sabato 21 novembre 2009

Il commento degli artisti all'incontro con il Papa (Radio Vaticana)


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Il commento degli artisti all'incontro con il Papa

Sull’incontro con il Papa ascoltiamo alcuni rappresentanti del mondo dell’arte: la scrittrice Susanna Tamaro, il regista Pupi Avati e l’attrice Pamela Villoresi. Le interviste sono di Fabio Colagrande:

(Susanna Tamaro)

R. – E’ stato un incontro molto bello e secondo me caratterizzato dalla semplicità e dalla profondità. Ci siamo detti poche cose ma fondamentali, e spero che per molti artisti siano punti dai quali cominciare una nuova ricerca.

D. – Il Papa vi ha invitato ad essere testimoni di speranza. Può la scrittura, un’arte che a volte affronta anche temi scomodi, drammatici, essere uno strumento di speranza?

R. – Sicuramente deve. Ma certo per chi non ha la fede è abbastanza difficile parlare di speranza in questi tempi.

(Pupi Avati)

R. – Mi sembra che questo incontro abbia dato un risultato assolutamente clamoroso. Lo dice uno che, come me, si aspettava di vedere una serie di colleghi riconducibili a vari ambiti dell’espressione artistica, ma insomma tutti più o meno legati ad una stessa idea, immagine confessionale, di pratica o meno religiosa. Al contrario – e questo è veramente miracoloso e bellissimo – abbiamo trovato colleghi provenienti proprio da ambiti i più distanti possibili. Quindi, hanno accolto questo invito, questo tipo di proposta o di provocazione, comunque di incoraggiamento, ad aprire una sorta, non voglio dire di collaborazione, perché è una parola eccessiva, ma di dialogo. Ci sembra che l’idea sia stata un’idea straordinaria e che ha ottenuto un consenso, ripeto, che va molto al di là delle mie previsioni.

(Pamela Villoresi)

R. – Trovo straordinario che questo Stato, che è più piccolo di un km quadrato, abbia il più grande patrimonio artistico del mondo. C’è sempre stato un connubio molto prolifico e positivo tra l’arte e la spiritualità. Che questo evento sia un passo per ricucire questo rapporto tra arte e la nostra Chiesa. Io credo che sia stato un momento importante, un momento storico. Io l’ho vissuto così e quindi con la felicità di esserci stata, di essere presente.

Ha partecipato all’incontro anche mons. Marco Frisina, Maestro direttore della Pontificia Cappella Musicale Lateranense. Ascoltiamo un suo commento al microfono di Fabio Colagrande:

R. – E’ stata una grande emozione sentire il Papa, anche vibrante, su quest’argomento della bellezza, della bellezza di cui il mondo ha bisogno, e in questo incarico che ha dato agli artisti di portare la bellezza e lo splendore della verità nella bellezza al mondo, per dare speranza agli uomini. Vedere tutti gli artisti insieme, di diverse discipline, sentire questo discorso tutti insieme, credo sia stata una cosa molto importante.

D. - Mons. Frisina, davvero l’arte - anche la musica leggera o il cinema - può portare messaggi di positività? Può riaccendere anche l’interesse per la cultura nelle giovani generazioni?

R. – Oggi ci sono forse più discipline artistiche di una volta, però tutte le arti hanno bisogno di Dio, perché quello che esprimono è sempre l’Assoluto, la grandezza dell’uomo: le cose grandi, mai le cose piccole. Quindi, anche la musica leggera, perché no, lo spettacolo e il cinema ecc. hanno il dovere di aumentare la loro qualità artistica, e credo, cogliendo anche l’invito del Santo Padre, di guardare alla profondità del proprio lavoro per riscoprire tutto il valore trascendente anche dell’artista. “L’artista è quasi un sacerdote” diceva il Papa ... ed è un’espressione molto forte, ma bellissima.

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