contenuto della comunicazione che alle 11 di stamattina sarà fatta ai giornalisti dal cardinale William Levada, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e dall’arcivescovo Augustin Di Noia, segretario della Congregazione del culto divino.
Il porporato e l’arcivescovo presenteranno le condizioni che la Chiesa cattolica pone a tutte le comunità anglicane che intendono entrare in comunione con Roma abbandonando l’anglicanesimo.
Molte agenzie e siti in queste ore parlano della Traditional Anglican Communion, la confederazione di chiese che raccoglie circa mezzo milione di fedeli nel mondo, già staccatasi dalla comunione anglicana in polemica con la decisione di ordinare sacerdoti le donne: in realtà i vescovi anglicani che hanno preso contatto con il Vaticano nei mesi scorsi non appartengono a questo gruppo tradizionalista, bensì sono esponenti della Chiesa d’Inghilterra contrari alle più recenti svolte liberal di quest’ultima! Una notizia della quale era all’oscuro fino a due giorni fa lo stesso arcivescovo di Canterbury, il primate anglicano Rowan Williams. Non ci sono state trattative tra Roma e gli anglicani critici con la loro Chiesa, soltanto colloqui e contatti.
Ora la Santa Sede, in modo unilaterale, presenta e rende pubbliche le condizioni richieste per il passaggio. Al momento non si sa quante e quali comunità anglicane aderiranno.
Ma la notizia vera è un’altra ed è la svolta nei rapporti ecumenici che segna questa decisione di Benedetto XVI. Per la prima volta infatti non si tratterà più di passaggi individuali (un fedele, un prete, un vescovo), ma della possibiltà di passaggi di intere comunità di una Chiesa cristiana “sorella”.
L’iniziativa è stata gestita direttamente dall’ex Sant’Uffizio in accordo con il Pontefice ed è stata accolta piuttosto freddamente dal Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani. Non si saranno, invece, novità sostanziali di tipo giuridico o dottrinale nelle condizioni richieste: la Chiesa cattolica non riconosce la successione apostolica di quella anglicana, e dunque i preti anglicani (tutti sposati) saranno ordinati preti cattolici - mentre per il futuro i nuovi preti di queste comunità saranno celibi -; i vescovi anglicani (anch’essi tutti sposati), non potranno invece mantenere l’incarico e diventare vescovi cattolici: anch’essi, infatti, saranno ordinati semplici preti. Alcuni di loro speravano che la Chiesa cattolica facesse un’eccezione e accogliesse queste comunità mantenendo al loro posto i vescovi sposati, dunque la decisione vaticana - frutto di una lunga discussione interna - potrebbe provocare qualche delusione. Agli anglicani che intendono abbracciare la fede cattolica sarà chiesto di accettare il Catechismo della Chiesa cattolica, il più importante documento dottrinale pubblicato durante il pontificato di Giovanni Paolo II sotto la direzione dell’allora cardinale Joseph Ratzinger.
Vi segnalo anche che sul Giornale di oggi ho intervistato il cardinale Renato Raffaele Martino in merito alla proposta dell’ora di religione islamica, e in un altro articolo riporto quanto ha detto il Papa sulle radici cristiane dell’Europa che rischiando di essere dimenticate.

http://blog.ilgiornale.it/tornielli/2009/10/20/anglicani-la-svolta-nellecumenismo-di-papa-ratzinger/

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, Raffa.
Non mi piace il tono dell'articolo di Tornielli. Peccato, fra l'altro, che ometta di riferire della quasi contemporanea conferenza stampa di Londra.
Alessia

A.R. ha detto...

Ma vi rendete conto della BOMBA assoluta che è questa notizia? Ora vediamo le condizioni poste da Roma, ma è il ritorno ad un ecumenismo pratico nei confronti dei protestanti, soprattutto gli anglicani, che ormai stanno autodistruggendosi. Una scialuppa di salvataggio che farà infuriare i "dialogisti per il dialogo", ma darà una spinta e un po' di coraggio a quanti cercano la vera chiesa.

Raffaella ha detto...

E' molto interessante ed innovativo il fatto che si diano delle "linee guida".
E' un modo di parlare chiaro e di aiutare il prossimo a trovare il coraggio di prendere una decisione.
Ovviamente qualcuno si strappera' i capelli ma ecumenismo non vuol dire onu delle religioni.
R.

Anonimo ha detto...

Nell'articolo sul Giornale ho omesso la conferenza stampa londinese perché ieri pomeriggio non ne ero a conoscenza. Nel post di oggi l'ho omessa, è vero, ma non avevo secondi fini. La citerò diffusamente nell'articolo pubblicato sul Giornale di domani.
Quanto al "tono" che gentilmente mi contesta l'anonimo commentatore, non capisco a che cosa si riferisca e lo pregherei di spiegarmi meglio ciò che intende. Ribadisco che si tratta di una notizia importantissima, che segna - a mio modesto avviso - un cambiamento di passo nei rapporti ecumenici perché per la prima volta pubblicamente la Santa Sede presenta le condizioni in base alle quali clero e fedeli di altre Chiese "sorelle" possono passare con la Chiesa cattolica. Nella carenza di notizie di ieri pomeriggio, ci si è rifatti molto alle informazioni circa la Traditional Anglican Communion, che si è separata dalla comunione anglicana in polemica con le scelte liberal di quest'ultima. Il fatto è che a bussare alle porte di Roma, nei mesi scorsi, non sono stati vescovi appartenenti a questo gruppo tradizionalista, che gli anglicani consideravano già in qualche modo "perso" e in viaggio verso il cattolicesimo. Sono stati, invece, vescovi anglicani e anche qualche vescovo della high Church dInghilterra. La notizia è stata tenuta così riservata che il primate anglicano Williams l'ha appresa appena due giorni fa, quando gli è stato comunicato dal cardinale Levada.
andrea tornielli