lunedì 6 aprile 2009

Prof. Durand (Lione): Le due responsabilità. Europa e Africa nelle parole di Benedetto XVI (Sir)


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Le due responsabilità
Europa e Africa nelle parole di Benedetto XVI


Jean-Dominique Durand
Università di Lione

Il recente viaggio apostolico in Africa di Benedetto XVI ha confermato, dopo quello in Uganda di Paolo VI, con il famoso discorso di Kampala del 31 luglio 1969, e dopo le numerose visite di Giovanni Paolo II, che per la Chiesa cattolica l'Africa è la priorità. La Chiesa non dimenticherà mai l'Africa. In nome dell'opzione preferenziale per i poveri, Giovanni Paolo II parlava dell'Africa come del "continente che sembra incarnare lo squilibrio tra il Nord e il Sud del pianeta". L'abisso che si scava tra Europa ed Africa dimostra che il sistema mondo non funziona e sottolinea la doppia responsabilità degli europei e degli africani. Tale è il messaggio del Papa, un messaggio di amore per l'Africa e di responsabilità per l'Europa. Purtroppo questo messaggio è stato occultato da una campagna frenetica di odio contro il Papa e contro la Chiesa, in diversi Paesi europei, con il pretesto della sua dichiarazione sull'Aids.
Eppure il suo messaggio, e tutti i suoi interventi durante un viaggio che è durato una settimana, dal 17 al 23 marzo (quale capo di Stato si ferma in Africa per sette giorni?) hanno sottolineato l'azione straordinaria della Chiesa, attraverso i suoi preti, le sue congregazioni, i suoi movimenti di laici, le sue strutture diocesane e parrocchiali, per la pace e la lotta contro le malattie. I cattolici sono infatti convinti che l'avvenire del mondo è legato a quello dell'Africa, che la pace, la salute, l'equilibrio economico del mondo non possono separarsi dalla pace, dalla salute, dallo sviluppo economico dell'Africa.
Per tale ragione tanti cattolici hanno dedicato la loro vita, a volte fino al martirio, all'Africa, per condividere con gli africani le loro difficoltà e le loro gioie e vivere concretamente il valore della solidarietà. L'Africa, dove da tanti anni nasce la maggioranza dei conflitti del mondo, non può essere abbandonata alla guerra, alla povertà, alla malattia, alla corruzione, al malgoverno. La responsabilità dell'Europa è particolarmente importante perché l'Africa è inseparabile dalla sua storia, perché i destini dei due continenti si sono incrociati nel passato, e resteranno incrociati nel futuro.
Ma un elemento centrale del messaggio lasciato agli africani, è la loro propria responsabilità per costruire il loro futuro, per combattere i mali del continente, per costruire la speranza, come il Papa disse con forza il 20 marzo davanti alle autorità politiche dell'Angola. Quando Benedetto XVI chiama i giovani ad assumere il loro ruolo nella società, richiede diritti e dignità per le donne, denuncia gli effetti della stregoneria e la tragedia dei cosiddetti "bambini stregoni" accusati di diffondere il male, esige che "la giusta realizzazione delle fondamentali aspirazioni delle popolazioni più bisognose costituisca la preoccupazione principale di chi ricopre le cariche pubbliche", dice semplicemente che la Chiesa è di casa in Africa, ormai radicata nelle culture africane, e che non dimenticherà mai "questo grande continente così colmo di speranza, ma ancora così assetato di giustizia, di pace, di un sano e integrale sviluppo che possa assicurare al suo popolo un futuro di progresso e di pace". Più che mai la Chiesa è l'"esperta in umanità" descritta da Paolo VI, e la voce di chi non ha voce, per esigere pace, riconciliazione, rispetto dei diritti umani, solidarietà con i poveri.

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