venerdì 3 aprile 2009

Dialogo fra Mons. Fisichella e Lucia Annunziata che riconosce al Papa una trasparenza mai vista (Osservatore Romano)


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Dialogo tra l'arcivescovo Rino Fisichella e Lucia Annunziata

Soluzioni condivise sulla legge 40 e sugli altri temi etici

di Marco Bellizi

La legge 40 sulla fecondazione assistita "non è stata certamente una legge cattolica ma una legge in difesa della salute della donna": così l'arcivescovo Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la vita, e rettore della Pontificia Università Lateranense ha commentato la notizia della sentenza della Corte Costituzionale italiana che ha dichiarato illegittime alcuni parti appunto della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita.
L'arcivescovo ha partecipato questa mattina - assieme a Lucia Annunziata, già presidente della Rai - a un confronto organizzato dall'Unione cattolica stampa italiana dal titolo "La coscienza in prima pagina", nel corso del quale è stata presentata anche un'indagine realizzata da nove studenti della Libera Università Maria Santissima Assunta su come i principali quotidiani italiani hanno seguito il recente dibattito sui temi etici.
Che la legge ledesse la salute della donna - ha spiegato l'arcivescovo - "è tutto da dimostrare. Se una donna deve essere, come era in precedenza, continuamente stimolata a produrre più ovuli, credo non sia una passeggiata". Il presule ha richiamato l'attenzione sulle "tante sperimentazioni selvagge che venivano fatte e che temo possano tornare di nuovo: c'è - ha avvertito - una nuova schiavitù all'orizzonte che proviene da una ricerca che rischia di sfociare nell'eugenetica, dobbiamo guardare al futuro con molto timore".
Come in ogni legge - ha aggiunto comunque l'arcivescolo - "deve esserci la capacità di dare ascolto a tutte le istanze presenti nel Paese. In questo caso le istanze fondamentali sono due. L'istanza di libertà che viene dal mondo laico è una, poi c'è l'istanza del rispetto della vita dal concepimento alla fine che viene dal mondo cattolico. Sono convinto che ci debba essere la capacità di ascolto verso entrambe per arrivare come in ogni legge a un compromesso".
Nel corso del suo intervento, il presidente della Pontificia Accademia per la vita ha analizzato la realtà del mondo dell'informazione in Italia e il ruolo della religione nella società, sotto l'aspetto in particolare dei rapporti con lo Stato. Elementi che influenzano anche il modo con il quale l'informazione si trova a trattare i temi etici e religiosi. "È vero - ha detto l'arcivescovo - che si fa informazione. Ma è altrettanto vero che in Italia la tradizione informativa è tale per cui si fa anche formazione. E del resto anche riportare semplicemente i fatti implica fatalmente interpretarli e quindi dare un'opinione. La coscienza non è un dato neutrale: si forma dalla nascita alla morte. Certo, per un cristiano la coscienza si forma in maniera determinante sulla parola di Dio. Ma uno degli elementi che attestano la bellezza del cristianesimo, la sua ragionevolezza - se la fede non ragiona non è una fede cattolica - è che l'uomo è sempre chiamato a seguire la propria coscienza, anche se è in errore". La coscienza si forma dunque anche attraverso la lettura dei giornali, che riportano una pluralità di informazioni fra le quali è difficile districarsi per arrivare a una valutazione consapevole. Dal punto di vista politico, in Italia, la distribuzione di cattolici in tutti i partiti ha come conseguenza l'emergere di posizioni non sempre conformi all'identità della Chiesa:
"Come fa un cattolico - è la riflessione dell'arcivescovo - a essere d'accordo con l'aborto e l'eutanasia? Questo ha portato la Conferenza episcopale a intervenire quando nella società si pongono questioni che vanno chiarite. Noi non siamo cittadini di "serie b". Crediamo che le nostre posizioni debbano essere ascoltate. Perché se così non fosse verrebbe meno un elemento importante per la formazione delle coscienze. Una delle cose che mi rende, personalmente, più triste è la ridicolizzazione delle nostre posizioni. Oggi addirittura c'è chi afferma che chi ha fede non può essere uomo di scienza. Ricordo a tutti che laicità significa capacità di ragionare indipendentemente dalla fede. Anch'io ne sono capace".
Lucia Annunziata nel suo intervento ha invitato a spostare l'attenzione dai mezzi di informazione alla società, della quale i primi sono "specchio fedele". L'Italia - ha spiegato - "è un Paese molto ideologico. Anch'esso, come Berlino, ha avuto il suo muro. Un muro ideale, espressione di una guerra fredda che qui è stata abbastanza calda.
La Chiesa si è trovata in mezzo, anche a causa di un rapporto con la politica che ha un'importanza maggiore che in altri Paesi, Spagna compresa. A questo si aggiunge la povertà dell'Italia in termini di lettori. Proporzionalmente oggi i giornali vendono molto meno che nell'immediato dopoguerra. Da qui la lotta ad accaparrarsi una pagina in più, un lettore in più". Facendo più sensazione che informazione. E usando toni esasperati. "In Italia - ha proseguito Annunziata - esiste il reato di vilipendio delle istituzioni, le quali, a differenza dei politici, devo dire godono di un certo rispetto. In compenso abbiamo parlato della Chiesa e del Papa con toni che non si sono mai sentiti nei confronti di qualsiasi altra cosa dal carattere sacro o istituzionale. Mi chiedo perché questo sia accaduto".

Annunziata ha riconosciuto alla Chiesa "una trasparenza mai vista.

Mi riferisco alla lettera del Papa ai vescovi di tutto il mondo e, per esempio, all'intervento dello stesso monsignor Fisichella sulla vicenda della bambina brasiliana pubblicato da "L'Osservatore Romano". Bisogna chiedersi perché questo non viene apprezzato ma anzi strumentalizzato".
Un'informazione corretta è chiaramente tanto più necessaria quando si tratti temi come quelli etici.
Su questo punto è intervenuto Franco Siddi, segretario generale della Federazione nazionale stampa italiana: "L'informazione - ha detto - è sempre più sotto la pressione della piazza, delle fazioni, delle espressioni di potere. In questo contesto è sempre più difficile far capire. Invece sui temi come la vita e la bioetica bisognerebbe fare una ricerca approfondita per arrivare a soluzioni che non lacerino la società.
Sarebbe utile sviluppare sui giornali, adesso, un'informazione più serena e completa sui temi etici più sensibili".

(©L'Osservatore Romano - 4 aprile 2009)

3 commenti:

Caterina63 ha detto...

l'Annunziata che si converte alla verità del Magistero pontificio?????
questo si che è uno scoop...

Ma allora vedete che c'è sempre speranza (anche se non mi fido molto) ^__^

ciò non toglie che a tratti mons. Fisichella che amo davvero come fosse mio padre, non è altrettanto TRASPARENTE....^__^

L'Unione cattolica stampa italiana dal titolo "La coscienza in prima pagina"....ha spesso TACIUTO nel prendere una posizione in difesa della VERITA' ETICA E MORALE...anzi, non si è mai sentita prendere una posizione...

Ed ho piacere che, come si legge nell'articolo, oggi "è stata presentata anche un'indagine realizzata da nove studenti della Libera Università Maria Santissima Assunta su come i principali quotidiani italiani hanno seguito il recente dibattito sui temi etici."

ma...non leggo queste "Soluzioni condivise".....

si parla dei diritti della Donna, perfetto, sono soluzioni già concrete da tempo...

dice mons. Fisichella:

Come in ogni legge - ha aggiunto comunque l'arcivescolo - "deve esserci la capacità di dare ascolto a tutte le istanze presenti nel Paese. In questo caso le istanze fondamentali sono due. L'istanza di libertà che viene dal mondo laico è una, poi c'è l'istanza del rispetto della vita dal concepimento alla fine che viene dal mondo cattolico. Sono convinto che ci debba essere la capacità di ascolto verso entrambe per arrivare come in ogni legge a un compromesso".


COMPROMESSO??!!
ma stiamo scherzando?
Il Papa stesso disse NO, a nessun compromesso che potesse ledere la vita degli embrioni, lo dice Giovanni Paolo I nell'Evangelium Vitae, e lo ha ripetuto più volte Benedetto XVI...
Ci sono delle LEGGI SUPERIORI che non possono essere trattate con dei compromessi ...ed è vero, perchè quando cominci a togliere qualcosa in cambio di un altra, finisci per cambiare il tutto, finisci con il dire: se per questo si è cambiato, perchè per quest'altro non modifichiamo?

Così come è ottimo questo passaggio di Fisichella:

Dal punto di vista politico, in Italia, la distribuzione di cattolici in tutti i partiti ha come conseguenza l'emergere di posizioni non sempre conformi all'identità della Chiesa: "Come fa un cattolico - è la riflessione dell'arcivescovo - a essere d'accordo con l'aborto e l'eutanasia?

Eccellenza...sapesse noi da quanti mesi ce lo chiediamo!!
^__^

Infine ciò che ancora stenta ad emergere è quell'avvertimento del Cristo:
Ma sia il vostro parlare: Sì, si; o no, no: quel che vi è di più proviene dal male.
Matteo 5, 37

ergo nessun compromesso, caro mons. Fisichella, sulla questione bioetica, ma CULTURA, INFORMAZIONE E FORMAZIONE, come ha ben spiegato lei, delle coscienze....

Filialmente CaterinaLD

euge ha detto...

Credo che da quando Mons. Fisichella ha preso la presidenza della Pontificia Accademia per la vita, risenta anche lui del politicamente corretto. Dico questo con un pò di dispiacere visto che come te cara Caterina, apprezzo moltissimo Fisichella e glio ho sempre manifestato la mia solidarietà anche quando è stato attaccato.
Non sò perchè abbia parlato di compromesso.............! Non si può scendere a compromessi nui temi etici e sui valori non negoziabili. Sono francamente molto perplessa su questa dichiarazione.

"Come fa un cattolico - è la riflessione dell'arcivescovo - a essere d'accordo con l'aborto e l'eutanasia?"

Giustissimo ed allora mi dice Mons. Fisichella come si può giungere ad un compromesso per salvare capra e cavoli?

psico ha detto...

Care amiche,

il parlamento è il luogo dove si cercano accordi tra parti politiche diverse - che rappresentano i cittadini che le hanno votate - per approvare leggi. E' dunque il luogo dei negozi e dei compromessi. Fisichella lo sa e lo afferma. La Legge 40 ne è un tipico esempio. Infatti non è una legge cattolica ma non soddisfa pienamente neanche le istanze laiche.