venerdì 30 gennaio 2009

Lombardi: tanto più è grave se la negazione della Shoah viene dalla bocca di un sacerdote o di un vescovo


Vedi anche:

VATICANO: CHI NEGA LA SHOAH IGNORA ANCHE LA CROCE

Filippo Di Giacomo: "I rapporti del Papa coi fedeli vengono regolarmente falsificati dai numeri che una curia improvvida consegna al mondo senza alcuna precisazione"

Giuliano Ferrara: accusare Ratzinger di tolleranza verso l’antigiudaismo è da mestatori o da ignoranti

Il Papa parla chiaro, il Vaticano non sempre (Il Riformista)

Forse in arrivo un ulteriore passo ecumenico di Benedetto XVI: il rientro nella comunione con Roma degli Anglo-Cattolici

Intervista con Mons. Bernard Fellay raccolta da Olivier Figueras (Monde & Vie)

Benedetto XVI interviene e placa la lite con il rabbinato. I tempi e i rimpalli di responsabilità nel caso del lefebvriano negazionista (Il Foglio)

Lefebvriani incorreggibili: don Abrahamowicz dà al Papa dello scomunicato e Petrucci critica la visita alla moschea blu (Tornielli)

Card. Castrillón Hoyos: «Contatti solo con Fellay. Quell'intervista ci era ignota» (Vecchi)

E se il Papa mirasse all'accordo con i "Lefebvriani moderati"?

Benedetto "spacca in due" i Lefebvriani: Don Pierpaolo Petrucci (Rimini) critica le aperture del Papa

Rabbinato generale di Gerusalemme: Il Papa venga a Gerusalemme (Izzo)

Lefebvriano negazionista, indignazione e sconfessioni. In curia qualcuno pensa che la faccenda sia stata gestita male. Ma davvero?

Card. Tettamanzi: "Sui Lefebvriani il Papa ha già fatto chiarezza"

I Lefebvriani italiani sconfessano Don Abrahamowicz: riprovazione per negazionismo

Intervista a don Mauro Gagliardi: “La remissione della scomunica non è l’ultima parola” (Zenit)

Lefebvriani, la nota di Massimo Franco: Il tentativo difficile di ridimensionare un caso gestito male

Il post di denuncia di un/a amico/a anonimo/a. Lo riporto in evidenza nel blog perchè tutti leggano: dai fedeli alla curia!

Domenica don Floriano Abrahamowicz ha contestato il decreto di revoca della scomunica (Il Giornale)

La Fraternità di San Pio X prenda le distanze da don Floriano Abrahamowicz

Il Papa che accoglie e perdona tira dritto e lavora per l'unità della Chiesa

Rapporti Cattolici-Ebrei, il Papa è sempre stato molto chiaro. Ma c’è chi fa finta di non capire (Tornielli)

Lefebvriani, Franco Bechis: "Pasticciaccio in Vaticano". Articolo da incorniciare! La Santa Sede prenda atto del buco comunicativo

BENEDETTO XVI REVOCA LA SCOMUNICA AI VESCOVI LEFEBVRIANI: LO SPECIALE DEL BLOG

"Shoah e mistero di Dio": editoriale di padre Lombardi

“La Shoah induca l’umanità a riflettere sulla imprevedibile potenza del male quando conquista il cuore dell’uomo”.
Con queste parole al termine dell’udienza di mercoledì 28 gennaio, il Papa ha ripreso la profonda meditazione del suo discorso nel campo di concentramento di Auschwitz. Non ha solo condannato ogni forma di oblio e di negazione della tragedia dello sterminio di sei milioni di ebrei, ma ha richiamato i drammatici interrogativi che questi eventi pongono alla coscienza di ogni uomo e di ogni credente. Perché è la fede nella stessa esistenza di Dio che viene sfidata da questa spaventosa manifestazione della potenza del male. La più evidente per la coscienza contemporanea, anche se non la sola. Benedetto XVI lo ha riconosciuto lucidamente nel discorso di Auschwitz, facendo sue le domande radicali dei salmisti a un Dio che appare silente ed assente.

Di fronte a questo duplice mistero – della potenza orribile del male, e dell’apparente assenza di Dio – l’unica risposta ultima della fede cristiana è la passione del Figlio di Dio. Queste sono le questioni più profonde e decisive dell’uomo e del credente di fronte al mondo e alla storia.

Non possiamo e non dobbiamo evitarle e tanto meno negarle. Se no, la nostra fede è ingannevole e vuota. Chi nega il fatto della Shoah non sa nulla né del mistero di Dio, né della Croce di Cristo. Tanto più è grave, quindi, se la negazione viene dalla bocca di un sacerdote o di un vescovo, cioè di un ministro cristiano, sia unito o no con la Chiesa cattolica.

© Copyright Radio Vaticana

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutto condivisibile. Anche Fini aveva detto le stesse cose già qualche giorno fa. Mi viene il sospetto che il presidente della Camera, memore di chi ha vinto la guerra e come stanno i rapporti di forza, ha capito per tempo come bisogna muoversi. E mi fa piacere che nessuno, a parte Biloslavo redarguito da Malpelo, abbia fatto notare che la voce che Kyrill fosse un agente del KGB non è peregrina. Mentre la Stasi aveva messo parecchi agenti alle costole di Ratzinger per incastrarlo.Saluti, Eufemia

Anonimo ha detto...

Tanto per cambiare argomento, ti segnalo delle bellissime foto del papa che accarezza il leoncino sul sito di petrus. Sono tenerissime! E ci vogliono in giorni come questi... Ciao, grazie, marco

P.S.: stavo pensando che i mesi di gennaio per il papa sono molto infuocati... Tra poco siamo in febbraio, speriamo in un cambiamento di stagione... Ciao

Anonimo ha detto...

Attenti ai titoli dei giornali: padre Lombardi non ha detto proprio così. Se lo avesse fatto, sarebbe stata una mostruosa bestemmia: la Shoah non è la nuova Passione e il popolo ebraico non è il nuovo Messia collettivo (dell'influenza di questa dottrina sul pensiero del sionismo religioso e sull'attuale politica israeliana, meglio non parlare...), così come - con buona pace di Marx - non lo era il proletariato.

In ogni caso, trovo ugualmente maldestro e inopportuno l'accostamento operato da padre Lombardi: da parte sua mi sarei aspettato maggiore cautela (vedi secondo comandamento).

Questa uscita, purtroppo, è la conferma della sudditanza della stessa Chiesa nei confronti di una visione tendente all'assolutizzazione e alla sacralizzazione dello sterminio ebraico, fatto oggetto di una sorta di pubblico culto, al quale nessuno può sottrarsi.E' inconcepibile, per un cattolico, accostare un fatto (per quanto tragico e paradigmatico) della storia umana all'evento della Passione del Dio incarnato, morto e risorto per la redenzione di tutto il genere umano.

I cristiani dei primi secoli subirono il martirio per essersi rifiutati di bruciare incenso davanti alla statua dell'imperatore, di cui pure riconoscevano l'autorità in campo temporale; non vorrei che noi, cristiani del XXI secolo, ci prestassimo così facilmente a bruciare incenso sull'altare della Shoah, di cui pure riconosciamo la veridicità e la drammaticità.
Sarebbe una forma non meno grave, per quanto più sottile, di idolatria.