giovedì 24 settembre 2009

Lo Ior cambia guida dopo vent’anni: arriva Gotti Tedeschi (Calabrò)


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Lo Ior cambia guida dopo vent’anni: arriva Gotti Tedeschi

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M.Antonietta Calabrò

ROMA — Ettore Gotti Tedeschi è stato nominato ieri mattina Presidente dello Ior, la banca vaticana, con l’unanimità dei voti della Commissione cardinalizia di sorveglianza presieduta dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. La nomina è avvenuta su proposta, anch’essa unanime, del nuovo Consiglio di sovrintendenza (il consiglio d’amministrazione) di cui sono stati chiamati a far parte il tedesco Ronaldo Hermann Schmitz (nominato vicepresidente) lo statunitense Carl Anderson, Cavaliere supremo dei Cavalieri di Colombo, il presidente del Credito valtellinese, Giovanni De Censi, e lo spagnolo Manuel Soto Serrano. Il cambio della guardia, nell’aria da mesi, chiude — dopo vent’anni — l’era di Angelo Caloia (che ha coinciso temporalmente per larghissima parte con la presidenza della Cei da parte del cardinale Camillo Ruini).
Caloia lascia con poco più di un anno di anticipo sulla fine del mandato, per scelta diretta del cardinale segretario di Stato. Il nuovo vertice della banca, vista la provenienza nazionale dei nuovi membri del Consiglio, delinea per lo Ior una missione da vera «banca globale», particolarmente adatta nel momento attuale di uscita dalla crisi finanziaria internazionale. Restano confermati al loro posto il prelato dello Ior, monsignor Piero Pioppo, già segretario particolare del cardinale Angelo Sodano quando questi era segretario di Stato, il direttore generale, Paolo Cipriani, e il vice direttore, Massimo Tulli.
Ettore Gotti Tedeschi ha sessantaquattro anni, cinque figli, «dalla stessa moglie», la signora Francesca, devota di San Pio di Pietralcina, la cui festa è stata celebrata ieri insieme a San Lino, papa, il primo successore di San Pietro. Proprio sabato scorso il banchiere ha partecipato insieme al presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, alla presentazione a Genova dell’Enciclica «Caritas in veritate», alla cui preparazione fra l’altro ha collaborato. Di Benedetto XVI il neopresidente Ior ha detto in una intervista al Corriere , l’8 luglio scorso: «Meriterebbe il premio Nobel per l’economia per la sua enciclica».
Ci sono comunque voluti mesi per giungere al cambiamento. Sia il Papa che il segretario di Stato hanno preferito «convincere» piuttosto che «vincere» tout court. E il clima è stato in qualche momento surriscaldato dalla recente pubblicazione di un libro sullo Ior che riapriva antiche ferite ed era stato letto Oltretevere come una mossa in questa complessa partita.
La Commissione cardinalizia di sorveglianza molto rappresentativa, (formata oltre che da Bertone, dal presidente dell’Apsa, Attilio Nicora, da un diplomatico di lunga esperienza come il francese Tauran, e da due cardinali che vengono dal Sud del mondo, il Brasile, che ha il maggior numero di cattolici e l’episcopato più numeroso, e l’India) si è convinta che Gotti sarebbe stata la scelta migliore. E’ chiaro che il suo profilo è quello di un grande tecnico (come del resto De Censis, finora presidente del Credito valtellinese), è un italiano, che ha svolto quasi tutta la sua carriera all’estero, ma è anche un intellettuale vivace come dimostrano i 35 articoli scritti in due anni per l’Osservatore
romano.

© Copyright Corriere della sera, 24 settembre 2009 consultabile online anche qui.

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