mercoledì 12 novembre 2008

Card. Tauran: Chiesa- islam: nuove chances per parlarsi. Dal forum di Roma segnali positivi" (Cardinale)


Vedi anche:

FORUM CATTOLICO-MUSULMANO: LO SPECIALE DEL BLOG

Il Papa: "Il Cristiano non vuole la fine del mondo, ma la fine dell’ingiustizia" (Asianews)

Il Comitato ebraico-cattolico su Pio XII: basta polemiche, il dibattito sia rispettoso (Avvenire)

Il Papa all'udienza: "In un momento in cui c’è tanta paura del futuro il cristiano sa che la luce di Cristo è più forte" (Sir)

Al termine della catechesi il Papa ha lanciato "a braccio" accorati appelli per la pace ed i profughi

Comunicato congiunto cattolici-ebrei: "No ai linguaggi che aggravano solo le tensioni" (Sir)

Monito del Vaticano alla vigilia della sentenza su Eluana. «Ma non ci riferiamo al padre»

UDIENZA GENERALE: DIRETTA IN CORSO

Dio non è cattolico, parola di cardinale. Dura ed argomentata critica del Prof. De Marco alle affermazioni del card. Martini (Magister)

Una notizia tristissima: si è spento il vescovo emerito di Como, Mons. Alessandro Maggiolini

Il card. Barragan esprime contrarietà all'uso delle staminali embrionali. Nessun riferimento esplicito al programma di Barack Obama (Tornielli)

Anticipazione: finalmente una dura critica al libro del card. Martini (visto che la stampa cattolica glissa...)

Rosso "malpela" chi confeziona titoloni mettendo fra virgolette frasi mai pronunciate dagli interessati

Storica la scelta di Obama alla Casa Bianca, ma "nessun assegno in bianco" sui temi etici: così i vescovi americani riuniti a Baltimora (R.V.)

Comitato ebraico-cattolico, Card. Kasper e Rabbino Rosen: "Profondo rammarico per alcune polemiche e dichiarazioni intemperanti"

Cattolici-Ebrei: "La strada giusta". Intervista con il card. Kasper (Sir)

Inos Biffi: "Esegesi biblica alla scuola dei Padri" (Osservatore Romano)

Appello del nunzio in Kenya, mons. Lebeaupin: i rapitori liberino le religiose italiane sequestrate al confine con la Somalia (Radio Vaticana)

Santa Sede-La cura dei bambini. Conferenza internazionale in Vaticano dal 13 al 15 novembre (Sir)

Card. Vallini: "La Notte dei cristalli punto di non ritorno verso la Shoah" (Osservatore Romano)

Il professor Lucio Casto sconcertato nel leggere l’intervista del rabbino Di Segni contro Benedetto XVI

Card. Barragan sul caso Englaro: "Sospendere l'idratazione e l'alimentazione in un paziente in stato vegetativo è una mostruosità disumana"

Il rabbino Rosen all'incontro ebraico-cattolico di Budapest: costruiamo insieme società fondate su valori esistenziali (Radio Vaticana)

Suore rapite, Giovanni Maria Vian: «Prese di mira: gli integralisti temono le donne» (Accattoli)

Il Papa e gli Ebrei: l'Angelus, la visita alla sinagoga di Colonia, la visita ad Auschwitz (Ambrogetti)

Politi elogia il Papa per il suo intervento sulla "notte dei cristalli" ma ne approfitta per attaccare Pio XII...

Sergio Minerbi (Ex ambasciatore israeliano alla Ue): "Ratzinger ha fermato il tentativo di cristianizzazione della Shoah tentato dal suo predecessore. La difesa di Pio XII? Atto dovuto"

il fatto

Il presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso esprime soddisfazione per l’esito del recente incontro. «Un clima di fiducia e di grande libertà». Le prospettive per il futuro

Chiesa- islam: nuove chances per parlarsi

Tauran: dal forum di Roma segnali positivi. La libertà religiosa al centro

DI GIANNI CARDINALE

«Sono soddisfatto. In­nanzitutto per il clima di mutua fiducia e di grande libertà nell’esprimere i propri punti di vista che si re­spirava. Ma anche per i conte­nuti su cui alla fine si è raggiun­to un consenso» .

Il cardinale Jean- Louis Tauran, dal 2007 pre­sidente del pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso do­po essere stato a lungo « mini­stro degli esteri » della Santa Se­de, è visibilmente contento di come è andato il primo forum cattolico- musulmano che si è celebrato a Roma il 4 e 5 no­vembre scorso. Avvenire lo in­contra negli uffici del dicastero alla vigilia della sua partenza per New York dove si reca per parte­cipare ad un summit sul dialo­go interreligioso promosso oggi e domani alle Nazioni Unite dal­l’Arabia Saudita, per informare l’Assemblea dell’incontro orga­nizzato dal sovrano wahabita lo scorso luglio a Madrid.

Il Forum appena celebrato è stato spesso associato nei mass media al ce­lebre discorso pronunciato da Benedetto XVI a Ratsibona nel settembre 2006.

«L’andare sem­pre a evocare quel discorso a volte risulta stucchevole - con­fessa il porporato francese - an­che perché in un anno e mezzo di lavoro in questo ufficio qua­si nessuno nei numerosi incon­tri ufficiali avuti con esponenti musulmani mi ha parlato del di­scorso di Ratisbona. E chi lo ha fatto mi ha detto che la questio­ne era felicemente risolta per­ché il Papa si era spiegato be­nissimo » .

Eminenza, nel comunicato fi­nale c’è qualcosa che avrebbe preferito che non ci fosse o manca qualcosa che invece de­siderava che fosse presente?

Direi che si tratta di un testo sod­disfacente. Soprattutto alla luce del fatto che si tratta di un pri­mo incontro di questo genere. Direi che si può essere partico­larmente contenti del fatto che nel testo si affermi chiaramente il « diritto di individui e comu­nità a praticare la propria reli­gione in privato e in pubblico» . Ed è importante la sottolineatu­ra della dimensione pubblica di questo diritto! Altrettanto im­portante è poi il punto in cui si afferma il diritto delle minoran­ze religiose di avere « propri luo­ghi di culto» .

Sbaglio, o manca il riferimento al diritto alla libertà di cambia­re religione?

Questo diritto è implicitamente compreso in quello di praticare liberamente la religione. O al­meno dovrebbe esserlo. Ovvia­mente sarebbe stato meglio e­splicitarlo. Ma non si poteva ot­tenere tutto e subito. Per il mo­mento direi che ci possa accon­tentare di quanto ottenuto.

Quali sono le novità rispetto al passato? Rispetto, ad esempio, al comunicato finale dell’in­contro di Madrid di luglio?

Quello di Madrid è stato un in­contro aperto anche ad altre confessioni cristiane e ad altri gruppi religiosi. Il nostro forum invece era solo tra musulmani e cattolici e quindi c’è stato modo di svolgere una riflessione più approfondita. Nel comunicato finale dell’incontro di luglio poi non si faceva cenno al diritto di praticare la propria religione in pubblico. Quindi ora è stato fat­to un passo in avanti. Almeno da un punto di vista teorico.

Ritiene che il comunicato fina­le potrà avere delle conseguen­ze pratiche per la situazione dei cristiani in terre a maggioranza musulmana o per i musulmani qui in Occidente?

Lo speriamo vivamente. Alla fi­ne del Forum infatti ci siamo chiesti come fare in modo che questa bella atmosfera si possa trasferire in tutti i luoghi in cui convivono fedeli cattolici e mu­sulmani.

E la risposta quale è stata?

Due punti nevralgici per rag­giungere questo scopo sono la scuola, l’istruzione, e il mondo dei mass media. Se questo cli­ma non si trasferisce in queste realtà decisive, allora i nostri sforzi, seppur nobili, rischiano di rimanere sterili.

Qual potrà essere il ruolo del Comitato cattolico- musulma­no permanente, di cui si parla nel comunicato finale?

L’idea è nata soprattutto tra i musulmani e da parte nostra si è accettato di prendere in con­siderazione questa possibilità. Per ora comunque, prima di mettere in piedi una ulteriore struttura burocratica forse è meglio aspettare la celebrazio­ne del secondo Forum che è previsto tra due anni in un Pae­se a maggioranza musulmana.

Quale può essere considerata l’autorevolezza e l’autorità de­gli islamici che hanno parteci­pato a questo primo seminario?

Non possiamo essere noi a dare questo tipo di valutazione. Visto che i partecipanti sono stati scel­ti dal mondo musulmano. Posso dire di essere rimasto favorevol­mente impressionato dall’alto li­vello culturale degli intervenuti.

Qual era il livello dell’esponen­te proveniente dall’Arabia Sau­dita?

Non c’è stato nessun rappresen­tante saudita. Era previsto ma poi, per motivi di salute, non è potuto intervenire. D’altra par­te anche il principe di Giordania non ha potuto partecipare. Ma queste assenze non intaccano certamente il valore dell’incon­tro.

Uno dei membri più conosciu­ti della delegazione musulma­na era Tariq Ramadan, il cui ruolo suscita interpretazioni contrastanti. Che impressione le ha fatto?

Debbo dire che nei colloqui a­vuti con lui sono rimasto favo­revolmente impressionato dalla sua cultura, dalla sua notevole intelligenza, e dalla sua grande apertura mentale. Debbo ag­giungere che anche altri mem­bri della delegazione cattolica hanno avuto la stessa mia im­pressione.

C’è chi dice che sarebbe più im­portante colloquiare con l’islam di popolo piuttosto che con i co­siddetti moderati che sarebbe­ro in realtà scarsamente rap­presentativi. Cosa pensa di que­sta considerazione?

Bisogna parlare con tutti. Con tutti quelli con cui è possibile. Ed è quello che stiamo cercando di fare. Certamente non è facile, anzi direi che è impossibile, par­lare con i terroristi. Ma spesso capita che non siamo noi a sce­gliere, ma che gli interlocutori siano quelli che si presentano come tali.

Nello stesso giorno in cui il Pa­pa ha parlato ai partecipanti al seminario ha anche ricevuto il nuovo ambasciatore d’Egitto, al quale ha chiesto, in pratica, la possibilità di avere luoghi di culto cristiani nei nuovi siti tu­ristici del Paese. Il vostro dica­stero è impegnato anche su questo fronte?

Non specificamente. Ma ovvia­mente speriamo che una delle conseguenze pratiche del nostro lavoro e del nostro comunicato finale sia proprio questo: che laddove ci sono cristiani, ci sia­no luoghi di culto, chiese, in cui possono liberamente e pubbli­camente professare la propria fede. Questo vale nei nuovi siti turistici dell’Egitto, ma anche in Paesi dove questa libertà è ora tassativamente esclusa come, ad esempio, l’Arabia Saudita o le Maldive.

Quali sono i prossimi appunta­menti del dicastero da lei pre­sieduto riguardo ai rapporti con l’islam?

A metà dicembre nei nostri uffi­ci ci sarà una riunione con una delegazione della World Islamic Call Society proveniente dalla Libia, un partner importante per il dialogo col mondo msusul­mano..

Lei è in partenza per New York. Cosa dirà alla Sessione pro­mossa dal re saudita per infor­mare l’Assemblea Onu del pro­cesso iniziato alla World Confe­rence on dialogue tenuta a Ma­drid il 16- 18 luglio scorso?

Mi soffermerò sul contributo specifico che i cristiani possono dare alla costruzione della pace nel mondo. Insisterò sul fatto che i credenti devono essere coerenti e credibili e che devo­no essere promotori di valori co­me la sacralità della vita e della famiglia., la dignità della perso­na umana e il rispetto della li­bertà di coscienza e religione.

Anche nella stessa Arabia Sau­dita?

Intelligenti pauca.

© Copyright Avvenire, 12 novembre 2008

Nessun commento: