giovedì 28 maggio 2009

Il timore reverenziale della stampa cattolica nei confronti di Martini...


Cari amici, di prima mattina mi tocca leggere articoli offensivi verso Benedetto XVI. Un esempio? Cliccare qui.
La frase sull'attesa della fine di questo Pontificato e', per usare un eufemismo, volgare ed assurda, ma francamente mi interessa poco l'opinione del settimanale che preferisco non nominare.
Ancora meno mi interessa il parere di don Garbini. Del resto basta andare qui per farsi un'idea...
Comunque per certa stampa e certa televisione verzè e martini sono diventati paladini della Chiesa moderna in opposizione a quei cattivoni della gerarchia che siedono a Roma.
Da notare che i due vivono, lavorano o hanno lavorato a Milano, diocesi ambrosiana, la piu' grande in Europa e la prima per abbandono della pratica religiosa.
Parlo per esperienza diretta, cari giornalisti: le chiese della diocesi di Milano, cosi' aperta ed illuminata, sono clamorosamente vuote. Eppure questo semplice dato di fatto dovrebbe suggerire qualcosa...
Non stupisce che la stampa laicista si sia aggrappata alla tonaca degli autori del nuovo libro, ma sorprende che i giornali cattolici osservino un silenzio assordante e poco convincente.
Avvenire e l'Osservatore Romano, tanto per fare due nomi, sono testate capacissime di controbattere al resto della carta stampata quando ci sono di mezzo dichiarazioni di questo o quel politico.
Sono anche pronte a ribattere, a volte, alle accuse pretestuose di questo o quel quotidiano.
Ma quando c'e' di mezzo Martini tutto tace.
Perche'?
Eppure sarebbe bastato pochissimo per dare un'informazione adeguata ai lettori: si poteva precisare (come ha fatto Vecchi sul Corriere per la verita') che l'arcivescovo emerito di Milano non ha detto nulla di cui il Papa non si sia gia' occupato.
Sarebbe stato sufficiente ricordare che un cardinale non puo' mai diventare un antipapa e che puo' dire e scrivere cio' che gli pare a patto che non accetti di essere rappresentato come il contraltare dell'attuale Pontefice.
Al porporato non sta bene questa etichetta?
Non fa altro che scriverlo a quei giornalisti con cui ha un rapporto da sempre privilegiato.
Dalla stampa cattolica mi sarei aspettata un atteggiamento diverso: si poteva mettere ben in chiaro che la questione dei divorziati risposati non ha nulla a che vedere con la revoca della scomunica ai vescovi lefebvriani.
Tutto, invece, tace.
Perche'?
Sembra che certi cardinali godano di una sorta di lasciapassare che nemmeno il Papa puo' vantare.
Ricordiamo tutti, infatti, le accuse e le offese a Benedetto XVI il giorno stesso della pubblicazione della revoca della scomunica ai Lefebvriani da parte di chi scriveva e scrive tuttora su giornali cattolici.
Ci chiedevano tutti come, quando e in che modo, il cardinale martini avrebbe commentato la decisione del Papa sui vescovi consacrati da Mons. Lefebvre.
Ora l'abbiamo visto ed e' anche peggio di come prevedevamo: non un attacco diretto ma una "battuta" che gioca sulla sofferenza di tanti Cattolici divorziati.
Continui pure a tacere la stampa cattolica, ma e' uno sport a cui non ci adeguiamo. Ci si lamenta quando i media pretendono Papi e vescovi politicamente corretti e poi non si spiega nulla quando essi trovano dei paladini fra le fila dei sacerdoti da sfruttare contro il Santo Padre?
Ultima considerazione: i preti che vanno ospiti nei programmi televisivi non sanno spiegarsi. Sarebbe il caso che la Cei scegliesse persone adatte per svolgere un compito cosi' delicato. I migliori finora restano Padre Miranda e Mons. Fisichella. In ogni caso e' bene che gli "incaricati" siano dei teologi.

Raffaella

14 commenti:

mariateresa ha detto...

cara, le tue riflessioni sono sincere e hanno del fondamento. L'estensore dell'articolo, apprendo da Google, è un sacerdote della tua diocesi, ordinato da Martini. L'articolo è inconsistente e anche denuncia un certo senso di impotenza. E' brutto ed è pubblicato su un giornale che non credo sia gettonatissimo dai cattolici.
Riguardo ad Avvenire e all'Osservatore credo che l'atteggiamento nasca, oltre che da rispetto, anche dal desiderio di evitare polemiche che sarebbero riprese dalla stampa con il gusto che ha il gatto verso il topo. Da parte mia, vorrei dire a don Garbini:parli per lei.
Il suo modo di esprimersi al mio modesto gusto di cattolica di base (che è un termine che a una certa sinistra ecclesiale piace tanto) fa pena.Cominci a riformare se stesso.Se tutti lo facessero, la Chiesa si riformerebbe da sola.

Lapis ha detto...

dimmi cosa leggi... ci si poteva aspettare di meglio da certe riviste? Ne dubito.
Non sapevo che Martini avesse chiesto anche l'elezione popolare dei vescovi, e la cosa mi inquieta ulteriormente.

buona giornata, cara lella

Raffaella ha detto...

Non posso che concordare con le tue riflessioni sul don delle nuove tecnologie applicate al duomo di Milano.
Da Avvenire e l'Osservatore mi aspetto pero' che scrivano la verita', magari iniziando a fare chiarezza su divorziati e divorziati risposati.
Siamo al paradosso per cui la stampa laicista esalta Martini per la sua presunta opposizione al Papa, mentre la stampa cattolica prende le sue parti nel caso di rimbrotti dalla stampa cosiddetta conservatrice.
Alla fine l'unico intoccabile e' sempre l'arcivescovo emerito di Milano :-)
R.

mariateresa ha detto...

sì, la cosa è un po' stucchevole.
E alla fine danneggia il cardinale.

Anonimo ha detto...

don luigi pensi a riempire le chiese di milano e dintorni.

Raffaella ha detto...

Buona giornata, Lapis :-)
Il cardinale si e' chiesto (ma senza dare soluzioni...ovviamente!) se non "sarebbe" il caso di rivedere le nomine dei vescovi, se "forse" non sia il caso di evitare che sembrino calate dall'alto.
Poi pero' ammette che quando le nomine erano fatte in questo modo c'erano litigi a non finire.
Vi immaginate? Una campagna elettorale permanente fra preti con tanto di ceroni e ciprie per sembrare piu' telegenici...
Ma per carita'...
R.

Anonimo ha detto...

Sarà molto difficile che don luigi riesca al riempire qualcosa che non sia la sua larga e inutile boccaccia. Dall'albero vedrete i frutti ...
Alessia

Lapis ha detto...

sì, indubbiamente c'è di mezzo la questione pratica dei litigi per le nomine e la mondana campagna elettorale. E' uno degli argomenti contro l'elezione "dal basso" dei vescovi. Meno male che lo riconosce anche Martini. Ma al di là di queste questioni strettamente tecniche e pratiche, Sua Eminenza potrebbe anche ricordare il principio che sta alla base delle nomine vescovili, che vengono fatte dall'alto a imitazione di quanto ha fatto Nostro Signore quando ha scelto personalmente gli Apostoli, senza indire referendum tra le folle che lo seguivano (avrebbe potuto). Se non si ricorda che alla base delle nomine c'è questo principio della Tradizione, lo credo bene che a molti possono sembrare "calate" dall'alto senza capire il perché.
Ma il Cardinale fa così fatica a citare Gesù Cristo? Teme che dalla Cattedra dei non credenti qualcuno si possa irritare?

Anonimo ha detto...

non aspettatevi nulla dai vescovi e cardinali.
tranne qualche rara illuminazione non sono disposti a rinunciare al facile plauso massmediologico.
internet invece è tutto un ribollire di ciofani ratzingeriani:

http://serpentario.wordpress.com/2009/05/21/ma-non-era-morto-purple-party-forever/

Anonimo ha detto...

sarebbe il caso, però, che qualche divorziato risposato, che pur con sofferenza per non potersi accostare all'Eucarestia, rimane fedele alla Chiesa e continua a lavorare in essa e per essa, educando persino i figli all'indissolubilità del matrimonio, facesse sentire la sua voce. Io ne conosco qualcuno che nella mia diocesi (Bari) ha anche portato diverse volte la sua testimonianza, stupendo tutti per la sua serenità e il suo amore verso la Chiesa. Maria Pia

Ildefonso ha detto...

da questo punto di vista Avvenire lascia molto a desiderare

Anonimo ha detto...

Rai Uno - i commenti e le riflessioni (?) al viaggio del Papa in Terra Santa , Zavattaro , Valli, De Carli li hanno affidato al cardinale Martini ( l'antipapa) . Questa la dice lunga quale Chiesa la Rai preferisca.

sergio ha detto...

I migliori finora restano Padre Miranda e Mons. Fisichella. In ogni caso e' bene che gli "incaricati" siano dei teologi.D'accordo con te Raffaella, magari lo capissero in Vaticano che la loro comunicazione è gestita da incapaci sul piano professionale e sospetti su quello dottrinale.

Ben vengano i teologi. Teologi ortodossi però. Padre Miranda è bravo in TV ma nelle sue lezioni va dicendo che è stato un errore negare i funerali a Welby e che la sua non fu proprio eutanasia, e dà interpretazioni quantomeno dubbie in materia di procreazione artificiale.

Fisichella deve ancora chiedere scusa per lo scandalo che ha creato con la sua infame difesa - sull'Osservatore!! - dell'aborto che secondo lui avrebbe "permesso di vivere" alla vittima di uno stupro, cosa falsa nei fatti e moralmente assurda. L'Arcivescovo di Recife è un eroe della difesa della vita e della libertà della Chiesa, e Fisichella l'ha calunniato ripetendo le falsità della stampa laicista in prima pagina sull'Osservatore Romano, che del resto ultimamente ignora decine e decine di vescovi americani che si oppongono coraggiosamente all'estremismo abortista di Obama, e fa passare uno che è contrario persino a rianimare i bambini sopravvissuti all'aborto come un "moderato" sulle questioni etiche! L'infanticidio è moderazione adesso?

Diceva bene Dante:

se non fosse ch'ancor lo mi vieta
la reverenza de le somme chiavi
che tu tenesti ne la vita lieta,

io userei parole ancor più gravi;
ché la vostra avarizia il mondo attrista,
calcando i buoni e sollevando i pravi.

Di voi pastor s'accorse il Vangelista,
quando colei che siede sopra l'acque
puttaneggiar coi regi a lui fu vista

Anonimo ha detto...

Dal cardinal Martini ormai mi aspetto votazioni per scegliere quali passi del Vangelo predicare e quali negare.