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CITTA’ DEL VATICANO
Sulla cima del monte scelto da San Benedetto per fondare il suo primo monastero, Papa Ratzinger c’è salito svariate volte. Quand’era cardinale gli capitava di mettersi in viaggio anche da solo, in incognito, senza fare troppa pubblicità, per una celebrazione o semplicemente per restare in silenzio davanti alle reliquie del santo al quale è indissolubilmente legato il monachesimo occidentale. Benedetto XVI conosce l’abbazia di Montecassino come le sue tasche.
Nel 2001 vi soggiornò persino per scrivere le parti finali del suo libro «Dio e il mondo», racconta l’abate Don Pietro Vittorelli. E’ a lui che stamattina spetta il compito di dare il benvenuto al pontefice non appena atterrerà l’elicottero al campo sportivo di Cassino, assieme al sottosegretario Letta, al sindaco, al presidente della Regione e della Provincia.
Nella secolare abbazia, più volte ricostruita, dove è cambiata la storia dell’Occidente del VI secolo, Ratzinger stavolta ci torna vestito di bianco e con le insegne del successore di Pietro. L’intera confederazione di monaci e delle monache si troverà riunita con lui attorno alla tomba di San Benedetto da Norcia. Con ogni probabilità la riflessione preparata dal Papa teologo andrà a scuotere un’Europa che, a suo giudizio, si mostra intorpidita e ormai dimentica delle sue radici cristiane. E forse, non è da escludere, che alla vigilia del voto europeo, voglia rivolgere l’ennesimo appello a restare fedeli ai valori cristiani, punto di riferimento per l’unità dell’intero continente.
San Benedetto non solo è co-patrono d’Europa ma è anche patrono dell’attuale pontificato: è a lui, infatti, che Ratzinger si è affidato subito dopo essere stato eletto al conclave. La scelta del suo nome è stata ispirata dal santo di Norcia oltre che dal predecessore, Benedetto XV.
Non è un caso se il primo aprile 2005, un giorno prima della morte di Giovanni Paolo II, Ratzinger parlando a Subiaco, dal monastero di Santa Scolastica, insisteva sull’importanza della figura di San Benedetto per il mondo d’oggi.
«Ciò di cui abbiamo soprattutto bisogno in questo momento sono uomini che attraverso una fede illuminata e vissuta, rendano Dio credibile in questo mondo (..) Abbiamo bisogno di uomini come Benedetto da Norcia il quale, in un tempo di dissipazione e di decadenza, si sprofondò nella solitudine più estrema riuscendo, dopo tutte le purificazioni che dovette subire, risalire alla luce a ritornare a fondare a Montecassino, la città sul monte che, con tante rovine, mise insiemele forze dalle quali si formò un mondo nuovo».
La visita inizierà con la messa e la recita del Regina Coeli a piazza Miranda, seguirà la sosta alla Casa della Carità, il pranzo in Abbazia, la celebrazione dei vespri con gli abati e le monache, ed infine, in privato, la visita al cimitero militare polacco dove sono sepolti 1052 soldati caduti nel maggio del 1944 per aprire la strada alle divisioni alleate. Solo così fu possibile l’avanzata verso Roma, dato che in quel periodo, le forze alleate erano bloccate da 9 mesi dallo sbarramento delle truppe tedesche, sulla linea Gustav. Il 18 maggio una pattuglia del 12esimo lancieri Poloski riuscì a issare la bandiera bianca e rossa della Polonia sulle rovine del monastero bombardato.
© Copyright Il Messaggero, 24 maggio 2009 consultabile online anche qui.
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