mercoledì 23 settembre 2009
La notizia della dichiarazione del vescovo di Stoccolma è arrivata alle agenzie italiane. La Santa Sede intervenga prima dell'ennesima tempesta
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LEFEBVRIANI: VESCOVO STOCCOLMA, AVEVO AVVERTITO VATICANO SU WILLIAMSON
Il vescovo di Stoccolma, mons. Anders Arborelius, aveva avvertito la Santa Sede delle dichiarazioni che negavano l'Olocausto del vescovo lefebvriano Richard Williamson, rilasciate al programma di approfondimento giornalistico della televisione svedese ''Uppdrag granskning''. La trasmissione, andata in onda il 21 gennaio 2009, e' coincisa con le prime voci - successivamente confermate - della decisione di papa Benedetto XVI di revocare la scomunica ai quattro vescovi della lefebvriana Fraternita' Sacerdotale San Pio X, compreso lo stesso mons. Williamson. La coincidenza dei due eventi aveva provocato polemiche a livello globale tra la Chiesa cattolica e il mondo ebraico. Mons. Arborelius, in un nuovo documentario di ''Uppdrag granskning'' che andra' in onda questa sera, ha raccontato di aver informato, come di routine, il Vaticano dell'intervista di Williamson: ''Nel programma - informa il vescovo in un comunicato, disponibile anche in italiano sul sito www.angelambrogetti.org - si vedra' che noi alla diocesi cattolica di Stoccolma, come facciamo sempre, abbiamo inoltrato le informazioni in nostro possesso sulla Fraternita' Sacertodale San Pio X e Richard Williamson, e anche il contenuto dell'intervista di Uppdrag granskning con lui, ai rappresentanti del Vaticano''. ''Tengo a sottolineare - aggiunge - che abitualmente inviamo informazioni su questioni che riguardano la Chiesa al Vaticano, e che non si tratta di nulla di eccezionale in questo caso''. Secondo quanto riferisce il blog cattolico conservatore ''Rorate Coeli'', il programma presentera' anche un'intervista con il presidente del Pontificio Consiglio per l'Unita' dei Cristiani, card. Walter Kasper, realizzata in occasione della sua visita a Stoccolma in luglio per il festival Pueri Cantores, in cui il cardinale ripete - come gia' detto in varie occasioni - di non essere stato consultato sulla revoca delle scomuniche. Kasper affermerebbe inoltre che, pur non avendo ricevuto nessuna informazione specifica, le simpatie antisemite di mons. Williamson erano in termini generali ben note, e di essere rimasto stupito che queste non fossero conosciute dalla Pontificia Commissione Ecclesia Dei responsabile dei rapporti con i tradizionalisti. Una nota della Segreteria di Stato, pubblicata il 4 febbraio 2009, spiegava che le dichiarazioni di Williamson non erano ''conosciute dal Santo Padre nel momento della remissione della scomunica''.
La comunicazione, quindi, secondo la ricostruzione del documentario svedese, si deve essere interrotta in un qualche punto tra Stoccolma e Roma.
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Io mi sento di affermare che la comunicazione si e' interrotta in un punto imprecisato della segreteria di stato.
Non e' comunque difficile scovare il colpevole. Basta scoprire a chi la comunicazione e' stata inviata.
Dove e' finito il fax (o la mail o il biglietto del piccione viaggiatore) inviato dal nunzio apostolico?
Oppure: chi era all'altro capo del filo quando e' arrivata la telefonata?
Un consiglio: la sala stampa (leggi: la segreteria di stato) intervenga prima che si scateni la tempesta mediatica giusto in tempo per la partenza del Papa per Praga.
Ulteriori ritardi non sono giustificabili.
Sara' ovviamente da valutare anche il comportamento dei prelati che hanno rilasciato interviste alla tv svedese.
R.
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2 commenti:
Raffaella prepara il tuo coniglio, Don Marco dov'è il leoncino????
Io ho già addestrato il mio cane pechinese. Kg. 5 di grinta allo stato puro. A parte gli scherzi...preghiamo per il nostro Benedetto.
Cara Raffaella, non succederà nulla di tutto quello che noi auspichiamo e che dal mio modo di vedere è giusto sperare; ma, sarà sempre il nostro Pontefice ad essere fatto a brandelli non solo dai giornali e dai media in genere, ma, anche da coloro che non lo hanno sostenuto allora e non lo sosterranno adesso. Anzi, secondo me, questa doveva essere la mazzata finale per impedire il dialogo di riavvicinamento con i lefrevriani.
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