giovedì 29 gennaio 2009

Rapporti Cattolici-Ebrei, il Papa è sempre stato molto chiaro. Ma c’è chi fa finta di non capire (Tornielli)


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Il commento

Ma c’è chi fa finta di non capire

di Andrea Tornielli

Tutti si aspettavano che parlasse e Benedetto XVI ha parlato. Ha parlato della revoca della scomunica ai vescovi lefebvriani come «atto di paterna misericordia» e ha auspicato che essi riconoscano l’autorità del Concilio Vaticano II.
Ha ricordato la Shoah come «l’eccidio efferato di milioni di ebrei», ha lanciato un monito «contro l’oblio, contro la negazione o il riduzionismo».

Parole chiare, peraltro in linea con ciò che aveva sempre detto.

Ora, è indubitabile che nel caso Williamson, il vescovo lefebvriano che ha negato l’esistenza delle camere a gas e dello sterminio di massa degli ebrei, vi sia stato, da parte del Vaticano, qualche difetto di regia e una sottovalutazione delle possibili conseguenze.
L’intervista del prelato alla televisione svedese, rilasciata qualche mese fa, è stata trasmessa il 21 gennaio, la stessa data che porta il decreto di revoca della scomunica, reso pubblico tre giorni dopo.

Nelle 48 ore successive alla messa in onda, si poteva fare di più e di meglio per stroncare sul nascere interpretazioni strumentali dell’atto papale, peraltro prontamente smentite dal direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, e da L’Osservatore Romano.

La revoca della scomunica ha coinciso con la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si è conclusa proprio sabato scorso. Non sarebbe dovuta sfuggire, però, la portata della quasi coincidenza con il Giorno della Memoria, cioè con un momento nel quale, ricordando l’immane tragedia del genocidio perpetrato dai nazisti, la sensibilità del mondo ebraico è ancora più acuta. Bene ha fatto dunque il Papa ad essere così esplicito, anche contro il tentativo di negare o di ridurre la portata dell’evento che ha indelebilmente segnato il popolo ebraico e la coscienza dell’Europa cristiana.

Va però anche notato che nella vicenda consumatasi negli ultimi giorni non sono mancate strumentalizzazioni e fraintendimenti.

La revoca della scomunica è stata fatta passare come ritrovata e piena unità tra la Santa Sede e la Fraternità San Pio X, e non - correttamente - il primo passo di un cammino che deve ancora essere percorso.

Ma ciò che è apparso davvero grave, è stato il lasciar intendere che con questo gesto il Papa volesse attenuare in qualche modo gli inequivocabili giudizi espressi da lui, dai suoi predecessori, dal Concilio sul rapporto con gli ebrei, sull’antisemitismo, sulla Shoah.

Si è domandato a gran voce al Papa di parlare, di chiarire, di spiegarsi, quasi che le imbarazzanti e inaccettabili frasi negazioniste provenissero dai sacri palazzi vaticani, invece che da un prelato purtroppo avvezzo a straparlare, e non soltanto per quanto concerne la storia.
È accaduto per l’antica preghiera del Venerdì Santo, modificata personalmente dal Pontefice su sollecitazione dei rabbini di Gerusalemme, ma non ancora gradita al punto da far dire al rabbino di Venezia che Ratzinger riporta indietro «di cinquant’anni» l’orologio del dialogo. È accaduto con il caso Williamson. Sembra che ogni volta tutto debba essere ribadito daccapo. Sembra che non si comprenda, o si finga di non comprendere, come la via del dialogo verso «i nostri Fratelli destinatari della Prima Alleanza» è stata intrapresa una volta per tutte dalla Chiesa, dai Papi e più che mai da questo Papa.

© Copyright Il Giornale, 29 gennaio 2009 consultabile online anche qui.

Bellissimo editoriale!
R.

5 commenti:

mariateresa ha detto...

questa è la frase chiave.
"Ma ciò che è apparso davvero grave, è stato il lasciar intendere che con questo gesto il Papa volesse attenuare in qualche modo gli inequivocabili giudizi espressi da lui, dai suoi predecessori, dal Concilio sul rapporto con gli ebrei, sull’antisemitismo, sulla Shoah.
"

E su questo fatto grave, su questo lasciar intendere si sono buttati come il cane su un osso tutti i mestatori di professione.
Quelli rimarranno all'opera anche dopo tutte le chiarificazioni.
Bisogna che nella sala stampa si rendano conto di questo fatto e mettano il classico canarino nella miniera per controllare se c'è il gas. Non appena il canarino vacilla devono intervenire subito e con due occhiacci cattivi così.
E poi altre cose che qui non si possono dire.
Quanto ai nostri fratelli ebrei è inutile farsi la domanda: tutte le volte è necessario ricominciare da capo? E' così. Evidentemente c'è una parte di loro, non so quanto consistente, che non si fida e non vuole fidarsi ed è quindi comprensibile che il rabbino rappresentante ne tenga conto.
Il dialogo celebrato dai media degli anni passati poggiva sull'acqua.

Raffaella ha detto...

Concordo al cento per cento!
Soprattutto sul canarino.
A questo punto sarebbe opportuno assoldare anche il delizioso leoncino di ieri...quando sara' diventato grande!
:-)
R.

Anonimo ha detto...

Raffaella quanto a deliziosi quadrupedi penso di aver anticipato la tua mossa. Non scopiazzare le mie idee per favore.
Il tuo delizioso felino deve ancora crescere, il mio è pronto per l'uso.
:)))))))

euge ha detto...

Un grazie a Tornielli.......è proprio vero chi non vuole capire non capisce.

Anonimo ha detto...

Piccola e modesta nota teologica:
«i nostri Fratelli destinatari della Prima Alleanza»...

Si afferma sempre di più l'abitudine di chiamare l'Antica Alleanza come "Prima Alleanza", quasi fosse ancora valida o abbia un primato, ma il modo corretto è quello di chiamarla "Antica" perché è stata completata e superata dalla "Nuova". Checché se ne dica oggi in questo clima di "politicamente e religiosamente corretto"!
Un salutone a tutti e alla sempre brava Raffaella.