giovedì 6 novembre 2008

Alessandra Borghese: "Dove i Cristiani sono perseguitati" (Quotidiano Nazionale)


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LO SGUARDO DI ALESSANDRA BORGHESE

Dove i cristiani sono perseguitati

Il coraggio di scegliere: nel mondo 70 milioni di vittime nel nome della fede. Fin dall’inizio, il cristianesimo ha subito persecuzioni, basti pensare a Gesù ed ai primi apostoli come Paolo, Stefano, Pietro, Giacomo...

Fin dall’inizio, il cristianesimo ha subito persecuzioni, basti pensare a Gesù ed ai primi apostoli come Paolo, Stefano, Pietro, Giacomo... e i tanti martiri sterminati dai vari imperatori romani, con Nerone in testa. Nel corso dei secoli a seguire, il numero di martiri è diventato una moltitudine con il culmine nel Novecento, il secolo appena concluso. Purtroppo il XX secolo sarà storicamente ricordato come uno dei periodi più neri per le brutalità e il numero di martiri che ha lasciato.

E’ iniziato con lo sterminio dei cristiani in Armenia e ha chiuso con l’annientamento dei cristiani in Sudan, nel mezzo Nazismo, Stalinismo, Maoismo, oltre ad altre ideologie demagogiche.
La rivoluzione messicana del 1917, la prima rivoluzione socialista al mondo, che ha preceduto anche quella bolscevica, ha distrutto chiese, profanato oggetti sacri, sterminato preti.
La rivoluzione russa ha chiuso istituti, confiscato monasteri, ucciso religiosi, torturato vescovi, deportato intere famiglie.
Molti di noi conoscono questa storia e la considerano parte del passato. Altri sono rimasti attaccati alle persecuzioni dell’Inquisizione cattolica considerando i cristiani più come persecutori che perseguitati. Ma pochi osano affermare che il Comunismo è riuscito ad uccidere così tante persone in un giorno da comparare il numero di vittime a tutto il periodo dell’Inquisizione.

Le minoranze cristiane in terre di frontiera, malgrado il loro impegno per portare pace e solidarietà sono sempre più in difficoltà. Dall’India all’Iraq, dal Pakistan allo Zimbabwe la persecuzione verso i cristiani, soprattutto cattolici, si sta intensificando davanti ad un opinione pubblica spesso disattenta e poco interessata. Ancora oggi purtroppo migliaia di cristiani vengono imprigionati, torturati, picchiati a volte anche uccisi. Ma la notizia non conquista i titoli dei giornali. Secondo una ricerca dell’Università di Oxford, in duemila anni sono stati uccisi circa settanta milioni di cristiani a causa della loro fede, di cui quarantacinque milioni sono martiri del Novecento.
La popolazione mondiale è suddivisa in 2 miliardi di cristiani (di cui più di un miliardo e mezzo sono cattolici), un miliardo e seicentomila musulmani, 800 milioni induisti, 360 milioni buddisti e 20 milioni ebrei, soltanto 50 milioni di persone si dicono atee.

La religione è il centro del nostro mondo e troppo spesso dei conflitti che ne derivano, fondamentale sarà quindi il modo in cui questi conflitti verranno risolti nei prossimi anni.
La Chiesa continua ad essere impegnata in prima linea con le sue opere di carità e solidarietà in ogni parte del mondo. Il Papa non perde occasione per chiedere dialogo e rispetto per le scelte religiose. Mentre la maggior parte dei responsabili politici occidentali, all’insegna del politically correct è intenta a far sgretolare sempre più l’antico senso di appartenenza cristiana che fino a poco tempo fa era vivo in Europa. Le élite di potere culturale hanno fatto di tutto per far apparire il cristianesimo come una scelta impraticabile con le esigenze del mondo moderno.

Per loro la fede può esistere soltanto come un fatto privato. Eppure chi ha fede sa bene che il cristianesimo non è un’ideologia e neppure una filosofia, ma un incontro con Gesù Cristo. Malgrado l’esclusione culturale che il cristianesimo si trova spesso ad affrontare, il carisma irresistibile del protagonista del Vangelo riesce ancora a toccare i cuori e cambiare la vita di chi lo segue.

© Copyright Quotidiano Nazionale, 6 novembre 2008 consultabile online anche qui.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

In giugno, a Gerusalemme, ho visitato il museo dell'Olocausto. Mi è rimasto un interrogativo. Perchè non si è mai pensato ad un museo sul "sacrificio" dei Cristiani? Un luogo simbolo che renda visibile, "urli" e "canti" a tutti la storia di queste lunghe schiere rimosse.... e che faccia riflettere. Sarebbe importante anzi necessario, soprattutto oggi, visto che siamo condizionati tanto fortemente dal dominio dell'immagine.

mariateresa ha detto...

sono d'accordo al cubo.