lunedì 25 maggio 2009

Un messaggio di pace dal cimitero polacco. Il pontefice ha voluto così ricordare tutte le vittime di guerra (Pagliarella)


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Un messaggio di pace dal cimitero polacco

La visita
Il pontefice ha voluto così ricordare tutte le vittime di guerra


Lo sguardo fisso davanti a sé.
Un silenzio quasi surreale nel quale si sente solo il respiro della natura.
I passi lenti e felpati, quasi a voler testimoniare un rispetto particolare nei confronti di una terra resa santa dal sangue versato da migliaia di soldati che hanno combattuto, sacrificando la propria vita, per il bene dell'umanità. Davanti a quelle lapidi bianche, a quelle croci rese quasi luccicanti dal caldo sole di primavera, il papa, accompagnato dall'abate di Montecassino, dom Pietro Vittorelli, ha voluto pregare per chi, a pochi giorni dal 65° anniversario della battaglia di Montecassino, è morto per la grande causa della libertà e della pace.
«Noi soldati polacchi - recita un vecchio detto - per la nostra e la vostra libertà abbiamo dato le nostre anime a Dio, i nostri corpi all'Italia e i nostri cuori alla Polonia».
Benedetto XVI, uomo tra gli uomini, benedettino tra i benedettini nella terra di San Benedetto, ma, soprattutto, tedesco tra i tedeschi, nel suo particolare itinerario degli occhi e della memoria, tra i tanti e significativi cimiteri di guerra presenti a Cassino, ha scelto quello polacco. Una scelta meditata, importante che, quando il Santo Padre si è fermato a pregare davanti ai 1.052 caduti, ma idealmente davanti a tutti i caduti di tutte le guerre per chiedere perdono a Dio di tutti crimini e di tutte le atrocità commessi dall'uomo, ha innalzato la preghiera: «O Dio Nostro Padre fonte inesauribile di vita e di pace, accogli nel tuo abbraccio misericordioso i caduti della guerra che qui ha infuriato, i caduti di ogni guerra che ha insanguinato la terra. Concedi loro di godere la luce senza tramonto, che nella fede hanno intravisto e desiderato durante il loro pellegrinaggio terreno (...) Padre buono e misericordioso fà di noi, tuoi figli in Cristo, perseveranti costruttori della pace e servitori infaticabili della vita, dono inestimabile del tuo amore».
Ha pregato papa Benedetto XVI per ringraziare chi ha contribuito con il suo sangue a ristabilire un ordine fondato sull'amore cristiano contro il mito del potere, della sottomissione degli altri con la prepotenza, dell'odio dell'uomo verso l'altro. Ha pregato papa Benedetto XVI per chi, scippato della patria, allontanato dagli affetti familiari e derubato della speranza e del futuro, ha voluto convintamente combattere e morire per la salvezza di tutti.
Ha pregato Papa Benedetto XVI perché la strada indicata dai tanti martiri, la strada lastricata di pace e amore nel nome del Vangelo di Cristo, non venga mai abbandonata.
L'immagine del papa che al termine della sua visita pastorale, sul far della sera, prega nel sacrario dei soldati e lancia il messaggio di pace universale è l'immagine più bella e significativa della giornata.
Pie. Pag.

© Copyright Il Tempo, 25 maggio 2009 consultabile online anche qui.

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