venerdì 16 gennaio 2009

Benedetto XVI ai vescovi dell'Iran: curate il dialogo con l'islam per svolgere al meglio la vostra missione all'interno del Paese (Radio Vaticana)


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Benedetto XVI ai vescovi dell'Iran: curate il dialogo con l'islam per svolgere al meglio la vostra missione all'interno del Paese

Un dialogo a tutto campo con la popolazione e le autorità dell’Iran, per consentire alla piccola comunità cattolica che vive e opera nel Paese islamico di essere oggi - come già in passato - “lievito” per tutta la nazione. E’ quanto il Papa ha indicato questa mattina nell’udienza ai vescovi iraniani, che domani concludono la loro visita ad Limina in Vaticano. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Piccole comunità, con pochi fedeli, e con sacerdoti e religiosi spesso costretti a spostarsi per raggiungerle e animare la vita cristiana. E’ la situazione della Chiesa iraniana, che Benedetto XVI ha mostrato di conoscere in profondità rivolgendosi ai vescovi di Paese islamico, manifestando “apprezzamento” per la loro missione quotidiana, vissuta - ha riconosciuto - con costanza e perseveranza”. Per "superare queste e altre difficoltà concrete - ha spiegato - è allo studio l'istituzione di una Commissione bilaterale con le vostre autorità per consentire anche lo sviluppo delle relazioni e la comprensione reciproca tra la Repubblica islamica di Iran e la Chiesa cattolica”.

Ma la questione del dialogo con le autorità dell’Iran e con la popolazione musulmana - circa 70 milioni di persone - ha permeato in realtà tutta la riflessione del Papa. I centomila cristiani che vivono in Iran, anche se “vivono in contesti diversi”, hanno - ha affermato il Pontefice - un denominatore comune, ovvero “il bisogno di sviluppare relazioni armoniose con le istituzioni pubbliche”, in grado di consentire loro “di realizzare al meglio la loro missione ecclesiale nel rispetto reciproco e per il bene di tutti”. E dunque, Benedetto XVI ha incoraggiato i presuli dell'Iran a mettere in atto “tutte le iniziative volte a promuovere una migliore comprensione reciproca. Entrambi - ha osservato - possono essere esplorati: il dialogo culturale, ricchezza plurimillenaria dell’Iran, e la carità. Quest'ultima illuminerà il primo e ne sarà il motore”.

Del resto, ha riconosciuto il Pontefice con i vescovi, “le vostre Chiese sono eredi di una tradizione nobile e una lunga presenza cristiana in Iran. Esse hanno contribuito, ciascuno a suo modo, alla vita e all’edificazione della nazione”. Un contributo tuttora concreto e rilevabile, come accaduto ad esempio, ha ricordato il Papa, attraverso la Caritas all’indomani del “devastante terremoto” che il 26 dicembre 2003 semidistrusse l’antica città iraniana di Bam, causando decine di migliaia di morti.

Benedetto XVI ha poi terminato il suo intervento, analizzando un aspetto particolare della società iraniana, meritevole di una particolare attenzione pastorale. A volte, ha constatato, "i cristiani nella vostre comunità cercano opportunità più favorevoli per la loro vita professionale e l'educazione dei loro figli”. Ciò, ha esortato, “sollecita soprattutto voi, come pastori del vostro gregge, ad incoraggiare i fedeli che rimangono in Iran a rimanere in contatto con i membri delle loro famiglie che hanno scelto un diverso destino. Essi - ha concluso - saranno in grado di mantenere la loro identità e a loro fede ancestrale”.

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