martedì 18 novembre 2008

Un'occasione persa per tacere. Alcune suore vogliono il testamento biologico. Verrà mai il giorno in cui la Chiesa eviterà di farsi del male da sola?


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Genova La richiesta inoltrata ai superiori

Il convento vuole il testamento biologico «Non si può vivere come vegetali»

Suor Ildefonsa: ho visto tanta sofferenza, aspetto il permesso insieme con tre sorelle

Erika Dellacasa

GENOVA - Suor Ildefonsa ha settantaquattro anni, ha preso il velo a diciassette e da allora non ha mai smesso di dedicarsi agli altri, ai più sfortunati: per venticinque anni si è presa cura dei ricoverati del Don Orione, è vissuta a contatto della sofferenza più profonda.
Ieri suor Ildefonsa, per tutti suor Ilda, ha ricevuto a Genova un premio come «donna fuori dal coro», e ha mantenuto fede al suo carattere. «Ho chiesto ai miei superiori — rivela — di poter fare il testamento biologico. È stata una richiesta verbale, non l'ho messo per scritto, sono in attesa».
Rispetta l'obbedienza suor Ilda, e con serenità ripete «sono dentro alla Chiesa», ma con umiltà ha posto un problema: «Non voglio essere ridotta come un vegetale. Se questo fosse il mio destino vorrei che mi lasciassero andare via in pace, ho letto che anche Papa Giovanni Paolo II avrebbe detto, arrivato il suo momento, "lasciatemi andare"». «Questa richiesta non mi risulta », ha detto brevemente ieri sera il cardinale di Genova Angelo Bagnasco, «in ogni caso — ha aggiunto riferendosi al testamento biologico e al caso di Eluana Englaro di cui aveva appena parlato per ribadire le posizioni della Chiesa — non credo che si tratterebbe di una richiesta in questa prospettiva». Suor Ilda non è la sola, nel suo ordine, ad aver riflettuto sulla fine della vita e a voler mettere per scritto le proprie volontà: «Siamo in quattro sorelle. Chiediamo se possiamo fare il testamento biologico per respingere ogni accanimento terapeutico». La decisione, come ha raccontato ieri Il Secolo XIX, è di poco tempo fa: «È successo questo — racconta suor Ilda —. Una sorella è stata male e si è accasciata a terra nel cortile, aveva avuto un ictus. È arrivata l'ambulanza ed è stata intubata subito, sul posto, e poi ricoverata al Galliera».

L'ospedale Galliera di Genova è di una Fondazione presieduta per statuto dal vescovo della città, oggi monsignor Bagnasco. «La sorella è rimasta intubata, attaccata alle macchine quasi tre mesi», continua suor Ilda, «e io ho sofferto tanto vedendola in quello stato. Poi una notte mi hanno chiamato, aveva un febbrone ed è finita. Io ho pensato: non voglio essere attaccata alle macchine, non voglio che la fine sia così. Perché prolungare la sofferenza per sé e per gli altri?». Ha visto tante sofferenze, suor Ilda, ha accompagnato molte persone nell'ultimo viaggio, e parla con grande sincerità: «Ho perso da poco il mio unico fratello. L'ho assistito in ospedale e insieme abbiamo detto tante volte il rosario. Soffriva e mi confidava: sono stanco, basta. Ho pregato perché il Signore aprisse le sue braccia e lo accogliesse a sé. Si dice che gli ultimi giorni di sofferenza possono avvicinare a Dio ed essere una benedizione, ma io non so se portano veramente alla salvezza o alla dannazione. Anche la scienza, la medicina, possono sbagliare. È meglio che la Provvidenza faccia il suo corso ». Questa piccola suora dal carattere intrepido ha fiducia nella Chiesa: «È in cammino, come tutti noi, nel buio e con sprazzi di luce: ma la luce arriva sempre. C'è bisogno di tempo. Sono stata fra le prime a fare atto notarile per poter donare gli organi, ora, per il testamento biologico aspetterò ». Suor Ildefonsa, vuole chiarire il suo pensiero: «Io credo fermamente nella vita. Fin dal primo istante del concepimento. Ho accudito al Don Orione bambini senza alcuna facoltà mentale, senza arti, a volte qualche visitatore diceva: ma a chi serve una vita così? Io rispondevo: serve a te, perché tu ti possa chiedere che cosa sai fare per loro».

© Copyright Corriere della sera, 18 novembre 2008 consultabile online anche qui.

Verra' mai il giorno in cui la famosa frase di Giovanni Paolo II non sara' usata contro la Chiesa?
Verra' mai il giorno in cui i problemi piu' gravi per la Chiesa verranno dalla cultura laicista e non dal clero e, in questo caso, dalle suore?
Bruttissima la frase «Non si può vivere come vegetali».
Il messaggio e' molto grave.
Mi dispiace ma, spesso, mi cadono proprio le braccia nel leggere certe dichiarazioni. Le frasi di questa sorella, in un momento cosi' delicato, mi sembrano solo una inutile provocazione
.
R.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Buon giorno. Cara Raffaella, su questa linea già ha provveduto ad attestarsi anche l'ex arcivescovo di Foggia. Domenica scorsa sulla prima pagina de "Il Messaggero" un ex arcivescovo di Foggia, di cui non ricordo il nome, campaggiavano analoghe esternazioni. Ripeto quello che ho sempre teorizzato. La spaccatura della Chiesa è un problema di pari gravità di quello della cultura laicista. In ogni caso è più degno di rispetto chi ha posizioni opposte ma chiare piuttosto che con chi persegue una linea ipocrita e ambigua. Queste prese di posizioni da parte di persone di Chiesa sull'imminente omicidio di Eluana sono gravissime e gettano discredito sulla Chiesa, anche all'estero.

Anonimo ha detto...

La vera domanda da porsi è: Quanti, fra religiosi e religiose, hanno conservato la fede?
Alessia

mariateresa ha detto...

non prentetevela con la povera suor Ildefonsa. Stanno cercando casi simili con il lanternino ed ecco perchè hanno scongelato anche l'arcivescovo di Foggia. Fanno sempre comodo, casi come questi, come don Farinella. Dobbiamo farci l' abitudine. Quanto a suor Ildefonsa un po' fa sorridere questa attenzione dei media: in condizione normale non è che la stampa se ne sarebbe occupata , a parte, forse, se si fosse data fuoco.E' una gara , da una parte e dall'altra, per cercare testimonianze pro domo propria e se uno cerca, prima o poi trova.
Ma resta il fatto veramente angosciante di Eluana.
Preghiamo sempre.

euge ha detto...

Deploro in meniera ferma e sempre quando posso, il fatto che si usino presunte parole dette da Giovanni Paolo II per farne il solito disgustoso uso propagandistico come in questo caso. La cosa poi che proprio non sopporto è che lo facciano dei religiosi. Le condizioni di Giovanni Paolo II erano talmente gravi che credo nessuno poteva avere ne la forza ne il fiato per dire una frase e se anche l'avesse detta, non certo con l'intento di scusare di approvare o addirittura di volere l'eutanasia.
Basta leggere ( torno a ripetere per l'ennesima volta ) la sua Enciclica in difesa dell'inviolabilità della vita umana per capire tutto questo. Mi fa specie che certi religiosi non ne tengano conto ed usino GPII per sostenere tesi aberranti.
Sappiamo, ed anche bene, che c'è una parte della chiesa schierata da anni contro il magistero di qualunque Pontefice da Paolo VI a Giovanni Paolo II a Benedetto XVI. Sappiamo bene che c'è chi nella chiesa confonde il progresso, con lo stravolgimento totale della dottrina per procurarsi il favore di certe fazioni ideologiche e di certa carta stampata. E' questa la parte della chiesa che crea confusione nei fedeli; che getta continuamente ombra sul Magistero.
Cara Alessia rispondo alla tua domanda dicendo che il relativismo si è infiltrato anche sugli altari ed ancora una volta faccio mia la frase di Paolo VI che diceva che il fumo di Satana era entrato nella chiesa; come dargli torto? se la confusione viene proprio originata da chi dovrebbe essere chiaro e coerente con la sua scelta di vita? Se Giovanni Paolo II che viene continuamente messo in mezzo in maniera distorta e per giunta per ostacolare quei principi per cui in vita si era sempre battuto, tornasse indietro solo per un momento, credo che ne sentiremmo di tutti i colori. Si perchè Giovanni Paolo II non era il Papa del gioco come il suo enturage lo ha fatto sembrare ma, leggendo i suoi scritti e le sue Encicliche molte delle quali vorrei ricordare, scritte a quattro mani con l'odiato Prefetto Ratzinger, era il Papa difensore della vita e della dignità umana dal siuo inizio cioè dal concepimento, ( magari qualcuno ancora lo ignora), fino alla sua fine naturale. Smettiamola di abbinare la presunta frase pronunciata da GPII in punto di morte, con l'eutanasia è una macchinazione indegna soprattutto, per chi è ministro di DIO.

Anonimo ha detto...

Sì, Eugenia, è vergognoso che ci si serva di un Santo come lo era nei fatti Giovanni Paolo, per far passare certi messaggi, ed è tanto più deplorevole che tali dichiarazioni vengano da uomini di Chiesa. Papa Benedetto sconosce troppo bene questa situazione , scusate ma il mio pensiero corre sempre a quel passo, o meglio, quel grido accorato, delle meditazioni della Via Crucis 2005scritte da Cardinale....

Anonimo ha detto...

La verità è che spesso anche noi cristiani ci scandalizziamo ancora della Croce di Cristo. Abbiamo tanta strada da fare per divenire testimoni credibili del Risorto. Maria Pia

Anonimo ha detto...

ognuno sull'eutanasia può pensarla come vuole, è chiaro. il problema è un altro. il problema è che qua bisogna fare una legge sul testamento biologico, una legge di uno stato laico, cioè che venga in contro il più possibile alle esigenze di tutti i cittadini dello stato, cattolici e non. una legge, quando è buona, aumenta le libertà per tutti. parlare di eutanasia e di omicidio vuol dire essere intelletualmente scorretti nessuno vuole legalizzare l'omicidio in italia. in italia i cattolici sono liberi di farsi curare fino all'ultimo respiro, sono liberi di sposarsi in chiesa, di andare a messa tutti i giorni, di non abortire, di non divorziare, di avere matrimoni eterosessuali, ecc. sono tutte libertà che si danno talmente per scontate che si fatica a considerarle libertà e ad immaginare che esistono persone che vivono secondo altri valori, e uno stato laico deve occuparsi di tutti.

Raffaella ha detto...

Che problema c'e'?
Bastano 50mila firme per fare una proposta di legge. Certo poi il Parlamento la deve approvare e siamo noi italiani gli elettori.
So che a molti puo' non piacere ma anche alcuni italiani sono cattolici.
R.

Anonimo ha detto...

Comunque rappresenta davvero un problema che certi uomini e donne di Chiesa ritengano utile, non so per quale ragione (vanità? poca intelligenza?), dar prova pubblica di essere fuori dal coro, non allineati, obiettori. Bisognerebbe tornare a un po' di sana obbedienza, in primis nei confronti del Sommo Pontefice, anche da parte di certi vescovi, per non dire dei preti e delle suore. Ma chissà se queste cose le insegnano ancora in seminario.

Anonimo ha detto...

cos'è una lamentela, raffaella? vorrei che mi dicessi se e come i cattolici in italia sono penalizzati.

Raffaella ha detto...

No, mi sembrava che fossi tu a lamentarti di una carenza di laicita' nello Stato italiano.
R.

Anonimo ha detto...

io mi chiedo che fastidio dia ad un cittadino cattolico il fatto, per esempio, che in italia siano possibili le unioni civili tra omosessuali, o pacs, o dico...
è chiaro che un cattolico eterosessuale non se ne fa niente di questa legge, per lui non cambia nulla. ma se da un altra parte c'è un non cattolico che si vuole avvelere di questa legge e ciò lo rende felice, io mi chiedo che fastidio da. attentato alla famiglia? se io mi voglio fare una famiglia e sposarmi in chiesa, sono i pacs a impedirmelo? se io sono omosessuale sarà la mancanza dei pacs a farmi cambiare attitudine?

Anonimo ha detto...

le leggi possono distruggere dei valori e i cattolici devono avere il diritto di approvare o no i provvedimenti.

Anonimo ha detto...

un ebreo o un mussulmano italiani non hanno questo diritto?