lunedì 5 gennaio 2009

La crisi economica mondiale ed il programma di moralizzazione e riorganizzazione delle finanze vaticane di Benedetto XVI (Ingrao)


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Così la finanza non va in paradiso

IGNAZIO INGRAO

Patrimonio vaticano Per il secondo anno consecutivo il bilancio della Santa sede si tinge di rosso. Per questo fra i revisori dell’amministrazione ora figura Hang-Soon Hanu, economista coreano che aveva invitato i principi della Chiesa a stili di vita più sobri.

La crisi economica mondiale pesa anche sulle finanze vaticane. Secondo le prime proiezioni, non ufficiali, la Santa sede si appresta a chiudere, per il secondo anno consecutivo, il bilancio consolidato in rosso. Dopo tre esercizi in attivo (2004, 2005 e 2006) il 2007 aveva segnato un disavanzo di oltre 9 milioni di euro, che rischia di essere confermato, se non ampliato, nell’esercizio 2008.
La responsabilità del deficit va attribuita anzitutto al crollo dei mercati. Già nel corso del 2007 le attività finanziarie della Santa sede avevano subito una flessione di circa 12 milioni di euro, dovuta al deprezzamento del dollaro rispetto all’euro. La Chiesa Usa è infatti in vetta alla classifica delle Chiese donatrici a favore del Vaticano e molte delle operazioni finanziarie avvengono ancora in dollari. Il tracollo delle borse ha dato un altro colpo alle finanze vaticane nel corso del 2008, spingendo l’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica (Apsa) a tornare ai beni rifugio, come l’oro (vedere riquadro in alto a destra).

Peraltro le difficoltà finanziarie non arrestano il programma di moralizzazione e riorganizzazione delle finanze vaticane intrapreso da Benedetto XVI.

L’atto più recente è stato la nomina di un nuovo revisore internazionale dei conti della Santa sede, l’economista e politologo coreano Thomas Hang-Soon Han, che va ad affiancare gli altri quattro membri del collegio che fa capo alla Prefettura degli affari economici della Santa sede: Wolfang Bernhardt, tedesco, Josep M. Cullell, catalano, John F. Kyle, canadese, e Madeleine Ramaholimihaso, dal Madagascar.
La nomina di Hang-Soon Han, docente di politica internazionale alla Hankuk University di Seul, riveste un forte valore simbolico. È avvenuta a poche settimane di distanza da un clamoroso intervento che lo stesso economista ha pronunciato dinanzi al Papa, durante l’ultimo sinodo dei vescovi, a Roma nel mese di ottobre. «I capi della Chiesa devono fare un serio esame degli stili di vita e dei beni in seno alla Chiesa alla luce della parola di Dio e prendere ogni possibile misura per promuovere la dottrina sociale» aveva dichiarato Hang-Soon Han senza mezzi termini.

Secondo l’economista coreano, la Chiesa «nel concludere contratti commerciali, deve garantire che contengano principi di giustizia, retribuzioni sufficienti per vivere e buone condizioni di lavoro». Ma purtroppo, aveva aggiunto, «i precedenti della Chiesa non sempre sono stati all’altezza» di tali principi.

La nomina di Hang-Soon Han non è stata un gesto isolato di Joseph Ratzinger. Ai primi di marzo il Papa aveva già azzerato la commissione di vigilanza dello Ior, la banca vaticana, lasciando in carica in tale organismo il solo cardinale Attilio Nicora, presidente dell’Apsa.

Eloquente è stato l’allontanamento del cardinale statunitense Adam Joseph Maida. Il porporato, oltre a essere arcivescovo di Detroit, riveste anche una carica alquanto singolare: è superiore del paradiso fiscale delle Isole Cayman.
D’ora in poi, Maida potrà continuare a occuparsi delle anime di quanti cercano rifugio nelle Caymans ma dovrà stare lontano dai conti dello Ior. Non è da escludere che su tale decisione abbia influito anche la bancarotta di alcune diocesi spagnole che avevano investito in conti off-shore.
Sono usciti dalla commissione di vigilanza dello Ior anche l’ex segretario di Stato, Angelo Sodano, e il cardinale messicano Juan Sandoval Iniguez. Al loro posto sono entrati il francese Jean-Louis Tauran, l’indiano Telesphore Placidus Toppo e il brasiliano Odillo Pedro Scherer. Presiede la nuova commissione di vigilanza il cardinale Tarcisio Bertone.

Nel frattempo il Pontefice ha anche sostituito il direttore dello Ior, Lelio Scaletti, con il più giovane Paolo Cipriani, che ha voluto al suo fianco un nuovo vicedirettore, Massimo Tulli. Resta al suo posto il presidente della banca vaticana, Angelo Caloia, ma continuano a rincorrersi voci di una sua possibile sostituzione.

Rivoluzionati anche i vertici dei due principali organismi di gestione economica della Santa sede: l’Apsa, che funge da ministero del tesoro, e la Prefettura degli affari economici, che è una sorta di ministero del bilancio. L’arcivescovo di Savona, Domenico Calcagno, è stato nominato segretario dell’Apsa, al posto di monsignor Claudio Maria Celli, mentre il canonista Velasio De Paolis è stato chiamato a presiedere la Prefettura degli affari economici in sostituzione del cardinale Sergio Sebastiani.
Il cardinale Attilio Nicora resta invece l’uomo di fiducia del Papa per l’amministrazione del patrimonio della Santa sede.

© Copyright Panorama n. 1/2009

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