lunedì 6 aprile 2009
Persecuzioni e "mea culpa" nelle meditazioni per la Via Crucis al Colosseo (Apcom)
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Papa/ Persecuzioni e 'mea culpa' in meditazioni per la Via crucis
Riflessioni di Menamparampil per cerimonia di venerdì a Colosseo
Roma, 6 apr. (Apcom)
Persecuzioni, odio e guerre che, come ai tempi di Cristo, continuano a turbare l'umanità al giorno d'oggi sono l'oggetto delle meditazioni scritte dal vescovo indiano Thomas Menamparampil per la tradizionale Via crucis del venerdì santo (10 aprile) al Colosseo alla quale assisterà il Papa.
Problematiche che il salesiano invita a superare grazie alla fede cristiana, ma, con un accento di autocritica, avverte: "Non puntiamo il dito contro gli altri".
"Gesù è flagellato e coronato di spine. La storia è piena di odio e di guerre.
Anche oggi siamo testimoni di violenze al di là del credibile: omicidi, violenze su donne e bambini, sequestri, estorsioni, conflitti etnici, violenza urbana, torture fisiche e mentali, violazioni dei diritti umani", scrive Menamparampil nelle meditazioni pubblicate dalla Libreria editrice vaticana.
"Gesù continua a soffrire quando i credenti sono perseguitati, quando la giustizia viene amministrata in modo distorto nei tribunali, quando la corruzione è radicata, le strutture ingiuste schiacciano i poveri, le minoranze sono soppresse, i rifugiati e i migranti maltrattati.
Gesù viene spogliato delle vesti quando la persona umana è disonorato sullo schermo, quando le donne sono costrette a umiliarsi, quando i bambini dei quartieri poveri vanno in giro per le strade a raccogliere i rifiuti", afferma il vescovo. Poi si domanda: "Chi sono i colpevoli? Non puntiamo il dito verso gli altri, perché anche noi possiamo avere avuto la nostra parte in queste forme di disumanità".
Particolare attenzione è dedicata alle donne: "Dovunque sono tenute in scarsa considerazione o il loro ruolo resta sminuito, le società non riescono a elevarsi fino a raggiungere le loro autentiche potenzialità", scrive Menamparampil, che, al riguardo, stigmatizza tanto "l'oppressione delle donne" quanto "l'abbandono dei valori familiari" e, accennando appena al tema dell'aborto, "il mancato rispetto delle norme etiche".
Il vescovo indiano non manca di citare esempi di persecuzione tratti dall'esperienza del suo continente quando ricorda la sorte degli "intoccabili" e, in implicito riferimento ai 'pogrom' contro i cristiani dell'Orissa, si domanda: "Perché i cristiani fioriscono nei luoghi di persecuzione? Non lo sapremo mai. Ma succede continuamente". Il presule traccia, poi, un legame tra Gesù e Gandhi quando critica la reazione violenta alle ingiustizie: "Il Mahatma Gandhi - scrive - ha portato nella vita pubblica questo insegnamento di Gesù sulla non-violenza con sorprendente successo".
Nelle sue meditazioni Menamparampil, salesiano come il Segretario di Stato Tarcisio Bertone, cita varie situazioni di degrado sociale e di derelizione umana, dal suicidio ("Ci sentiamo lasciati soli. Alcuni si tolgono perfino la vita") alle "comunità svantaggiate" (baraccati, poveri delle aree rurali, disabili, vittime di dipendenza), dal secolarismo ("Il sacro è cancellato, La vita religiosa diventa timida"), all'inquinamento, alla morte causata dall'uomo o dalla natura: "Uno tsunami ci dice che la vita va presa seriamente. Hiroshima e Nagasaki restano luoghi di pellegrinaggio. Quando la morte colpisce da vicino, un altro mondo ci si fa accanto. Allora ci liberiamo dalle illusioni e abbiamo la percezione di una realtà più profonda". Tra gli autori menzionati nel libretto della Via crucis, oltre agli evangelisti, Dante, San Francesco, Shakespeare, John Henry Newman e Tagore.
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