sabato 21 novembre 2009
La festa dell'Ingresso di Maria nel Tempio nella tradizione bizantina (Manuel Nin)
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La festa dell'Ingresso di Maria nel Tempio nella tradizione bizantina
La bimba dove abita Dio
di Manuel Nin
Il 21 novembre, nella tradizione bizantina, si celebra una delle Dodici Grandi feste, cioè quella dell'Ingresso della Madre di Dio nel tempio. Di origine gerosolimitana, è legata alla dedicazione di una chiesa. Molti aspetti della festa, presenti nei testi liturgici, vengono dal Protovangelo di Giacomo, un apocrifo che ha avuto un notevole influsso in oriente e occidente.
Da qui provengono questi elementi: il corteo delle dieci fanciulle che accompagnano Maria, con un chiaro riferimento alla parabola evangelica ("vergini recanti lampade, facendo lietamente strada alla sempre Vergine"); Zaccaria che introduce Maria nel tempio e nel Santo dei Santi ("oggi è condotto al tempio del Signore il tempio che accoglie Dio, la Madre di Dio, e Zaccaria la riceve"); il cibo con cui Maria è alimentata dall'arcangelo Gabriele, prefigurazione del cibo che è la Parola di Dio e dei Santi Doni che si ricevono nella Chiesa ("nutrita fedelmente con pane celeste, o Vergine, nel tempio del Signore, tu hai generato al mondo il Verbo, pane di vita").
La celebrazione del 21 novembre, che si prolunga fino al 25, ha un giorno di prefesta, in cui i testi liturgici annunciano la gioia del cielo e della creazione per il mistero che Dio opera nella Madre di Dio e per suo mezzo. La liturgia, con immagini bibliche molto forti e spesso per via di contrasto, mostra Maria accolta nel tempio che diventa essa stessa tempio e colei che accoglie: essa è tabernacolo santificato, bimba che è anche abitazione di Dio, arca, tempio spirituale, trono, palazzo, letto nuziale, titoli che la tradizione cristiana le ha applicato nel mistero della sua divina maternità ("veneriamo la sua dimora santificata, l'arca vivente, che ha accolto il Verbo che nulla può contenere").
Lo stesso arcangelo Gabriele, che sarà mandato da Dio a Nazaret per portare a Maria l'annuncio della nascita del Verbo di Dio nella carne, è mandato a Maria "giunta nel tempio del Signore per essere allevata nel santo dei santi, quale creatura santificata. Allora a te, l'immacolata, fu inviato anche Gabriele, per portarti cibo". Uno dei tropari del vespro riassume in una bellezza quasi unica tutto il mistero della festa: la gioia della creazione, il mistero di Maria diventata figlia e Madre di Dio, la sua verginità e la sua maternità, l'angelo che annuncia la buona novella. Il tropario della festa, inoltre, presenta questo giorno come preludio della benevolenza e della salvezza di Dio, cioè dell'Incarnazione.
A partire dal 16 novembre, infatti, la tradizione bizantina inizia la cosiddetta "quaresima di Natale", il periodo in cui, soprattutto asceticamente, la Chiesa si prepara alla celebrazione del Natale di Gesù Cristo. L'ufficiatura prevede tre letture dell'Antico Testamento: la consacrazione della tenda della testimonianza e la presenza gloriosa della nube per indicare la gloria del Signore che la riempie (Esodo, 40); l'introduzione dell'arca dell'alleanza del Signore nel tempio di Salomone (1 Re, 8); la gloria del Signore che riempie il tempio e la porta chiusa aperta soltanto dal Signore (Ezechiele, 43, 27 - 44, 4).
Nell'ufficiatura del mattutino, il canone collega ognuna delle odi cantate con la Madre di Dio, e l'ultimo dei tropari ne dà una lettura cristologica: "Il mostro marino, dalle sue viscere, ha espulso come embrione Giona, quale lo aveva ricevuto; il Verbo, dopo aver dimorato nella Vergine e avere assunto la carne, da lei è uscito, custodendola incorrotta: poiché egli ha preservato la madre indenne dalla corruzione cui non era sottostata".
L'icona della festa mostra la Madre di Dio accolta dal gran sacerdote nel tempio, presentata da Gioacchino e Anna. Maria è una fanciulla che entra nel tempio terreno per prepararsi a diventare tempio dell'Altissimo. In un angolo vi è il corteo delle vergini che l'hanno accompagnata e a destra l'arcangelo Gabriele che le porta il nutrimento.
La Madre di Dio è presentata dunque come colei che diventa tempio di Cristo, immagine di quello che ogni cristiano diventa per mezzo del battesimo. Il suo ingresso e la sua vita nel tempio sono dunque anche il nostro ingresso e la nostra vita nel tempio che è Cristo, secondo il vangelo. Questa è, allora, la benevolenza di Dio e la salvezza degli uomini: farli diventare abitazione di Cristo, Dio tra gli uomini, come canta il tropario della festa: "Oggi è il preludio del beneplacito del Signore, e il primo annuncio della salvezza degli uomini. Agli occhi di tutti la Vergine si mostra nel tempio di Dio, e a tutti preannuncia il Cristo".
(©L'Osservatore Romano - 21 novembre 2009)
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