lunedì 14 settembre 2009
L'omelia del Papa nella Messa per gli ex-allievi: la fede non è moralismo, ma l'incontro con la Verità in persona (Radio Vaticana)
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Il Papa a Malta nell'aprile 2010 nel 1950.mo anniversario del naufragio di San Paolo (Radio Vaticana)
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Il richiamo del Papa ai vescovi: «Molti lavorano per se stessi» (Tornielli)
Il Papa: "La fedeltà del servo di Gesù Cristo consiste proprio anche nel fatto che egli non cerca di adeguare la fede alle mode del tempo. Solo Cristo ha parole di vita eterna, e queste parole dobbiamo portare alla gente. Esse sono il bene più prezioso che ci è stato affidato. Una tale fedeltà non ha niente di sterile e di statico; è creativa...Fedeltà non è paura, ma è ispirata dall’amore e dal suo dinamismo" (Omelia Ordinazioni Episcopali)
L'omelia del Papa nella Messa per gli ex-allievi: la fede non è moralismo, ma l'incontro con la Verità in persona
La Sala Stampa vaticana ha pubblicato oggi l’omelia che Benedetto XVI ha pronunciato in tedesco durante la celebrazione eucaristica con il circolo dei suoi ex-alunni, domenica 30 agosto a Castel Gandolfo. Il Papa nell’occasione aveva affrontato il tema della purezza dell'uomo davanti a Dio e il rapporto tra la legge e l’amore. Ce ne parla Sergio Centofanti.
Il cristianesimo - afferma il Papa - non è una forma di “moralismo” perché “non siamo noi a creare ciò che è buono” ma è la Verità che “ci viene incontro … Egli, che è la Verità e l’Amore –, ci prende per mano, compenetra il nostro essere. Nella misura in cui ci lasciamo toccare da Lui, in cui l’incontro diventa amicizia e amore, diventiamo noi stessi, a partire della sua purezza, persone pure e poi persone che amano con il suo amore, persone che introducono anche altri nella sua purezza e nel suo amore”.
Il Papa sottolinea il fatto che “non siamo come pecore senza pastore, che non sanno dove sia la via giusta. Dio si è manifestato. Egli stesso ci indica la strada. Conosciamo la sua volontà e con ciò la verità che conta nella nostra vita”. La gioia – ha detto - è questa: la verità che da soli non potevamo trovare c’è stata rivelata da Dio stesso. “È un dono immeritato che ci rende allo stesso tempo umili e lieti”.
“Dio – ha proseguito il Pontefice - ci ha mostrato gratuitamente il suo volto, la sua volontà, se stesso. Se questa gioia riemergerà in noi essa toccherà anche il cuore dei non-credenti. Senza questa gioia noi non siamo convincenti. Dove, però, tale gioia è presente, essa – anche senza volerlo – possiede una forza missionaria. Suscita, infatti, negli uomini la domanda se non si trovi forse veramente qui la via – se questa gioia non guidi forse effettivamente sulle tracce di Dio stesso”.
Il Papa parla del rapporto tra osservanza della Legge e amore. “Non siamo più servi ma amici” ci dice Gesù. “La Legge non è più una prescrizione per persone non libere, ma è il contatto con l’amore di Dio – l’essere introdotti a far parte della famiglia, atto che ci rende liberi e ‘perfetti’”. Allora – rileva Benedetto XVI - “la Legge, come parola dell’amore, non è una contraddizione alla libertà, ma un rinnovamento dal di dentro mediante l’amicizia con Dio”. Infine eleva questa preghiera a Dio: “purificaci nella verità. Sii tu la Verità che ci rende puri. Fa’ che mediante l’amicizia con te diventiamo liberi e così veramente figli di Dio, fa’ che diventiamo capaci di sedere alla tua mensa e di diffondere in questo mondo la luce della tua purezza e bontà”.
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