sabato 17 ottobre 2009

La vera intervista a Kung (vittima anche lui delle agenzie?). La Prefettura della Casa Pontificia rifletta sull'errore madornale dello scorso anno!


Clicca qui per leggere il testo dell'intervista a Kung segnalataci da Mariateresa.
Come si puo' notare il soggetto ha un ego smisurato ed e' anche "tenero" nel suo autoconvincersi di essere l'unico vero teologo della storia moderna.
Si rassegni...
Noto che anche Kung e' stato vittima della riduzione giornalistica che ha semplificato non poco le sue parole. E' proprio vero che tutto il mondo e' paese...
Il giornalista ha fatto pessime domande. In particolare una sembra fatta apposta per fare imbufalire il ratzingeriano medio :-)


Lo sventurato ha scritto:

Malgrado il suo impegno, dal 1989 le due maggiori Chiese [in Germania] hanno perso più di ette milioni di fedeli, e alla preghiera del mercoledì a Roma partecipano annualmente due milioni e mezzo di persone in meno rispetto ad alcuni anni fa con Giovanni Paolo II. Lei si è consumato le dita a scrivere, però inutilmente

Errore gravissimo di concetto! I dati falsati ed incomprensibili dello scorso anno segnalavano un (inesistente) calo di fedeli rispetto alle affluenze di Papa Benedetto, non certo di Giovanni Paolo II!
Non facciamo giochetti!
La colpa comunque non e' tanto dei giornalisti che continuano a marciare su dati falsati, ma della Prefettura della Casa Pontificia che insiste nel diffondere il numero dei biglietti ritirati e non dei fedeli presenti.
Rinnovo l'invito ad astenersi dal dare numeri al ribasso o, se proprio necessario, insisto sulla necessita' di fornire dati reali.
In ogni caso vedremo che cosa accadra' a fine anno. Il blog e' pronto :-)

R.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

beh, se il calo di fedeli in Germania persiste dal 1989 e il pontificato di BXVI è iniziato nel 2005 non ci vuole un genio per tirare le somme

euge ha detto...

Cara Raffaella, ti ringrazio per questa tua puntualizzazione che mi sembra doverosa.

Aspettiamo queste famigerate statistiche da parte della Prefettura della Casa Pontificia e vediamo se anche quest'anno, offriranno come l'anno scorso su un piatto d'argento, materiale falsato, per far godere tutti quei giornalisti ansiosi di dire che Benedetto XVI ha avuto un calo di odiens.
Sappiamo che non è l'odiens a decretare o meno l'efficacia di un pontificato ma, nessuno ha chiesto a questi signori di fare statistiche. Quindi, come hai detto tu, se questi devono dare sti benedetti numeri, ho li danno in modo corretto oppure se li tengano per se.
Sono sicura che il blog e pronto.

euge ha detto...

scusate ho messo una H dove non ci voleva......

Mannaggia la fretta nello scrivere.

Michele ha detto...

Che intervistatore penoso, scioccamente provocatore. Ha finito per rendermi Kung (quasi) simpatico.

mariateresa ha detto...

sono d'accordo con Michele.E' un intervistatore di rara stupidità.Veniva la tentazione di infilargli un dito in un occhio.

Anonimo ha detto...

A parte la questione dei dati farlocchi e facilmente confutabili, bisogna dire che questo giornalista si dimostra assai provocatorio, al limite della mancanza di educazione, con Kueng.
Mi ha colpita questa frase:

Il suo antagonista è diventato papa, entra nella storia. Lei sarà solo una nota a piè di pagina.

È piuttosto sfacciato quello che sta dicendo, lei non può vedere nel futuro, lei...

Ma sarà così!

Che botta per l'immenso ego di Kueng.
Alessia

Michele ha detto...

Ad integrazione del mio commento precedente, c'è da dire che il professore di Tubinga ha saputo tener testa all'insolenza del giornalista ed ha dato, a mio giudizio, risposte sul problema del male non disprezzabili.

euge ha detto...

Credo che dopo una simile intervista con queste domanda ognuno di noi sarebbe diventato verde bottiglia; figuriamoci Kung!

gemma ha detto...

mi pare che Kung una volta tanto abbia trovato un intervistatore non accondiscendente e adorante, come solitamente gli capita. Questo signore pare essere non il solito ateo antipapista, come gli atei di casa nostra, tanto simpatizzanti per la chiesa dissidente, ma miscredente e basta. E come tale argomenta, a costo di apparire irriverente, sulla vita oltre la morte, la soffernza, la stessa esistenza di Dio, e non sui soliti cavalli di battaglia tanto cari agli anticlericali di casa nostra (aborto, preservativo, comunione ai divorziati, celibato sacerdotatale) che portano inevitabilmente alla santificazione di Kung e delle sue teorie.
Ps. nell'omelia esequiale, Giovanni Paolo II non era semplicemente affacciato al balcone, nè di casa sua nè di quella di Kung, ma a tutti coloro che erano in piazza, che credono e che lo hanno amato è piaciuto immaginarlo metaforicamente affacciato alla finestra della casa del Padre, come si fa con un proprio caro che non c'è più nel momento del dolore dell'abbandono. Che un ateo irriverente ci sbeffeggi sopra posso capirlo ma che colui che si autocelebra come l'erede di Tommaso d'Aquino non sia in grado di spiegargli questo concetto, se non come una rappresentazione ingenua premoderna e popolare da contadino bavarese, mi fa capire una volta di più perchè ho scelto Ratzinger e non lui.
E se non sbaglio, già in passato il rivoluzionario Kung ha fatto vanto delle proprie origini borghesi in contrapposizione con quelle del "figlio del gendarme" che girava in bicicletta mentre lui sfrecciava in alfa romeo.

Anonimo ha detto...

Il povero Kueng ha intitolato incautamente la sua sterminata biografia "Le memorie di un ribelle". Se ora ci ripensa, fa ancora in tempo. Saluti, Eufemia.