mercoledì 28 ottobre 2009

Vian sulle esternazioni di Küng: "Lontane dalla realtà". Prego il sito della Santa Sede di mettere online l'articolo


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L’OSSERVATORE ROMANO: VIAN SU ARTICOLO DI KÜNG, “LONTANO DALLA REALTÀ”

“Ancora una volta una decisione di Benedetto XVI torna a essere dipinta con tinte forti, precostituite e soprattutto lontanissime dalla realtà”. E’ il commento del direttore dell’Osservatore Romano, Gian Maria Vian, ad un articolo di Hans Küng, il teologo svizzero “antico collega e amico” del Papa, rilanciato con clamore in Inghilterra da «The Guardian» e in Italia da «La Repubblica». Lo stesso Papa nel 2005, solo cinque mesi dopo la sua elezione, “volle incontrare in amicizia” Küng , nonostante non fosse più considerato dalla Santa Sede un teologo cattolico. Da allora più volte Küng, “infallibilmente ripreso da influenti media, è tornato a criticare, con asprezza e senza fondamento, Benedetto XVI”.
Come fa adesso, “a proposito dell'annuncio, davvero storico, da parte della Santa Sede della prossima costituzione di strutture canoniche che permetteranno l'entrata nella comunione con la Chiesa cattolica di molti anglicani”.
Un gesto “volto a ricostituire l'unità”, ma che “viene distorto e rappresentato enfaticamente come se si trattasse di un'astuta operazione di potere da leggersi in chiave politica, naturalmente di estrema destra”. Vian definisce quella di Küng “una rappresentazione tanto fosca quanto infondata della Chiesa cattolica e di Benedetto XVI”, esprimendo “amarezza” di fronte a questo “ennesimo gratuito attacco alla Chiesa di Roma e al suo indiscutibile impegno ecumenico”.

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27 commenti:

a. ha detto...

strano vero?
proprio oggi l'osservatore romano non è disponibile online.
come è strana la vita.

sonny ha detto...

Bene bene bene. Mi permetto solo di contraddire Vian su una cosa. Kung non ha rasentato il ridicolo, Kung è RIDICOLO!!!!!

mariateresa ha detto...

L'articolo, almeno come si legge nelle agenzie, è buono anche se si poteva dire di più. Personalmente io sottolinerei con l'evidenziatore che la richiesta è nata all'interno della Chiesa anglicana e non sono stati mandati dei missionari nelle terre di sua Maestà per fare proseliti. Ignorare questo fatto, ripeto un fatto, è davvero comico. Non solo Kung da cattolico è costernato che altri battezzati entrino nella sua chiesa ma con un funambolico salto mortale all'indietro dice che la colpa è del papa.B ussano alla porta e si dovrebbe rispondere "ma andate un po' al diavolo che non vogliamo rovinare il dialogo ecumenico eppoi il papa si può montare la testa e vuol diventare l'imperatore".
Il primate Williams ha partecipato alla conferenza stampa congiunta senza lanciare anatemi? Beh, ma è successo perchè il poverino è un melenso.
Se questa è la linea dei liberals sulla vicenda, andiamo bene.Perchè è assurdo anche a livello del senso comune.
Ma se dicono così c'è più di un motivo. La Chiesa cattolica nei media e nelle alte sfere intellettuali non deve dimostrare nessun appeal e attrattiva.Insomma deve fare schifo come premessa, poi semmai si può tollerare se quotidianamente si prende a forchettate nei zanetti su ogni vicenda, chiedendo scusa e fustigandosi le spalle con il gatto a nove code.
Mi dispiace ma avverto questi sottointesi.Questo andazzo dura da molti anni e fanno fatica ad accorgersi che il gioco è un tantino usurato. E fanno fatica perchè i media li coccolano molto su questo punto.

euge ha detto...

Kung rilascia interviste contro Benedetto XVI perchè tanto sa che c'è sempre chi aspetta certe dichiarazioni a braccia aperte. E' un modo come un altro, per creare problemi ed ostacoli ad una persona Benedetto XVI, che va avanti per la sua strada infischiandosene dei giornali, dei giornalisti, della popolarità e molto probabilmente anche di Kung.

Anonimo ha detto...

L'articolo de Repubblica è una traduzione, l'articolo appare non solo su Guardian, ma anche sul francese Monde. Non mi sembrerebbe più strano di tanto se fosse apparso anche sullo spagnolo El Pais ... Che coincidenza internazionale!

Peter Moscatelli

Raffaella ha detto...

Guardian+Le Monde+Repubblica...che trio!
Gia'...manca solo El Pais!
R.

Anonimo ha detto...

Sì, Raffa, mettere l'articolo online. E possibilmente anche (e celermente) una sua traduzione in buon inglese, perché lo legga tutto il mondo. Grazie.

Raffaella ha detto...

Purtroppo si lavora con le armi spuntate.
Era opportuno avere il testo integrale dell'articolo, ma ancora una volta qualcosa si e' inceppato nella macchina comunicativa.
Inizia a essere un vizio.
R.

laura ha detto...

Infatti, l'Osservatore non è disponibile e sulla home page di google c'è un titolo ch fa inorridire a proposito dll'articolo di Kung e le accuse contro il Santo Padre sono molto gravi. Per questo non definivo divertente l'articolo, ma molto pericoloso. La cattiva informazione alimenta i pregiudizi e credo che la Santa Sde debba prendere posizion e far sentire la sua voce. Non si può lasciare sempre solo il Papa

mariateresa ha detto...

l'articolo integrale l'ho trovato in fancese
http://www.lemonde.fr/opinions/article/2009/10/28/la-politique-du-pape-envers-les-anglicans-est-un-veritable-drame-par-hans-kung_1259764_3232.html

massimo ha detto...

in ogni caso il blog si è espresso.è la strada giusta,prima o poi sto articolo salta fuori e lo incorniciamo.spero anche,cara raffa che su altri giornali qualcuno dica la sua come l'altro giorno il formidabile socci....

Anonimo ha detto...

Oggi ne parla anche Avvenire a pag 2 "L'ultima polemica inscenata da Kung. Quel deliberato stravolgimento del cammino ecumenico".
Alessia

alberto ha detto...

fatemi capire. ecumenismo sarebbe, convertiamoci tutti al papa?
E' sempre stato cosi', oppure Kung non sragiona del tutto?
Taize' deve chiudere per ferie?

alberto ha detto...

Se ce' una cosa che posso non capire e imputare a kung e' proclamarsi ancora cristiano.
In "essere cristiani" era arrivato ad ammettere cio' che e' difficile smentire: Gesu si sbaglio'. Il regno di Dio non venne. La parusia mai venuta.....Ma poi invece di dire che tutto e' fallito e' rimasto nella religione.
LUi attacca la politica religiosa, destra e sinistra, quando e' proprio il CENTRO che sembra mancare........

Raffaella ha detto...

Perche' Kung sarebbe di centro?
R.

alberto ha detto...

Apprezzo il lavoro di Benedetto di ripulire OGGI la chiesa.
Umanamente accetto non possa fare di piu'. Ma se vogliamo veramente capire se Gesu' e' risorto e se il messaggio e' credibile: un prossimo papa ripulisca (magari con dei solenni mea culpa) la storia della chiesa passata.

Raffaella ha detto...

Rimaniamo al tema della discussione.
Che cosa c'entra la pulizia nella Chiesa?
Siamo ancora ai mea culpa?
Secondo te e' piu' facile chiedere scusa per il passato o per il presente?
Benedetto XVI fa pulizia oggi, non nel passato.
R.

alberto ha detto...

Il centro e' il REGNO DI DIO, che non e' mai venuto presto pienamente (parusia).
Questo bisognerebbe analizzare!!
Nessuno sa il giorno ne l'ora, ma il tempo si ed era PRESTO!!!!

Per il resto che mi importa di PIetro paolo lutero o giovanni.

Se manca la resurrezionesiamo ancora nei ns peccati e anche quelli che sono morti sono perduti.

E che siamo ancora nei ns peccati sembra che lo testimoniano duemila anni di "cristianesimo".

alberto ha detto...

Si ma come fa a esistere una successione apostolica a Roma se c'e' stato papa Borgia pronto a scomunicare la sua amante se andava con il legittimo marito?
Se non puo' Benedetto, che ce lo spieghi un'altro papa!!!

alberto ha detto...

Ringrazio e mi scuso, che mi avete pubblicato. Oggi mi stavo sfogando. I temi che ho detto mi interessano. Ma con kung e il suo articolo c'entrano poco.
Capisco piu' Ratzinger di kung (soprattutto alla luce di cio' che ho letto del secondo).
Far sposare i preti risolverebbe i problemi di kung? Il sacerdozio alle donne? I preservativi? (sembra di sentire Vattimo). Ma la religione non e' solo etica prettamente orizzontale!!
E' DARE CONTO DELLA PROPRIA FEDE e poterla professare che conta.
La religione di Kung sembra un umanesimo intriso di religiosita' naturale. Ma senza l'escatologia a che serve? E' come un'ansiolitico. E un'illusione.

alberto ha detto...

Visto che ho fatto confusioni tra blog....
Le mie affermazioni sul REGNO DI DIO NON VENUTO e sulla chiesa del Borgia sono piu' domande che affermazioni!!!
Sul regno di Dio mi piacerebbe un chiarimento teologico (ma puo' essere che e' un limite di ricerche effettuate mio) sugli scandali passati mi piacerebbe che un giorno si trovasse, comunque, un modo per inquadrarli "provvidenzialmente" nel disegno di Dio.
Questo papa non puo' certo far tutto....i tempi non sono i nostri.
Certo, uno vorrebbe mettere al sicuro la speranza......non avere dubbi!!!
saluti e chiedo venia.
Io non dispero, cerco ancora. Nessuno si senta turbato. La fede puo' ancora vincere. Anzi e' scritto che vincera'.

Anonimo ha detto...

condivido l'ultima accorata (almeno, a me suona così) domanda di Alberto: la religione senza l'escatologia a che serve?

Consiglio la lettura dell'ultima parte della Spe Salvi!

alberto ha detto...

ti ringrazio per la segnalazione.
Non l'ho ancora letta (anche se sto leggendo alcune cose di Ratzinger, ad es. la raccolta delle catechesi su Paolo), se mi capitera' la leggero' sicuramente.
saluti

sam ha detto...

Caro Alberto, fai bene a cercare.
"Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto". Mt 7,7-8
Le risposte sul Regno di Dio le trovi naturalmente tutte nel Vangelo.
Ti consiglio, tra i tanti, il capitolo 13 di Matteo e questo brano di Luca.

Interrogato dai farisei: "Quando verrà il regno di Dio?", rispose:
"Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!.
Lc 17, 20-21

Se vuoi risposte teologiche, trovi una trattazione stupenda del Regno di Dio nel "Gesù di Nazareth" di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI.

Se preferisci due parole semplici da blog, di una cristiana che cerca di rendere ragione della speranza ce è in lei, ti dico che il problema è ragionare secondo la logica di Dio e non dell'uomo.
Se per Regno di Dio intendi la vittoria del Bene, della Giustizia e della Pace sulle potenze del male, bisogna intendersi. Se ragioni in piccolo, come piace al Signore che è grande o in grande come piace all'uomo che è meno di un soffio.
Le ideologie del XX secolo miravano a realizzare dei sistemi perfetti su questa terra, ma in realtà erano solo utopie dettate dalla superbia e dal delirio di onnipotenza dell'uomo che hanno prodotto i mali peggiori della storia dell'umanità. Purtroppo certa "telogia" ragiona secondo le medesime logiche e immagina che il Regno di Dio sia una sorta di mondo perfetto di pace e giustizia sociale che dovrà realizzarsi sulla terra e in questo senso non si è ancora realizzato.
Ma questo modo di intendere il Regno di Dio è lo stesso modo di intendere la venuta del Messia da parte degli Ebrei - una venuta in pompa magna, gloriosa e vittoriosa in termini temporali - logica smentita da Gesù Cristo, Signore crocifisso e risorto, il cui Regno "non è di questo mondo" Gv 18,36.
Dunque per vedere la restaurazione universale del Regno di Dio, bisogna aspettare la fine del mondo, dopo il Giudizio Universale.
Eppure non è vero che il Regno di Dio non è ancora venuto. Ci ha detto Gesù che è in mezzo a noi.
Dunque come può il Regno di Dio essere già venuto se non è di questo mondo? Nello stesso modo per cui Gesù era nel mondo senza essere del mondo e così tutti i suoi discepoli. Nel mondo, ma non del mondo, come seme che germoglia, come lievito che fermenta, come chicchi di grano che muoiono e producono frutto.
Come fare allora a vedere questo Regno di Dio che è in mezzo a noi?
Il Vangelo ci dà la rotta: bisogna rinascere dall'alto. Gv 3,3
Se ti sollevi dai discorsi della terra e ti apri allo Spirito scoprirai che il Regno di Dio, l'Amore, la Giustizia, la vittoria del Bene sulle potenze del Male, esiste già in molti cuori e in tanti piccoli semi di luce sparsi nella Chiesa e nel mondo.
Il Regno di Dio è Cristo stesso ed esiste già in mezzo a noi, là dove Lui è il Signore.

alberto ha detto...

La questione e' "ambigua". Il regno E' gia' e non ancora.
La primizia c'e', l'evento principale (la resurrezione e' gia avvenuta) ma il compimento pieno si avra' solo alla fine (parusia).
E' discusso (non so la posizione del papa) se i primi cristiani fossero una setta apocalittica.
Di sicuro il primo scritto cristiano (1ts), precedente agli stessi vangeli, testimonia una "fede" molto "impegnativa".
Paolo dice "sulla parola del SIGNORE, noi che saremo ancora in vita al suo ritorno non moriremo...risorgeranno i morti e noi saremo trasformati"
Ora e' chiaro che Paolo e' morto da duemila anni e non c'e' mai stato alcun ritorno di Cristo, ne i morti sono mai risorti nella loro carne (e se lo sono tipo lazzaro sono rimorti).
La fede e' dunque fallita?
Oppure manca ancora qualcosa?
Cosa manca? L'evangelizzazione del mondo? la conversione del mondo? la conversione degli ebrei?
Queste sono le domande finali.
E la veridicita' di una fede si vede sempre alla fine. Per gli ebrei il messia puo' sempre arrivare, per i mussulmani il mahdi e il giudizio universale, per i cristiani il Cristo.
E' chiaro che chi arriva prima vince. O non arriva piu' nessuno ed erano tutte proiezioni meramente umane. Oppure come direbbe il buddismo tutto e' un eterno ritorno e il nirvana e' l'annientamento da una vita o oltrevita che e' sostanzialmente MALE.

alberto ha detto...

dal catechismo della chiesa Cattolica:
671 Già presente nella sua Chiesa, il Regno di Cristo non è tuttavia ancora compiuto "con potenza e gloria grande" ( Lc 21,27 ) [Cf Mt 25,31 ] mediante la venuta del Re sulla terra. Questo Regno è ancora insidiato dalle potenze inique, [Cf 2Ts 2,7 ] anche se esse sono già state vinte radicalmente dalla Pasqua di Cristo. Fino al momento in cui tutto sarà a lui sottomesso, [Cf 1Cor 15,28 ] "fino a che non vi saranno i nuovi cieli e la terra nuova, nei quali la giustizia ha la sua dimora, la Chiesa pellegrinante, nei suoi sacramenti e nelle sue istituzioni, che appartengono all'età presente, porta la figura fugace di questo mondo, e vive tra le creature, le quali sono in gemito e nel travaglio del parto sino ad ora e attendono la manifestazione dei figli di Dio" [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 48]. Per questa ragione i cristiani pregano, soprattutto nell'Eucaristia [Cf 1Cor 11,26 ] per affrettare il ritorno di Cristo [Cf 2Pt 3,11-12 ] dicendogli: "Vieni, Signore" ( 1Cor 16,22; Ap 22,17; Ap 22,20 ).

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Il Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa [Cf Ap 13,8 ] secondo un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male [Cf Ap 20,7-10 ] che farà discendere dal cielo la sua Sposa [Cf Ap 21,2-4]. Il trionfo di Dio sulla rivolta del male prenderà la forma dell'ultimo Giudizio [Cf Ap 20,12] dopo l'ultimo sommovimento cosmico di questo mondo che passa [Cf 2Pt 3,12-13 ].

alberto ha detto...

in Jean Danielou (parusia e missione)

Noi siamo salvati in Cristo. Per conseguenza la salvezza nostra non è pili soltanto una speranza, ma una realtà già realmente posseduta. Abbiamo già la vita divina e la fine dei tempi è venuta con Cristo. Questo è definitivamente acquisito (2).

Tuttavia, se consideriamo noi stessi e l'umanità che ci circonda, siamo colpiti dal contrario, cioè da quel che resta di miseria, di peccato e dalla piccola differenza che spesso sembra esserci tra un cristiano e un non cristiano. Siamo sbalorditi vedendo come la salvezza acquistata in Cristo sia ancora cosi poco manifesta. Era già cosi. per i primi cristiani; benché convinti che a partire dalla Pentecoste lo Spirito Santo fosse venuto e che essi avessero la vita divina, erano pure coscienti di ciò che loro mancava; vedevano bene, in particolare, di non essere ancora risorti. Se essi, secondo il detto di S. Paolo, potevano dire: «Consurrexistis cum Christo - Siete già risorti con Cristo », sapevano anche che la resurrezione a cui partecipavano con la grazia non era ancora manifestata nel loro corpo. Secondo un'espressione di S. Giovanni: «Noi siamo ora figli di Dio ». Nunc è come l'hapax di poco sopra. « Ma ciò che saremo un giorno non è ancora stato manifestato ». C'è quindi qualche cosa di acquisito e nel tempo stesso uno scarto che separa questa prima acquisizione dal compimento definitivo. Ma sappiamo che al tempo di questa manifestazione, di questa Apocalissi, «noi saremo simili a Lui perchè lo vedremo come è (3) ».

I primi cristiani dunque, pur avendo realizzato quanto per loro era già acquisito, attendevano che Cristo tornasse dal Cielo (dove era salito nell' Ascensione) in un avvenimento che chiamavano la parusia, o l'adventus, la venuta di Cristo a radunare tutti gli amici di Dio nella casa del Padre. «lo me ne vado, dice Cristo in So Giovanni, per prepararvi un posto. Ritornerò e vi prenderò con me... Ancora un poco e non mi vedrete, un altro poco e mi vedrete (4) ».

Bisogna aggiungere che quel ritorno sembrava loro imminente: «Vi dico in verità, aveva detto Gesù, che qualcuno di coloro che sono presenti non gusterà la morte prima di vedere il Figlio dell'uomo nel suo regno (5) ». Questa credenza si nota in alcune epistole di So Paolo, in particolare nella Prima Epistola ai Tessalonicesi: «Se crediamo che Gesù mori e risuscitò, crediamo anche che Dio condurrà con Gesù coloro che in Lui si sono addormentati. Ecco quello che vi diciamo: noi cheviviamo, che siamo riservati per la venuta del Signore, per la parusia, non preverremo quelli che si sono addormentati, cioè i morti, poiché al segnale dato - (è perfetto linguaggio biblico) -, alla voce dell' Arcangelo, al suono della tromba divina, il Signore stesso discenderà dal cielo... - (è la parusia) - ...e quelli che in Cristo sono morti risorgeranno per primi. Quindi noi che viviamo, che siamo superstiti, saremo con essi trasportati sopra le nubi, in aria, incontro al Signore. E cosi saremo perpetuamente col Signore. Consolatevi dunque scambievolmente con queste parole (6) ».

Credete forse che siamo lontani dal problema missionario? Ci arriviamo. Il Signore deve ritornare presto, ritornerà. Ma c'è un ritardo, «Moram faciente sponso » come si legge nel testo della parabola delle vergini sagge e delle vergini stolte. Le vergini stolte e le vergini sagge aspettano; e sono proprio l'immagine di quei primi cristiani :si attende il ritorno dello sposo il quale è partito per celebrare le sue nozze, le nozze eterne dell'Agnello con la Chiesa. Egli è entrato in paradiso, come ce lo rappresenta Gregorio di Nissa, conducendo l'Umanità sua sposa, che ha appena sposato sulla Croce. Egli l'ha introdotta nella Casa di suo Padre. Ora sta per ritornare a cercar tutte le membra del suo corpo mistico e introdurle nella gioia della sua gloria. C'è un ritardo. Perché? Che cosa succede?