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ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE": LO SPECIALE DEL BLOG
«L’idea guida: rispetto dell’uomo e della vita»
Monsignor Fisichella: il Papa non condanna il mercato ma chiede correzioni
di FRANCA GIANSOLDATI
CITTA’ DEL VATICANO
Tra le 140 pagine dell’enciclica Caritas in Veritate, il Presidente dell’Accademia per la Vita, monsignor Rino Fisichella, individua un filo rosso: «mi riferisco al legame stretto che lega l’etica sociale all’etica della vita. Il Papa è come se dicesse a coloro che cercano veramente la strada dello sviluppo che per arrivare all’obiettivo occorre riconoscere fino in fondo la dimensione dell’uomo. Il che implica il pieno rispetto del suo essere, il suo nascere, il suo morire. Quando questa verità entra a contatto con l’agire sociale, produce progresso».
Rispettare la vita, dunque, essere contro l’aborto, l’eutanasia, la ricerca alle staminali, porta allo sviluppo dei popoli?
«Il principio della centralità della vita è uno dei cardini della Dottrina Sociale della Chiesa assieme al principio del raggiungimento del bene comune. Si produce progresso osservando la dignità della persona umana, declinata in ogni situazione sociale. Un’etica economica che prescindesse da questo, rischierebbe di perdere la propria connotazione e di prestarsi a strumentalizzazioni».
Perché il Papa lega la difesa dell’ambiente a quello della vita umana? Che cosa c’entra la difesa dell’embrione con la salvaguardia delle foreste equatoriali?
«Il progresso della scienza e della tecnica fa emergere con chiarezza che è impensabile illudersi di custodire il Creato nell’indifferenza verso il mistero della vita umana, dal suo inizio fino alla fine. Sono piani legati inscindibilmente. E’ un intreccio che nessuno potrà annullare. Il libro della Natura è uno ed è indivisibile».
Ma che c’entra la difesa della vita con la crisi economica?
«E’ l’elemento di grande provocazione dell’enciclica. Il Papa davanti alla grande crisi che il mondo sta vivendo dal punto di vista economico e finanziario, arriva ad indicare nelle Nazioni Unite l’unico organismo che avrebbe le competenze per trovare soluzioni globali. Impegnarsi nella realizzazione di un autentico sviluppo integrale ispirato ai valori della carità nella verità. Ciò richiederebbe nuove regole non sono in ambito politico ma anche economico e finanziario, per attuare un ordine sociale conforme all’ordine morale».
In più punti si legge che una finanza senza Dio è causa di crisi e di povertà...
«Quando si fa della finanza un elemento che favorisce solo i Paesi privilegiati, quelli dotati di tecnologie avanzate, e si evita di guardare ad un orizzonte più lontano, e ai bisogni di tutti, è inevitabile, come poi i fatti hanno dimostrato, che la crisi sopraggiunge inevitabile, trascinando con sè anche le nazioni opulente. L’avidità dei più ricchi non li rende più ricchi, ma li fa cadere in un circuito di nuove povertà».
Quindi l’enciclica contiene una condanna al mercato?
«No, chiede solo una correzione. Il mercato non dovrebbe essere limitato ai paesi tecnologicamente avanzati. La logica del mercato deve perseguire il bene comune».
Sempre a proposito di vita umana. Il Papa dice che gli immigrati non sono merce ma una risorsa, eppure in Italia si è appena approvato il pacchetto di Sicurezza che ha fatto storcere il naso alla Chiesa..
«Il pacchetto approvato è formato da molti aspetti e non di un solo elemento. Guardiamo l’insieme. Il fenomeno dell’immigrazione deve prevedere l’accoglienza, fermo restando l’osservanza delle leggi. L’obiettivo per tutti è l’integrazione nel rispetto reciproco garantendo dignità a tutte le persone».
© Copyright Il Messaggero, 8 luglio 2009 consultabile online anche qui.
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