lunedì 6 aprile 2009

Disastro in Abruzzo: terremoto provoca decine di morti. Il dolore del Papa, solidarietà da tutto il mondo (Radio Vaticana)


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Non si hanno parole di fronte a questa tragedia.
Non possiamo che tacere e pregare
.
R.

Disastro in Abruzzo: terremoto provoca decine di morti. Il dolore del Papa, solidarietà da tutto il mondo

Si fa sempre più drammatico il bilancio del violento terremoto, che stanotte alle ore 3.32, ha colpito l’Abruzzo e in particolare la zona dell’Aquila. L’epicentro del sisma è stato individuato a una decina di chilometri a nord del capoluogo abruzzese. L’ultimo tragico aggiornamento parla di oltre 92 morti, molti dei quali bambini, centinaia di feriti, migliaia di case distrutte o lesionate e circa 50 mila sfollati. Il sisma, dell’ottavo-nono grado sulla scala Mercalli, è stato avvertito distintamente in tutto il centro Italia. Profondo dolore è stato espresso da Benedetto XVI.
In un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, indirizzato a mons. Giuseppe Molinari, arcivescovo dell’Aquila, il Papa manifesta la sua viva partecipazione al dolore delle popolazioni colpite dal tragico evento. La drammatica notizia, si legge nel telegramma, ha riempito di costernazione l’animo del Santo Padre. Nell’assicurare le sue fervide preghiere per le vittime, in particolare i bambini, il Papa invoca dal Signore conforto per i famigliari e incoraggia quanti in vario modo si stanno prodigando nelle operazioni di soccorso. Per fare il punto della situazione ci riferisce Alessandro Gisotti:


L’Abruzzo è in ginocchio, sconvolto da un terribile terremoto che ha devastato L’Aquila, soprattutto nel centro storico, e i paesi vicini al capoluogo abruzzese. Una delle situazioni più drammatiche si registra nella frazione di Onna, pressoché rasa al suolo, dove si contano al momento 8 morti e decine di dispersi. A Poggio Picenze i morti sono almeno cinque, tre bambini e due mamme. Grave la situazione pure a Paganica dove le vittime accertate sono almeno sei, tra i quali Gemma Antoniucci, 61 anni, madre superiora del monastero di Santa Chiara di Paganica, il cui corpo è stato estratto dalle macerie dai Vigili del Fuoco. L’Aquila si presenta oggi come una città di profughi con migliaia di persone accampate nelle piazze principali, mentre le vie sono disseminate di detriti e calcinacci. Ecco alcune drammatiche testimonianze di cittadini aquilani, raggiunti telefonicamente da Antonella Palermo e Roberta Rizzo:

(Tatiana):

R. - Che le posso raccontare: una catastrofe, un incubo. E pensare che c’è gente sotto le macerie che è morta, bambini. E’ indescrivibile. Non si può descrivere una cosa del genere. La prima forte scossa c’è stata a mezzanotte e 40, dopo c’è n'è stata una alle 3.30 ma non ci ha lasciato neanche il tempo di capire che cosa stesse succedendo, non abbiamo avuto nemmeno il tempo di scappare in strada. Ora stanno arrivando notizie di persone morte, nostri amici, nostri parenti... è che il centro storico è stato completamente devastato. Purtroppo è venuta a mancare una bimba, la sorella di un mio amico ... una bambina di cinque anni ... Ci sono ancora persone sotto le macerie, sotto i palazzi e non si sa se sono vivi o morti. E’ una cosa terrificante. Ed anche ora, che sto parlando con lei, la terra continua a tremare perché dalle 3.30 non ha mai smesso. C’è uno sciame sismico continuo. Comunque, si sta mobilitando tutta la città. Il nostro ospedale civile è stato evacuato e quindi stanno allestendo un ospedale mobile vicino all’attuale ospedale e le sale operatorie purtroppo non sono agibili, quindi è un caos, un caos.

(Concetta)

R. - Praticamente la casa è tutta aperta, tutta lesionata, tutta spaccata. Stiamo qua fuori, c’è qualche vigile del fuoco, le autoambulanze.

D. – Signora, ma lei dove abita di preciso?

R. – Praticamente al centro vecchio, la vecchia zona dell'Aquila. E’ stata una cosa terribile, mai vista: le case vecchie sono state spaccate, lesionate, non c’è rimasto proprio niente, ci sono solo sassi.

D. – Voi state tutti bene?

R. – Noi sì, grazie a Dio.

(Giorgio)

R. - Abbiamo dormito tutti fuori, oltretutto senza luce perché è saltata. Al freddo, abbiamo dormito in pigiama in macchina e adesso, per fortuna, è tornata la luce. Sono rientrato in casa per vedere cosa è successo. Ci sono diverse lesioni e ne vedo una anche sopra la mia testa ma non sono in grado di dire quanto sia pericolosa.

(Anna)

R. - I primi campanelli di allarme li abbiamo avuti ieri sera verso le 11, quando è arrivata la prima scossa. Dopo due ore ne è arrivata subito un’altra, verso l’una, diciamo. Dopo ci siamo rimessi a letto e, alle 3.30, è arrivata questa scossa molto più forte delle altre. E’ da gennaio che all'Aquila avvertiamo scosse sismiche quindi un po’ c’eravamo abituati alle tipiche tre o quattro scosse al giorno. Subito ci siamo alzati dal letto e ci siamo messi sotto i muri portanti. Il terremoto è durato circa una quindicina di secondi. Appena finito il tremore, c’è stato un grande boato e poi siamo usciti fuori e ci siamo recati in piazza dove sono arrivati i soccorsi per le persone che sono rimaste bloccate nei palazzi perché non tutti sono riusciti a scappare subito. Ho visto che la zona più danneggiata è quella di Via XX Settembre: sono crollati dei palazzi e la Casa dello Studente si è letteralmente piegata su se stessa.

D. – Vi avevano preparato al terremoto, vi avevano detto come comportarvi?

R. – Più che altro, c’eravamo preparati da soli perché comunque sapevamo che sarebbe successo.

Si scava, dunque, senza sosta per estrarre i superstiti dalle macerie. Tuttavia, le operazioni di soccorso sono rese difficili dal protrarsi delle scosse di assestamento. All’Aquila sono numerosi i palazzi e gli alberghi crollati in parte o completamente, mentre l’ospedale cittadino è stato dichiarato inagibile al 90 per cento. Per questo, sono stati allestiti quattro punti di primo soccorso. Distrutti o gravemente lesionati anche numerosi monumenti simbolo dell’Aquila: dalla Cattedrale alla Chiesa di Collemaggio, ancora la Chiesa di San Bernardino e la cinquecentesca fortezza spagnola. D’altronde, oltre all’aquilano, sono almeno 26 i comuni abruzzesi interessati in modo serio dal terremoto. “È la peggiore tragedia dall'inizio di questo millennio”, ha dichiarato il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, aggiungendo che, nonostante l’Abruzzo sia interessato da uno sciame sismico da diverse settimane, non era prevedibile una scossa di tale intensità.

Colonne mobili di vigili del fuoco, carabinieri e poliziotti di tutta Italia stanno convergendo all’Aquila, almeno 1500 uomini informa il Viminale, ma anche i collegamenti verso la zona colpita risultano difficili: chiuse per verifiche tecniche le autostrade A24 Roma-L'Aquila e l'A25 Roma-Pescara. Dal canto suo, il premier italiano, Silvio Berlusconi, ha convocato per stasera alle 19 un Consiglio dei ministri straordinario. Stamani, Berlusconi aveva firmato lo stato d’emergenza mobilitando anche le forze armate. Intanto, mentre il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è detto profondamente colpito dalle tragiche notizie provenienti dall’Abruzzo si moltiplicano di ora in ora gli appelli di solidarietà in Italia e all’estero. Mobilitate in particolare la rete Caritas, le Misericordie d’Italia e la Croce Rossa. Solidarietà e condoglianze al popolo italiano sono state espresse, tra gli altri, dal presidente della Commissione europea, Barroso, dal presidente americano Obama e russo Medvedev.

La frazione di Onna dunque è tra le più devastate. L’ha raggiunta da Paganica, Lorenzo Colantonio, un giornalista del quotidiano locale “Il Centro”. La sua testimonianza al microfono di Antonella Palermo:

R. – A Paganica ho potuto assistere in diretta ad una scossa che ha staccato la facciata della Chiesa principale. Poi ho proseguito e sono venuto qui ad Onna che è il punto più devastato in assoluto: il paese è stato letteralmente raso al suolo. Finora hanno recuperato otto corpi. E’ tutto distrutto e mi dicono che sotto queste macerie ci sono almeno 50 corpi. C’è un silenzio irreale. Ecco... hai sentito la scossa adesso?

D. – Sì...

R. – Nell’ultima ora ce ne sono state almeno cinque. Devo dire che qui sono l’unico giornalista in questo momento e sto qui solo ed esclusivamente perché un mio collega, una persona con cui lavoro da 20 anni, ha sotto queste macerie i due figli e il papà e stiamo aspettando che qualcuno venga a toglierle per recuperare due ragazzi di 16 e 18 anni. Siamo entrambi vicecaporedattori del giornale quotidiano “Il Centro” e siamo vicini in questo momento terribile...

“Il terremoto è un fenomeno imprevedibile. Ciò che si può fare per contenerne le conseguenze è costruire edifici antisismici”: molti esperti interpellati in queste ore hanno sostanzialmente concordato su questa posizione. L’Italia in particolare - considerata in gran parte a rischio sismico - dovrebbe svolgere un’adeguata politica di prevenzione. Lo conferma, ai nostri microfoni, anche il direttore del Centro nazionale terremoti, Giulio Selvaggi:

R. – Purtroppo l’Italia è un Paese sismico. La sua storia è segnata da eventi sismici che hanno fatto nel tempo danni, simile alla tragedia che stiamo vivendo adesso.

D. – La serie di sciami sismici registrata da molto tempo non poteva far prevedere quello che è accaduto la scorsa notte?

R. - No, perché questo tipo di sequenze sismiche non è un fatto eccezionale. In Italia abbiamo tantissime sequenze sismiche anche di questo tipo, alle quali non segue un forte terremoto. La normalità è che ci sono sequenze che poi si esauriscono. In questo caso, come in altri casi, non è stato così.

D. - Ovviamente, quando c’è un terremoto si parla e si cerca di individuare subito l’epicentro, e poi si parla della profondità cui il sisma è avvenuto. Significa che più è profonda, più è debole la scossa in superficie? C’è qualche legame?

R. - E’ abbastanza chiaro che più il terremoto è vicino alla superficie più i suoi effetti sono distruttivi, proprio perché siamo più vicini al terremoto, questo è semplicemente un fatto geometrico. Se il terremoto è più in profondità, quello che osserviamo è che i danni, a parità di magnitudo, sono inferiori.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Forse rimettere i crocefissi appesi alle pareti può tornar utile!!!
Sarò di cattivo gusto, ma lo penso.