domenica 31 maggio 2009

Vergogne italiote: Via le croci dal cimitero, danneggiano l’ambiente (Conti)


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Via le croci dal cimitero: danneggiano l’ambiente

di Emanuele Conti

A Lugo di Romagna la croce sparisce dalle lapidi.
Lo stabilisce una delibera della giunta comunale, datata 6 maggio. Il documento dichiara guerra ai simboli sulle tombe: è vietato l’emblema della cristianità ma son pure vietate la stella di Davide e la mezzaluna islamica così come l’eventuale stemma di famiglia. Bandite dalla nuova area del cimitero anche poesie, motti e dediche varie, fosse anche l’innocuo «la vedova inconsolabile lo ricorda con tanto amore».
L’allegato tecnico alla rivoluzionaria seduta di giunta non lascia dubbi. Al punto 3, relativo ai dati anagrafici, stabilisce che «le scritte ammesse sulla lapide sono due». Cioè: «Nome e cognome, data di nascita e morte». Stop. O, meglio, la maggioranza guidata dal sindaco Raffaele Cortesi (Pd) si dilunga sull’altezza dei caratteri, sul carattere tipografico di stampa, sull’allineamento a destra ma niente dice su quelle due assi incrociate che da sempre accompagnano nell’aldilà i lughesi nonché qualche miliardo di esseri umani. Anzi, Cortesi e compagni qualche riga sotto ribadiscono che «la data di nascita e quella di morte non deve essere precedute da alcun simbolo». Una prosa in linea con le disposizioni: contenuto e forma se ne infischiano delle tradizioni, siano religiose e o grammaticali.
La fotografia del defunto, quella sì, è ammessa. Per lo meno fino a quando a qualche assessore non verrà in mente che si rischia una violazione della privacy o di chissà che cosa. Ma anche con le immagini c’è poco da scherzare: l’allegato sentenzia che «la cornice che contiene la fotografia raffigurante il defunto dovrà essere rigorosamente in metallo cromato non lucido e di dimensioni massime pari al formato A6 verticale».
La massima libertà concessa dalla singolare livella lughese è quella di piazzare una pianta sulla singola sepoltura. «Anche ad arbusto». Consapevoli di essersi spinti un po’ oltre, gli amministratori romagnoli hanno pensato bene di vietare qualsiasi sistema di illuminazione votiva.
Il pacchetto di norme, che vale esclusivamente per le tombe a terra della nuova zona del cimitero, ha fatto sobbalzare sulla sedia tutti i religiosi locali, a cominciare dal vescovo Tommaso Ghirelli.
Il prelato, per ora, si è chiuso in un prudente silenzio, in attesa di sviluppi. A farsi sentire è stato invece il Pdl locale che per bocca del candidato Franco Della Corte ha bollato la decisione di Cortesi - in corsa per la rielezione a sindaco - come «assurda». «E non è solo una faccenda di libertà religiosa - osserva l’esponente del Pdl - ma di espressione nel senso più ampio».
Eppure dopo il patatrac qualcuno ha provato a metterci una pezza. Il progetto, spiega il vicesindaco cattolico Fausto Cavina, andrebbe valutato in termini di «omogenizzazione tipologica», «arredo» uniforme e «funzione». Giusto quella: «La funzione del verde dovrà nel tempo prevalere sull’edificato». Insomma, la croce è stata bandita a causa di una profonda sensibilità ambientalista. Vuoi mettere la spiritualità dell’arbusto?
Cavina prova pure a negare l’evidenza: «A nessuno è mai venuto per la testa di mettere un divieto di porre insegne religiose». Il vicesindaco parla di «semplici indicazioni finalizzate a omogeneizzare gli elementi cercando di limitare, per quanto possibile, l’effetto di disomogeneità». Peccato ci sia la delibera di giunta a smentirlo. E soprattutto qualcuno ha già scoperto gli altarini (quei pochi rimasti, naturalmente). A spiegare come in effetti stanno le cose è l’avvocato Alessandra Nannini, dell’Adiconsum della provincia di Ravenna: «Un cliente si è rivolto a noi per protestare verso un regolamento che gli negava di mettere una semplice croce sulla lapide di un familiare defunto». Emblematica la risposta degli addetti comunali: «Dicono che la scelta di evitare segni sia stata presa per non urtare le diverse sensibilità religiose». Intanto il sindaco, consapevole di averla fatta grossa, sta meditando di scrivere una lettera ai parroci per tranquillizzarli sulle sue intenzioni. Perché i morti, croce o non croce, non votano ma i cattolici a Lugo hanno ancora un certo peso elettorale. Specie la settimana prima del voto.

© Copyright Il Giornale, 31 maggio 2009 consultabile online anche qui .

Al tg5 hanno appena detto che il sindaco, evidentemente terrorizzato (siamo a sei giorni dal voto!), si e' rimangiato tutto.
Io non sono una cittadina di quel paese ma, se lo fossi, avrei gia' costellato di croci (appunto!) il mio taccuino elettorale.
Siamo davvero all'assurdo...

R.

6 commenti:

euge ha detto...

ù
Beh questa non l'avevo mai sentita ..........è vero comunque che non c'è mai fine alla stupidità umana ed all'odio cieco.

CHE BEL PAESE CHE STIAMO DIVENTANDO!!!!!!!!!!
ANCHE QUESTA IDEA E' FRUTTO DELL'ESSERE IN EUROPA?

massimo ha detto...

vergogna.
a bologna negli anni settanta il comune vietò le esequie in città.per motivi di ordine pubblico(ostacolavano il traffico)in realtà il motivo profondo era che si voleva,da parte dei materialoni comunisti rimuovere la visibiltà della morte,l'accesso alla parrocchia,il suono delle campane per l'ultimo saluto,impedire che fosse la chiesa a consolare,salutare,dire una parola di speranza a chi non sà spiegarsi da dove veniamo,dove andiamo perchè siamo,si volle impedire alla chiesa la sua formidabile forza: LA SPERANZA E LA FEDE,i comunisti sapevano e temevano questa formidabile verità.
fu un boomerang,la diocesi organizzò meglio il culto nelle chiese cimiteriali,così oltre alla messa del caro estinto c'erano messe a tutte le ore e la gente andava a messa andando a far visita ai sui morti magari morti da 20 anni......a Lugo spero ci pensino bene sabato e domenica i signori elettori quando entreranno in cabina.

Domenico ha detto...

Ormai siamo alla demenza!!!

Vatykanista ha detto...

Un'altra vergogna italiota? "Via Haydn dalla Tv di Stato!"

M. ha detto...

Beh, se è per quello qualche anno fa uno zelante sindaco di quelle parti ha denunciato il parroco per spaccio non autorizzato di cibi e bevande (= cioè distribuiva la Santa Comunione)

Dilemma: di fronte a così alte prove di intelligenza a chi fra i due assegneremo la "Faìna d'oro"???

Anonimo ha detto...

Purtroppo non siamo affatto alla demenza, Stiamo arrivando prima del previsto ad uno scontro inevitabile. Conoscete la bassa Ravennate? Lì il comunismo(ora il laicismo) è stato ed è onnipotente. Dispensatore di vita e di morte, di lavoro e di non lavoro. Si sente padrone di tutto anche del tuo corpo soprattutto se morto. Non si prega in luogo pubblico, qualcuno potrebbe infastidirsi! dunque se voglio pregare sullle sacre spoglie di un familiare dovrò seppellirlo in giardino Quattro mesi fa (potete controllare sul nostro sito al link "fioretto") lo avevamo previsto. Pensavamo di averla sparata grossa ed invece è già tempo di pensare seriamente a come realizzare "Campi Santi privati" sul suolo italiano con buona pace di Napoleone e dei sindaci del PD.
DA ALMA PREX