domenica 9 novembre 2008
Il Papa e i trapianti: Accertare al meglio la morte cerebrale (Politi)
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Il Papa e i trapianti Accertare al meglio la morte cerebrale
MARCO POLITI
CITTà DEL VATICANO
Papa Ratzinger chiede di studiare il preciso momento della morte di un individuo, perché i trapianti sono leciti solo da un cadavere. E al tempo stesso condanna il traffico d' organi, di cui sono vittime i bambini specie nel Terzo Mondo: «Abominevole».
La richiesta papale di un' intensificazione della «ricerca e riflessione interdisciplinare» sullo stato di morte riapre inevitabilmente le discussioni innescate da un intervento dell' Osservatore Romano nel settembre scorso.
Sul giornale vaticano apparve un articolo della storica Lucetta Scaraffia, secondo cui l' accertamento della morte cerebrale - metodo condiviso a tutt' oggi dalla comunità scientifica - era rimesso in discussione «da nuove ricerche, che mettono in dubbio proprio il fatto che la morte del cervello provochi la disintegrazione del corpo». La definizione corrente di morte, spiegava l' articolo, più che da un reale avanzamento scientifico sembra «motivata dall' interesse, cioè dalla necessità di organi da trapiantare» con il rischio di utilizzare «cadaveri caldi». Successe il finimondo.
Di fronte all' irritazione e alle proteste di medici di ogni credenza il portavoce vaticano padre Lombardi dovette intervenire il giorno stesso, dichiarando che l' articolo dell' Osservatore «non può essere considerato una posizione del magistero della Chiesa, riconducibile alla dottrina cattolica o a qualche organismo vaticano».
Successivamente lo stesso dicastero della Sanità vaticano (Consiglio per la pastorale della Salute) ribadì che «la posizione della Chiesa sui trapianti d' organi non cambia», con ciò riconfermando la validità del metodo di accertamento della morte cerebrale.
Benedetto XVI ha parlato ad un congresso internazionale sui trapianti, promosso dall' Accademia pontificia per la Vita, guidata da monsignor Fisichella.
Il pontefice, tuttavia, si è espresso in termini prudenti. è bene che i risultati raggiunti, ha esortato, «ricevano il consenso dall' intera comunità scientifica così da favorire la ricerca di soluzioni che diano certezza a tutti».
In materia, ha sottolineato, «non può esserci il minimo sospetto di arbitrio e dove la certezza ancora non fosse raggiunta deve prevalere il principio di precauzione».
Il Papa ha enunciato alcuni principi basilari. Per la donazione d' organi è essenziale il consenso informato per prevenire alla radice ogni «atto coercitivo o di sfruttamento». La decisione deve mantenere le caratteristiche del dono. Il corpo, ha soggiunto, non può essere trattato da oggetto, la logica del mercato va respinta e l' idea di una «compravendita di organi» va rifiutata.
Benedetto XVI ha avuto parole durissime contro il traffico di organi che spesso coinvolgono vittime innocenti come i bambini. «è una pratica inaccettabile - ha esclamato - e va decisamente condannata come abominevole».
Già aprendo il congresso, monsignor Fisichella aveva denunciato un commercio, che sfrutta prevalentemente «giovani vite, soprattutto nei paesi più poveri». Nel suo discorso il pontefice ha respinto la produzione di embrioni a fini medici: «Considerarli "materiale terapeutico" contraddice le basi culturali ed etiche su cui poggia la dignità della persona».
© Copyright Repubblica, 8 novembre 2008 consultabile online anche qui.
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