venerdì 23 gennaio 2009

Monumentale riflessione di Bux e Vitiello: L’opposizione (del clero) al Magistero petrino impedisce l’unità dei cristiani (Fides)


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Su segnalazione di Scenron leggiamo questo monumentale articolo dei teologi don Nicola Bux e don Salvatore Vitiello per Fides.
E' straordinario vedere nero su bianco cio' che il blog denuncia da due anni: l'opposizione al Papa di vescovi, cardinali e sacerdoti!
C'e' da augurarsi che il clero legga questa riflessione e ne faccia tesoro.
La confusione che certuni generano nei fedeli e' vergognosa
.
R.

VATICANO - LE PAROLE DELLA DOTTRINA a cura di don Nicola Bux e don Salvatore Vitiello

L’opposizione al Magistero petrino impedisce l’unità dei cristiani

Città del Vaticano (Agenzia Fides)

In non poche Lettere pastorali non si cita più il Papa quale termine di paragone dell’autenticità e garante della cattolicità dell’insegnamento episcopale, ma il Cardinale o il teologo, il laico, magari non credente, o il monaco di grido del momento, ritenendoli interpreti autorizzati dell’insegnamento ufficiale della Chiesa.

Inoltre talora si dà l’impressione di pensare che una loro dichiarazione, anche se difforme dalla verità cattolica, abbia uguale peso di un intervento pontificio.

Si procede analogamente in campo ecumenico ed interreligioso, ritenendo che la voce di un rabbino o di un imam possa esprimere il pensiero di tutto il popolo ebraico o il mondo islamico, quando questi non hanno una “gerarchia”, ma sono solo periti o dottori “privati” non essendo né sacerdoti né “Vescovi”.
Cosa è successo? Dimenticando che Lumen gentium ha riaffermato che la Chiesa è il popolo di Dio gerarchicamente ordinato, si pratica una rimozione e una sorda opposizione al Magistero della Chiesa, costituito dall’inscindibile e necessario legame tra il Vescovo di una Chiesa particolare e il Supremo Pastore della Chiesa universale. Quasi possa essere concepibile una “responsabilità locale” non in stretta dipendenza e relazione teologica, e perciò giuridica, con il Supremo Pastore. Gli storici ritengono che tutto ciò sia incominciato nel 1968 con la contestazione all’enciclica di Paolo VI Humanae vitae.

Sebbene, grazie ai mass media, qualche spezzone – senza capo né coda – della parola del Papa arrivi a domicilio, i fedeli comuni hanno, tuttavia, il diritto di riceverla nella sua interezza da parte dei Pastori delle Chiese particolari e dei sacerdoti e laici loro collaboratori.

Dagli Apostoli in poi, quel che ha fatto “funzionare” la Chiesa è stato l’assiduità all’insegnamento, una delle condizioni per diventare un cuor solo e un’anima sola. E’ la traditio o trasmissione della fede che avviene massimamente nella catechesi e nella liturgia, in specie nelle omelie. Senza tradizione della fede non c’è ricezione da parte dei fedeli.

Il paradosso a cui si è giunti è che si parla tanto di ricezione dei documenti ecumenici, ma nello stesso tempo si mette il silenziatore o peggio si censura il magistero petrino.

Giova sempre ricordare che il magistero del Vescovo è autentico solo se è in comunione effettiva (ed affettiva) con quello del Papa.

A cinque anni dal Concilio, l’8 dicembre 1970, Paolo VI mise in guardia da “una tendenza a ricostruire, partendo dai dati psicologici e sociologici, un Cristianesimo avulso dalla tradizione ininterrotta che lo ricollega alla fede degli Apostoli, e ad esaltare una vita cristiana priva di elementi religiosi”.
Un tale fenomeno produce divisioni e contrapposizioni nella Chiesa. Forse i cattolici sono stati contagiati dall’autocefalia ortodossa e dal libero arbitrio protestante? Si è dato a credere che esista, come in politica, una diarchia o triarchia tra Roma, Costantinopoli e Mosca? Ma questo non ha nulla a che fare con i principi cattolici dell’ecumenismo enunciati dal Vaticano II.

Che dal mondo si debba attaccare la Chiesa, è fisiologico, ma che debba avvenire dall’interno, è preoccupante. Ciò infatti condiziona, almeno da un punto di vista umano, l’efficacia dell’evangelizzazione.

Non di rado i fedeli quando ascoltano un sacerdote o un Vescovo predicare in modo difforme dal Papa, avvertono la confusione che ciò genera e domandano l’uniformità dell’insegnamento!

E’ una opposizione e talora un disprezzo per la Chiesa odierna in nome di quella futura, una ermeneutica che va sempre un Papa indietro: si esalta oggi Giovanni Paolo II da parte di chi lo ha bollato come reazionario e conservatore mente era in vita.
La disobbedienza è un peccato da confessare, anche perché finisce per causare nei fedeli l’indifferenza verso il Magistero, oltre alla confusione e al disorientamento.

Solo il Magistero vivente, del Papa e dei Vescovi in comunione con Lui – sottolineiamo “in comunione con Lui”– costituisce l’orientamento sicuro della barca della Chiesa anche nel nostro tempo, al fine di aiutare a formare il giudizio di fede e di morale, per scegliere il bene e rifiutare il male alla luce della verità di Cristo.

Lui ha affidato a Pietro “le mie pecore”, cioè tutte. Questa è l’ermeneutica cattolica. (Agenzia Fides 22/1/2009)

© Copyright Fides

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti segnalo questo articolo dal blog messainlatino: Fame di Messa Tridentina in Internet.
Alessia

Anonimo ha detto...

Oh che peccato!
Se questo blog potesse fare delle indagini con interviste ai diretti interessati!
Ma perchè non parliamo delle opposizioni al Summorum Pontificum dell'episcopato Siculo?
Poco tempo fa è stato organizzato un convegno dal titolo: "Chiesa del concilio..."
Tra i relatori qualche arcivescovo siculo!
Piero

euge ha detto...

Riferendomi a queste riflessioni, non posso che sottoscriverle. Più volte,infatti, ho manifestato il problema che nel mio caso non solo riguarda il vescovo, ma, addirittura il mio parroco. Mai, dico mai una citazione del Papa, mai, una riflessione guidata di una sua Enciclica, mai un riferimento durante l'omelia. Nulla di nulla. Questa situazione a mio avviso è gravissima e sono contenta che finalmente, venga detto chiaramente senza reticenze, che questo Papa, viene osteggiato in tutti i modi possibili ed immaginabili proprio da coloro che hanno promesso di essergli fedeli. Si perchè un vescovo come un parroco, è ministro di Dio e giura al momento della sua ordinazione di essere fedele al successore di Pietro chiunque esso sia ; non a chi sta più simpatico. Per cui mi auguro, che da adesso in poi, le cose cambino perchè è vergognoso ed inammissibile, che i fedeli debbano assistere nelle proprie parrocchie a questi comportamenti fuorvianti.
Spero, che, chi è competente per questa situazione a Roma ponga rimedio in maniera definitiva e direi anche rapida. Si deve voltare pagina e la Chiesa torni ad essere Chiesa; non sede di spettacolarizzazione della fede, inciuci e quant'altro.

Anonimo ha detto...

Il clima di fronda che serpeggia nel clero ha varie tonalita'poiche' varie sono le motivazioni dei soggetti.Segnalo le due estreme.Da un lato ci sono gli ideologi,assai piu' pericolosi perche' di solito sono personaggi famosi,hanno la penna facile e la parola sciolta,sono luciferinamente contrari a tutto cio' che puzzi di veramente cattolico.Hanno un loro capo-un ex arcivescovo-un loro monastero-nel nord Italia-,tanti fiancheggiatori con stampa al seguito in Italia e fuori.Essendo il vertice della fronda e' qui che soffiano principalmente,anche per simpatia, i venti "loggeschi".All'estremo opposto della piramide si trova la moltitudine di parroci e di religiosi,gente neghittosa che vede come fumo agli occhi una pur blanda restaurazione del decoro della Chiesa.E questo non per preconcetta ostilita' a latino incenso ecc.quanto perche' teme che da li' si passi a mettere una qualche disciplina ecclesiastica arginatrice dello sfascio morale(ne vogliamo parlare?)che affligge da tempo,salvo le debite eccezioni che tali pur sono,la vita di curie,canoniche,conventi e persino monasteri di "clausura".E poiche' tutta questa gente ha bisogno anch'essa di una bandiera ecco che si sono ingegnati a trovarne una (abusiva):il concilio.E' ovvio che la cosa non "c'azzecca" ma questo lo possono sapere solo gli esperti.Eppoi e' cosi' comodo mantenere i propri comodi(scusate il bisticcio)attaccandosi al carro dei grandi ideologi di cui sopra:in fondo se ne esce tutti con vizi velati e nobili intenzioni.E' un po' quello che fecero i partiti della cd.prima Repubblica.L'unica differenza e' che invece del concilio si parlava della resistenza!